Un Divorziato Civile Può Sposarsi In Chiesa

In seno alla dottrina cattolica, la questione del matrimonio successivo al divorzio civile rappresenta un tema di delicata complessità, intriso di implicazioni teologiche, canoniche e pastorali. La Chiesa Cattolica, fedele all'insegnamento di Cristo sull'indissolubilità del matrimonio, considera il vincolo matrimoniale, se validamente contratto tra due battezzati, sacramentale e perpetuo. Pertanto, un divorzio civile, pur avendo valore legale agli occhi dello Stato, non dissolve il matrimonio agli occhi della Chiesa.
La posizione ufficiale della Chiesa, ribadita innumerevoli volte dal Magistero, è che coloro che, dopo un divorzio civile, contraggono un nuovo matrimonio civile, si trovano in una situazione oggettivamente contraria alla legge di Dio. Questa condizione impedisce loro di accedere alla Comunione eucaristica, a meno che non si astengano dai rapporti sessuali, vivendo "come fratello e sorella", e siano disposti a riparare pubblicamente allo scandalo causato. Questa posizione, pur ferma, non esclude la possibilità di un cammino di discernimento e accompagnamento pastorale, volto a comprendere la situazione specifica di ciascun individuo e a offrire sostegno spirituale.
Nullità Matrimoniale: Una Via Possibile
Pur ribadendo il principio dell'indissolubilità, la Chiesa Cattolica riconosce che un matrimonio, pur celebrato, potrebbe essere nullo fin dall'origine. Ciò significa che, a causa di uno o più impedimenti, o per vizi del consenso al momento della celebrazione, il vincolo matrimoniale non è mai validamente sorto. In questi casi, è possibile avviare un processo canonico di nullità matrimoniale presso il Tribunale Ecclesiastico competente.
Le cause di nullità matrimoniale sono molteplici e vanno accuratamente vagliate. Tra le più comuni si annoverano:
- Vizi del Consenso: Si verificano quando uno o entrambi i coniugi, al momento del matrimonio, non erano pienamente consapevoli di ciò che stavano facendo, oppure non erano liberi di esprimere il proprio consenso (ad esempio, a causa di minacce o di una grave immaturità psicologica). Un'incapacità di assumere gli obblighi essenziali del matrimonio (fedeltà, prole, aiuto reciproco) può anche inficiare il consenso.
- Impedimenti Dirimenti: Si tratta di circostanze che rendono invalido il matrimonio, come la disparità di culto (matrimonio tra un battezzato e un non battezzato senza la necessaria dispensa), l'ordine sacro (il matrimonio di un sacerdote), il voto pubblico perpetuo di castità in un istituto religioso, il crimine (l'omicidio del coniuge per sposarne un altro), la consanguineità o l'affinità entro certi gradi.
- Difetto di Forma Canonica: Il matrimonio deve essere celebrato davanti a un sacerdote o diacono delegato e a due testimoni. Se questa forma non viene rispettata, il matrimonio è nullo, a meno che non vi sia una dispensa dalla forma canonica.
Il processo di nullità matrimoniale è un percorso delicato che richiede tempo e impegno. È fondamentale che la persona interessata si rivolga a un avvocato rotale, un esperto in diritto canonico, che possa aiutarla a valutare la sussistenza di eventuali cause di nullità e a presentare la domanda al Tribunale Ecclesiastico. Il Tribunale, dopo aver raccolto le prove e ascoltato le testimonianze, emetterà una sentenza. Se la sentenza è favorevole, ovvero dichiara la nullità del matrimonio, la persona è libera di contrarre un nuovo matrimonio in Chiesa.
È importante sottolineare che la dichiarazione di nullità non cancella il passato, né mette in discussione la buona fede dei coniugi. Semplicemente, accerta che il matrimonio, fin dall'inizio, non ha avuto validità agli occhi della Chiesa a causa di un vizio originario.
Discernimento e Accompagnamento Pastorale
Anche nei casi in cui non vi siano motivi per avviare un processo di nullità matrimoniale, la Chiesa offre un cammino di discernimento e accompagnamento pastorale alle persone divorziate e risposate civilmente. Questo percorso, guidato da un sacerdote o da un altro operatore pastorale qualificato, ha lo scopo di aiutare la persona a comprendere la propria situazione alla luce del Vangelo, a fare chiarezza sulle proprie responsabilità e a trovare un modo per vivere la propria fede in pienezza.
Il discernimento pastorale tiene conto di una serie di fattori, tra cui la storia personale della persona, le circostanze del divorzio, la responsabilità dei coniugi nel fallimento del matrimonio, la situazione dei figli e la qualità della nuova relazione. L'obiettivo non è quello di giudicare o condannare, ma di comprendere e di offrire sostegno.
In alcuni casi, il discernimento pastorale può portare la persona a prendere decisioni difficili, come la scelta di vivere la nuova relazione "come fratello e sorella" per poter accedere alla Comunione eucaristica. In altri casi, può portare a trovare altre forme di partecipazione alla vita della Chiesa, come il servizio ai poveri, l'impegno nella catechesi o la partecipazione a gruppi di preghiera.
Papa Francesco, nell'Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, ha sottolineato l'importanza di un accompagnamento pastorale personalizzato e misericordioso per le persone divorziate e risposate civilmente. Egli ha ribadito che la Chiesa non è una dogana, ma una madre che accoglie e accompagna i suoi figli, anche quelli che si trovano in situazioni difficili.
L'Importanza della Formazione al Matrimonio
Un'adeguata preparazione al matrimonio è fondamentale per aiutare i futuri sposi a comprendere la bellezza e la profondità del sacramento del matrimonio, nonché i suoi obblighi e le sue responsabilità. La formazione al matrimonio dovrebbe affrontare temi quali la comunicazione, la risoluzione dei conflitti, la sessualità, la genitorialità e la spiritualità. Dovrebbe anche aiutare i futuri sposi a riflettere sulle proprie motivazioni e sulle proprie aspettative, e a prepararsi ad affrontare le sfide che inevitabilmente si presenteranno nel corso della vita matrimoniale.
Una formazione al matrimonio adeguata può contribuire a prevenire i fallimenti matrimoniali e a rafforzare il vincolo coniugale. Può anche aiutare i coniugi a vivere il matrimonio come un cammino di crescita personale e spirituale, un'occasione per amarsi e servirsi reciprocamente, e per testimoniare al mondo l'amore di Dio.
In conclusione, la questione del matrimonio successivo al divorzio civile è un tema complesso che richiede un approccio attento, compassionevole e rispettoso. La Chiesa Cattolica, pur ribadendo il principio dell'indissolubilità del matrimonio, offre un cammino di discernimento e accompagnamento pastorale a coloro che si trovano in questa situazione, e riconosce la possibilità di dichiarare la nullità del matrimonio qualora sussistano i presupposti canonici. L'importanza di una solida preparazione al matrimonio, infine, non può essere sottovalutata, in quanto essa rappresenta un valido strumento per prevenire i fallimenti matrimoniali e per promuovere la bellezza e la stabilità della famiglia.









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