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Borromini San Giovanni In Laterano


Borromini San Giovanni In Laterano

Amici romani, appassionati d'arte e curiosi di bellezza, lasciate che vi prenda per mano e vi conduca in un luogo dove l'ingegno umano ha superato se stesso: San Giovanni in Laterano. Non una chiesa qualsiasi, ma la Cattedrale di Roma, la madre di tutte le chiese, e il luogo dove Francesco Borromini ha lasciato un'impronta indelebile.

Dimenticate per un attimo le guide turistiche e le spiegazioni noiose. Qui si parla di emozioni, di architettura che respira e di una mente geniale che ha saputo trasformare il passato in qualcosa di nuovo e sublime.

All'inizio del XVII secolo, San Giovanni in Laterano, pur essendo la cattedrale di Roma, versava in condizioni a dir poco precarie. Secoli di storia, rimaneggiamenti frettolosi e uno stato di abbandono avevano deturpato la sua maestosità originaria. Papa Innocenzo X Pamphili, uomo di grande visione, comprese l'urgenza di un intervento radicale. Voleva restituire alla cattedrale il suo antico splendore, ma con un tocco di modernità, un segno del suo pontificato. Ed è qui che entra in scena il nostro Borromini.

Il compito affidato a Borromini era immane: modernizzare la basilica paleocristiana senza stravolgerne l'essenza, rispettandone la storia millenaria e, al contempo, infondere nuova luce e grandiosità. Un compito per cui molti avrebbero tremato, ma non Francesco Borromini. Lui amava le sfide, amava superare i limiti, amava dialogare con il passato per creare qualcosa di unico e irripetibile.

Borromini si mise subito al lavoro, con la sua solita meticolosità e la sua straordinaria capacità di interpretare lo spazio. Non si limitò a restaurare, ma a reinventare. Creò un ambiente nuovo, un'armonia inedita tra antico e moderno.

Entrando in San Giovanni, ciò che colpisce immediatamente è l'imponenza delle dodici nicchie che ospitano le statue degli apostoli. Sculture colossali, realizzate da alcuni tra i più grandi artisti dell'epoca, che sembrano vegliare sui fedeli. Ma è l'intervento di Borromini a renderle così suggestive. Le nicchie, incorniciate da pilastri binati di ordine composito, creano un ritmo incalzante, un'alternanza di luci e ombre che esaltano la plasticità delle statue.

E poi ci sono le finestre. Enormi finestroni rettangolari che inondano la navata centrale di luce naturale. Una luce chiara, tersa, che esalta i colori dei marmi e degli stucchi. Borromini era un maestro nell'uso della luce, sapeva come sfruttarla per creare effetti scenografici di grande impatto.

Ma l'intervento più significativo di Borromini riguarda, senza dubbio, la copertura delle navate laterali. Qui, l'architetto diede libero sfogo alla sua creatività, realizzando una volta a botte con lacunari ottagonali decorati con rosette dorate. Un vero e proprio capolavoro di ingegneria e di estetica. La volta sembra librarsi sopra le nostre teste, leggera e impalpabile, quasi una nuvola dorata.

L'Armonia Nascosta: Un Dialogo Tra Materiali e Forme

Borromini non si limitò a progettare gli spazi, ma curò ogni singolo dettaglio, dalla scelta dei materiali alla decorazione. Marmi pregiati, stucchi finissimi, dorature scintillanti: ogni elemento è stato studiato per creare un'armonia perfetta. E se prestate attenzione, noterete come ogni forma, ogni linea, ogni colore si ripete, si risponde, si completa. Un dialogo continuo tra gli elementi che crea un senso di equilibrio e di armonia che avvolge il visitatore.

Borromini utilizzò una vasta gamma di materiali, ognuno scelto per le sue caratteristiche specifiche. Il marmo bianco di Carrara, per la sua luminosità e purezza, venne impiegato per le statue degli apostoli e per i pilastri. Il marmo verde antico, per il suo colore intenso e le sue venature preziose, venne utilizzato per le colonne e per i rivestimenti. Lo stucco, per la sua malleabilità e versatilità, venne impiegato per decorare le volte e i soffitti. E poi c'è l'oro, che brilla ovunque, simbolo della sacralità del luogo.

Ma non è solo la ricchezza dei materiali a colpire, ma anche la loro sapiente combinazione. Borromini amava giocare con i contrasti, accostando materiali diversi per creare effetti sorprendenti. Ad esempio, il marmo bianco e il marmo verde, lo stucco liscio e lo stucco decorato, l'oro e l'argento. Questi contrasti creano un dinamismo visivo che rende l'architettura ancora più interessante e coinvolgente.

Un altro elemento fondamentale del progetto di Borromini è la luce. L'architetto sfruttò al massimo la luce naturale, creando ampie aperture che inondano l'interno della basilica. Ma non si limitò a questo. Studiò attentamente l'orientamento della basilica, la posizione delle finestre e la forma delle volte per creare effetti di luce e ombra che esaltano la bellezza dell'architettura. La luce non è solo un elemento funzionale, ma un vero e proprio strumento espressivo nelle mani di Borromini.

Un'Eredità Senza Tempo

L'intervento di Borromini a San Giovanni in Laterano è un esempio straordinario di come si possa modernizzare un edificio storico senza snaturarne l'identità. Ha saputo rispettare il passato, dialogando con esso e reinterpretandolo in chiave moderna. Ha creato un ambiente nuovo, luminoso e grandioso, che esalta la sacralità del luogo. Un'opera che, a distanza di secoli, continua ad emozionare e a stupire.

È importante ricordare che l'opera di Borromini a San Giovanni in Laterano non fu esente da critiche. Alcuni lo accusarono di aver stravolto l'aspetto originario della basilica, di averla resa troppo moderna e di averla privata del suo carattere austero e solenne. Ma Borromini non si lasciò intimorire dalle critiche. Era convinto della bontà del suo lavoro e sapeva che il tempo gli avrebbe dato ragione. E così è stato. Oggi, l'intervento di Borromini è considerato un capolavoro assoluto dell'architettura barocca, un esempio di come si possa coniugare la tradizione con l'innovazione.

Allora, la prossima volta che vi troverete a Roma, non dimenticate di visitare San Giovanni in Laterano. Prendetevi il tempo per ammirare le statue degli apostoli, per contemplare la volta a botte con i lacunari ottagonali, per lasciarvi inondare dalla luce che filtra dalle finestre. Lasciatevi trasportare dalla bellezza e dalla grandiosità di questo luogo. E ricordatevi di Francesco Borromini, l'architetto che ha saputo trasformare il passato in qualcosa di nuovo e sublime.

E, magari, la prossima volta che passerete davanti ad un edificio storico, fermatevi un attimo a riflettere. Cercate di immaginare le mani che l'hanno costruito, le menti che l'hanno progettato, le storie che ha visto passare. Perché ogni edificio è un libro aperto, un tesoro di conoscenza e di bellezza che aspetta solo di essere scoperto. E l'Italia, da questo punto di vista, è un vero e proprio paradiso.

Non dimenticate che l'arte e l'architettura non sono solo cose da guardare, ma esperienze da vivere. Lasciatevi emozionare, lasciatevi ispirare, lasciatevi trasformare. Perché l'arte ha il potere di rendere la nostra vita più ricca, più bella, più significativa. E Borromini, con la sua genialità e la sua passione, ce lo ha dimostrato ancora una volta.

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