Vangelo Di Giovanni Capitolo 1 Commento

Nel principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Questo versetto, il primo del Vangelo di Giovanni, spalanca le porte su un universo di significati teologici e filosofici che hanno impegnato studiosi e credenti per secoli. La mia analisi, frutto di anni di studio approfondito del testo greco originale, delle fonti rabbiniche e della patristica, intende offrire una luce nuova e dettagliata su questo capitolo fondamentale.
Giovanni non inizia, come Matteo e Luca, con la genealogia di Gesù o con i racconti dell'infanzia. Inizia con l'eternità. En archē, in greco, non si riferisce semplicemente all'inizio temporale del mondo creato, ma a un principio ontologico, a una realtà preesistente alla creazione stessa. Il Verbo, ho Logos, era già presente, una realtà divina coesistente con Dio. La scelta del termine "Verbo" è cruciale. Non si tratta semplicemente di "parola", ma di una realtà dinamica, creativa, attraverso la quale Dio si rivela e agisce nel mondo. Il Logos è l'espressione del pensiero divino, la sua ragion d'essere manifestata. Questa comprensione del Logos affonda le radici nella filosofia greca, ma Giovanni la trasforma e la cristianizza, identificandola con Gesù Cristo.
La seconda parte del primo versetto, "e il Verbo era presso Dio", sottolinea la distinzione e l'unione. Il Verbo non è identico a Dio, ma presso Dio, pros ton Theon. Questa preposizione indica una relazione, un rapporto intimo e personale. È una comunione di amore e di conoscenza tra il Padre e il Figlio, un mistero insondabile che costituisce il cuore della Trinità.
Infine, "e il Verbo era Dio". Questa affermazione, la più audace e rivoluzionaria, proclama la divinità del Verbo, la sua stessa essenza divina. Non è una divinità secondaria o derivata, ma la piena e completa divinità. Questa dichiarazione è la pietra angolare della cristologia giovannea e il fondamento della fede cristiana.
La Testimonianza di Giovanni Battista e l'Identità del Cristo
I versetti successivi introducono la figura di Giovanni Battista, il precursore, colui che è mandato da Dio per rendere testimonianza alla luce. È importante notare che Giovanni non è la luce, ma testimonia la luce. Il suo ruolo è quello di preparare la via al Messia, di indicare colui che è più grande di lui. La sua testimonianza è essenziale per comprendere l'identità di Gesù.
La domanda dei Giudei a Giovanni Battista, "Chi sei tu?", rivela la loro aspettativa messianica. Stanno cercando il profeta, l'Elia che deve venire prima del Messia. Ma Giovanni nega di essere il Cristo, Elia o il profeta. Si definisce semplicemente "voce che grida nel deserto", citando Isaia. Questa umiltà e questa consapevolezza del proprio ruolo sono fondamentali per comprendere la figura di Giovanni Battista. Egli è un servo che indica il Signore, un testimone che proclama la verità.
Il battesimo di Giovanni è un battesimo di penitenza, un rito di purificazione che prepara i cuori all'incontro con il Messia. Ma Giovanni sottolinea che colui che viene dopo di lui battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Questo battesimo è un battesimo di trasformazione, un'immersione nello Spirito di Dio che purifica, rinnova e dona la vita eterna.
La successiva affermazione di Giovanni Battista, "Ecco l'Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!", è un altro momento cruciale. L'immagine dell'Agnello di Dio evoca il sacrificio espiatorio dell'Antico Testamento, in particolare l'agnello pasquale. Gesù è presentato come l'agnello sacrificale che si offre per la salvezza del mondo, che prende su di sé il peccato dell'umanità.
L'affermazione "Colui del quale dicevo: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me" sottolinea la preesistenza di Gesù, la sua eternità. Anche se Giovanni Battista è nato prima di Gesù, Gesù è superiore a lui perché esisteva prima di lui, nel seno del Padre.
I Primi Discepoli e l'Inizio del Ministero di Gesù
Il Vangelo prosegue con il racconto dei primi discepoli. Andrea, dopo aver sentito Giovanni Battista indicare Gesù come l'Agnello di Dio, lo segue e invita anche suo fratello Simone (Pietro) a seguirlo. L'incontro con Gesù trasforma la vita di questi uomini, che abbandonano le loro occupazioni e lo seguono per diventare suoi discepoli.
Gesù cambia il nome di Simone in Pietro, Kephas in aramaico, che significa "pietra". Questo cambiamento di nome è significativo. Indica una nuova identità, una nuova vocazione. Pietro è destinato a diventare una colonna portante della Chiesa, un fondamento su cui Cristo edificherà la sua comunità.
Filippo trova Natanaele e gli dice: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti, Gesù, figlio di Giuseppe, da Nazaret". La reazione di Natanaele, "Può forse venire qualcosa di buono da Nazaret?", rivela il pregiudizio che esisteva nei confronti di quel piccolo villaggio. Ma Filippo lo invita semplicemente a "venire e vedere".
L'incontro tra Gesù e Natanaele è un momento rivelatore. Gesù dimostra di conoscere Natanaele prima ancora di averlo incontrato, rivelando la sua onniscienza. Natanaele, colpito da questo miracolo, proclama: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!".
Gesù promette a Natanaele che vedrà cose ancora più grandi, che vedrà il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo. Questa immagine evoca la visione di Giacobbe nella Genesi (28:10-17), dove una scala collega la terra al cielo. Gesù si presenta come il nuovo punto di incontro tra Dio e l'umanità, il mediatore tra il cielo e la terra.
Implicazioni Teologiche e Significato per la Nostra Vita
Il primo capitolo del Vangelo di Giovanni è un concentrato di teologia. Ci rivela la divinità di Cristo, la sua preesistenza, la sua relazione con il Padre e il suo ruolo di mediatore tra Dio e l'umanità. Ci presenta anche la figura di Giovanni Battista, il precursore, colui che ci indica la via verso Cristo.
Ma questo capitolo non è solo una dottrina astratta. Ha un significato profondo per la nostra vita. Ci invita a riconoscere Gesù come il Signore, il Figlio di Dio, l'Agnello che toglie il peccato del mondo. Ci invita a seguirlo, ad abbandonare le nostre vecchie vie e a vivere una vita nuova in lui. Ci invita a testimoniare la sua luce, a portare il suo amore al mondo.
La promessa di Gesù a Natanaele, "Vedrai cose più grandi", vale anche per noi. Se crediamo in lui, se lo seguiamo, vedremo la gloria di Dio, sperimenteremo la sua presenza nella nostra vita e parteciperemo al suo regno. La scala che collega la terra al cielo è Cristo stesso. Attraverso di lui, possiamo avere accesso a Dio e ricevere la sua grazia.
In sintesi, il Vangelo di Giovanni 1 è un invito all'incontro con Cristo, un invito a credere in lui e a seguirlo. È un invito a scoprire la bellezza e la profondità dell'amore di Dio, un amore che si è manifestato pienamente in Gesù Cristo, il Verbo fatto carne.









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