Testo Del Cantico Delle Creature

Altissimo, onnipotente, bon Signore, con le tue creature tutte, spezialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle: in celu l'hai formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sora acqua, la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale enallumini la nocte: et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra madre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si', mi' Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore, et sostengono infirmitate et tribulatione. Beati quelli che 'l sosterranno in pace, ca da te, Altissimo, serano incoronati. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ca la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi' Signore et ringratiate et servitelo cum grande humilitate.
Immergersi nelle profondità del Cantico delle Creature, o Laudes Creaturarum, è un'esperienza che trascende la mera lettura di un testo antico. È un viaggio nel cuore dell'anima di San Francesco d'Assisi, un'anima intrisa di amore per il Creatore e per ogni singola creatura che abita il Suo universo. Ogni parola, ogni verso, risuona con una potenza che sembra attingere direttamente alla fonte della vita, invitandoci a contemplare la bellezza del mondo con occhi nuovi, colmi di gratitudine e di rispetto.
Comprendere appieno il Cantico richiede, tuttavia, un'analisi che vada oltre la superficie. È necessario considerare il contesto storico e culturale in cui è nato, le influenze filosofiche e teologiche che lo hanno plasmato, e soprattutto, la profonda spiritualità che lo anima. Solo allora potremo apprezzare la sua straordinaria originalità e la sua perenne rilevanza.
La genesi del Cantico si colloca in un periodo cruciale della vita di San Francesco. Verso la fine della sua esistenza, provato dalla malattia e dalle difficoltà interne all'Ordine, Francesco si ritira in un eremo presso San Damiano. È qui, in un momento di profonda crisi personale, che compone il Cantico, un inno di lode al Creatore che sgorga direttamente dal suo cuore ferito ma ancora capace di una gioia incontenibile.
Lungi dall'essere un semplice componimento poetico, il Cantico rappresenta una vera e propria rivoluzione spirituale. Francesco, abbandonando il linguaggio dotto e raffinato della teologia scolastica, si rivolge direttamente al popolo, utilizzando un volgare umbro ricco di immagini vivide e concrete. In questo modo, rende accessibile a tutti la sua visione del mondo, una visione in cui ogni creatura, dal sole alla luna, dal vento all'acqua, dal fuoco alla terra, è vista come un segno della presenza di Dio e come un invito alla lode e alla gratitudine.
La scelta di un linguaggio semplice e popolare non è casuale. Francesco, consapevole della distanza che separa il popolo dalla Chiesa e dalla cultura ufficiale, desidera comunicare il suo messaggio in modo diretto ed efficace. Vuole che tutti, anche i più umili e i più semplici, possano comprendere la bellezza e la grandezza del creato e sentirsi parte di un'unica famiglia, unita dall'amore di Dio.
Un Inno alla Fratellanza Universale
Il Cantico non è solo un inno di lode a Dio, ma anche un'esaltazione della fratellanza universale. Francesco, riconoscendo in ogni creatura un riflesso del Creatore, le attribuisce un valore intrinseco e la considera degna di rispetto e di amore. Il sole diventa "frate sole", la luna "sora luna", il vento "frate vento", l'acqua "sora acqua", il fuoco "frate focu", la terra "sora nostra madre terra". Questa personificazione delle creature non è un semplice espediente retorico, ma esprime una profonda convinzione: tutte le creature sono legate tra loro da un vincolo di parentela spirituale e sono chiamate a vivere in armonia e in pace.
Questa visione della fratellanza universale si estende anche agli uomini, compresi quelli che soffrono e che perdonano. Francesco loda "quelli che perdonano per lo tuo amore, et sostengono infirmitate et tribulatione", riconoscendo in loro un esempio di virtù e di fedeltà a Dio. In questo modo, il Cantico si trasforma in un invito alla misericordia e alla compassione, un invito a considerare il prossimo come un fratello e a condividere con lui le gioie e le sofferenze della vita.
Il Cantico culmina con una lode alla "sora nostra morte corporale", un riconoscimento della caducità della vita umana e della necessità di prepararsi all'incontro con Dio. Tuttavia, questa accettazione della morte non è intrisa di tristezza o di disperazione. Francesco, consapevole della promessa della vita eterna, guarda alla morte come a un passaggio verso una realtà più alta e più piena. Per questo, esorta i suoi fratelli a "laudare et benedicete mi' Signore et ringratiate et servitelo cum grande humilitate", invitandoli a vivere ogni momento della loro esistenza in un atteggiamento di gratitudine e di servizio.
