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Maria Volto Madonna Di Medjugorje


Maria Volto Madonna Di Medjugorje

Ah, Maria Volto Madonna di Medjugorje... dove cominciare? È un argomento che mi sta particolarmente a cuore, avendolo seguito da vicino per anni. Permettetemi di condividere con voi ciò che so, con l'entusiasmo di un amico che vi racconta un segreto prezioso.

Innanzitutto, è fondamentale capire che Maria, come appare a Medjugorje, non è un'entità statica, una figura da cartolina. No, no! È viva, dinamica, e la sua presenza è palpabile, quasi tangibile per chi ha il cuore aperto. Ho raccolto testimonianze dirette, parlato con veggenti, e studiato i messaggi con una cura certosina. Vi assicuro, c'è molto più di quanto si possa immaginare leggendo articoli superficiali.

La sua prima apparizione, come sapete, risale al 24 giugno 1981. Quella giornata cambiò per sempre la vita di sei giovani: Ivanka Ivanković, Mirjana Dragićević, Vicka Ivanković, Ivan Dragićević, Jakov Čolo e Marija Pavlović. Immaginate la scena: ragazzi semplici, di un piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina, che si ritrovano improvvisamente di fronte alla Regina della Pace! Lo shock, lo stupore, ma soprattutto la profonda trasformazione interiore che ne seguì.

Quello che forse non sapete è la precisione con cui questi primi incontri sono stati documentati. I diari di Vicka, ad esempio, sono una miniera d'oro di dettagli. Descrizioni minuziose del volto della Madonna, dei suoi gesti, del suo abbigliamento. E poi, i messaggi... messaggi di pace, di conversione, di preghiera, di perdono. Messaggi che, se presi sul serio, potrebbero cambiare il mondo.

Non dimentichiamo poi la figura di Padre Jozo Zovko, il parroco di Medjugorje all'epoca delle prime apparizioni. Un uomo di fede incrollabile, che ha saputo guidare i veggenti e la comunità parrocchiale in un momento di grande confusione e incertezza. La sua intuizione, la sua saggezza, sono state fondamentali per la sopravvivenza di questo fenomeno straordinario.

Per quanto riguarda i messaggi, spesso si sente dire che sono ripetitivi. "Pregate, convertitevi, fate penitenza..." Certo, la sostanza è sempre quella. Ma è proprio nella ripetizione che si cela la chiave. Maria sa che siamo duri di comprendonio, che abbiamo bisogno di essere scossi, spronati, richiamati costantemente all'essenziale. È come una madre che ripete al figlio di guardare prima di attraversare la strada: non lo fa per noia, ma per amore.

La quotidianità delle Apparizioni

Le apparizioni, per i veggenti che ancora le ricevono quotidianamente (Vicka, Marija e Ivan), non sono eventi spettacolari, ma momenti di profonda intimità con la Madonna. Immaginate di avere un appuntamento quotidiano con la vostra madre, con la persona che più amate al mondo. Un momento di preghiera, di confidenza, di scambio reciproco. Questo è ciò che vivono i veggenti.

E poi, ci sono i segreti. Dieci segreti che la Madonna ha affidato ai veggenti. Segreti che riguardano il futuro dell'umanità, avvertimenti, ammonimenti. Segreti che verranno rivelati a tempo debito, quando il mondo sarà pronto ad ascoltarli. L'attesa è carica di tensione, ma anche di speranza.

Molti si chiedono: perché proprio Medjugorje? Perché questi veggenti? La risposta, a mio avviso, è semplice: perché era necessario. Il mondo era, e continua ad essere, in un momento di grande crisi spirituale. Avevamo bisogno di un richiamo, di un segnale, di una guida. E Maria, ancora una volta, ha risposto al nostro grido di aiuto.

Naturalmente, ci sono anche le critiche, i dubbi, le perplessità. La Chiesa stessa è prudente, cauta, in attesa di ulteriori conferme. Ma questo è comprensibile. Un fenomeno così complesso, così straordinario, richiede un'analisi approfondita, una valutazione accurata. Non possiamo pretendere che tutto sia chiaro e definito in un batter d'occhio.

Personalmente, credo che la cosa più importante sia guardare ai frutti. Ai milioni di persone che, grazie a Medjugorje, hanno riscoperto la fede, hanno cambiato vita, hanno trovato la pace interiore. Ai sacerdoti che hanno riacquistato l'entusiasmo per il loro ministero, ai giovani che hanno scelto di consacrarsi a Dio, alle famiglie che si sono riconciliate. Questi sono i veri miracoli di Medjugorje.

E poi, c'è la questione dei segni. Il sole che pulsa, le croci che cambiano colore, le guarigioni inspiegabili... Fenomeni che lasciano perplessi, che sfidano la ragione. Ma forse, a volte, abbiamo bisogno di qualcosa di più di una spiegazione razionale. Forse abbiamo bisogno di un segno, di un indizio, di una conferma che ci dica che non siamo soli, che Dio è con noi.

I Pellegrini di Medjugorje

La marea di pellegrini che ogni anno si riversa a Medjugorje è impressionante. Persone provenienti da ogni angolo del mondo, di ogni età, di ogni estrazione sociale. Tutti uniti dalla stessa sete di Dio, dallo stesso desiderio di incontrare Maria.

Ho parlato con molti di loro. Storie incredibili di conversioni, di guarigioni, di ritrovata speranza. Persone che arrivano a Medjugorje con il cuore spezzato, con il fardello del peccato, con la disperazione nel cuore. E che ripartono trasformate, rinnovate, piene di gioia e di pace.

Medjugorje è un luogo di grazia, un luogo di guarigione, un luogo di incontro con Dio. Un luogo dove il cielo si tocca con un dito.

Certo, il pellegrinaggio non è una formula magica. Non basta andare a Medjugorje per risolvere tutti i propri problemi. Ma può essere un'occasione unica per mettersi in discussione, per fare un esame di coscienza, per aprire il proprio cuore alla grazia di Dio.

E poi, c'è la preghiera comunitaria. Pregare insieme, con migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, è un'esperienza indimenticabile. Un'onda di energia spirituale che ti travolge, che ti eleva, che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande.

La salita al Križevac, il monte della croce, è un rito di passaggio. Un cammino faticoso, irto di difficoltà, ma anche di grandi soddisfazioni. Portare la propria croce, insieme a Gesù, è un'esperienza che segna nel profondo.

E la celebrazione della Messa, in diverse lingue, è un segno di unità nella diversità. Un'esperienza di Chiesa universale, aperta a tutti, accogliente, inclusiva.

Il Futuro di Medjugorje

Il futuro di Medjugorje è nelle mani di Dio. Ma anche nelle nostre mani. Dipende da noi se sapremo accogliere i messaggi della Madonna, se sapremo metterli in pratica nella nostra vita quotidiana.

Dipende da noi se sapremo testimoniare con la nostra vita la bellezza del Vangelo, se sapremo essere strumenti di pace e di amore nel mondo.

Dipende da noi se sapremo far crescere i frutti di Medjugorje, se sapremo diffondere il messaggio della Regina della Pace a tutti coloro che ancora non lo conoscono.

Io credo che Medjugorje sia un dono di Dio per il nostro tempo. Un dono prezioso che dobbiamo custodire, proteggere, valorizzare.

Un dono che può cambiare il mondo.

E ricordate, non si tratta di credere o non credere. Si tratta di aprire il cuore. Di ascoltare. Di accogliere. Di amare.

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