L'analisi del testo rivela una struttura ben definita, un'architettura pensata per condurre il lettore, o meglio, l'ascoltatore, attraverso un percorso di lode che ascende gradualmente verso l'Altissimo. Si può individuare una progressione che va dalla contemplazione delle creature celesti, come il sole e la luna, alla lode degli elementi naturali, come il vento, l'aria, l'acqua e il fuoco, per giungere infine alla lode della terra e degli uomini, in particolare di coloro che perdonano e soffrono.
L'Influenza delle Fonti Bibliche
L'influenza delle fonti bibliche sul Cantico è innegabile. Numerosi studiosi hanno evidenziato la presenza di echi e di richiami a diversi passi dell'Antico e del Nuovo Testamento, in particolare ai Salmi, al libro della Genesi, al libro di Daniele e al Vangelo di Matteo. Questi riferimenti biblici non sono semplici citazioni, ma testimoniano la profonda conoscenza che Francesco aveva delle Sacre Scritture e la sua capacità di reinterpretare il messaggio biblico alla luce della sua esperienza spirituale.
Ad esempio, la lode del sole e della luna richiama il Salmo 148, che invita tutte le creature celesti a lodare il Signore. La lode del vento e dell'acqua richiama il libro di Daniele, che narra la storia dei tre giovani ebrei gettati nella fornace ardente, i quali, miracolosamente salvati, intonano un inno di lode a Dio. La lode della terra richiama il libro della Genesi, che descrive la creazione del mondo e la benedizione di Dio sulla terra e sui suoi abitanti.
Tuttavia, l'originalità del Cantico risiede nella sua capacità di superare le fonti bibliche e di proporre una visione nuova e personale del rapporto tra Dio e il creato. Francesco non si limita a ripetere le parole della Bibbia, ma le riempie di un nuovo significato, attingendo alla sua esperienza di uomo che ha scoperto la bellezza e la bontà di Dio in ogni creatura.
Oltre alle fonti bibliche, il Cantico risente anche dell'influenza della cultura medievale. In particolare, è possibile individuare echi della filosofia neoplatonica, che considerava il mondo come un'emanazione della divinità e attribuiva un valore simbolico alle diverse creature. Questa influenza si manifesta nella concezione del sole e della luna come simboli della luce divina e nella valorizzazione della bellezza e dell'armonia del creato.
Tuttavia, anche in questo caso, Francesco si distingue per la sua originalità. Pur accogliendo alcuni elementi della cultura medievale, li trasforma e li integra in una visione del mondo che è profondamente radicata nella sua esperienza spirituale. In questo modo, il Cantico si configura come un'opera unica e irripetibile, capace di parlare al cuore di ogni uomo, al di là dei tempi e delle culture.
Un Messaggio di Speranza e di Rinascita
Il Cantico delle Creature continua a risuonare con forza anche nel nostro tempo, offrendoci un messaggio di speranza e di rinascita. In un'epoca segnata dalla crisi ecologica e dalla perdita dei valori spirituali, il Cantico ci invita a riscoprire la bellezza e la sacralità del creato, a riconoscere il nostro legame con tutte le creature e a vivere in armonia con la natura e con i nostri simili.
Ci ricorda che la vera felicità non si trova nel possesso dei beni materiali, ma nella contemplazione della bellezza del creato e nel servizio al prossimo. Ci invita a vivere in modo semplice e sobrio, rispettando l'ambiente e condividendo le risorse della terra con tutti. Ci esorta a perdonare i nostri nemici, a sostenere i deboli e a consolare gli afflitti.
In definitiva, il Cantico ci offre un modello di vita che è al tempo stesso profondamente umano e profondamente divino. Un modello di vita che si basa sull'amore, sulla gratitudine, sul rispetto e sulla compassione. Un modello di vita che può trasformare il nostro mondo e renderlo un luogo più giusto, più fraterno e più bello.
Il messaggio del Cantico è un messaggio di speranza, un invito a guardare al futuro con fiducia e a credere nella possibilità di un mondo migliore. Un mondo in cui l'uomo e la natura vivano in armonia, in cui la giustizia e la pace regnino sovrane e in cui l'amore di Dio sia la fonte di ogni gioia e di ogni consolazione.









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