Storia Di Un Impiegato Significato

"Storia di un Impiegato" di Fabrizio De André è molto più di un semplice album musicale; è un'immersione profonda nella psiche umana, un'analisi sociale acuta e un'opera d'arte complessa che continua a risuonare con forza a distanza di decenni dalla sua pubblicazione. La nostra analisi, frutto di ricerche approfondite e di un'attenta contestualizzazione storica, mira a svelare le molteplici sfaccettature di questo capolavoro.
L'album, pubblicato nel 1973, segna un punto di svolta nella carriera di De André, abbandonando in parte le narrazioni più liriche e intimiste per abbracciare un approccio più narrativo e politicamente impegnato. La storia, come suggerisce il titolo, è quella di un impiegato anonimo, un uomo comune intrappolato nella routine alienante del lavoro e nella frustrazione esistenziale. La sua vita monotona è improvvisamente interrotta da un evento traumatico: un attentato anarchico a una banca, che lo porta a una radicale presa di coscienza.
L'impiegato, inizialmente spettatore passivo, si trasforma gradualmente in un attivista, un ribelle che cerca di dare un senso alla propria esistenza attraverso l'azione rivoluzionaria. Questo percorso di trasformazione è il fulcro dell'album, e De André lo esplora con una sensibilità e una profondità psicologica notevoli. Non si tratta di una glorificazione della violenza o dell'anarchia, ma piuttosto di una riflessione sulle motivazioni che spingono un individuo a ribellarsi contro un sistema che percepisce come ingiusto e oppressivo.
La narrazione non è lineare, ma si sviluppa attraverso una serie di quadri, di scene che illustrano i diversi stadi del percorso dell'impiegato. De André utilizza una varietà di stili musicali e di arrangiamenti per creare un'atmosfera sonora che riflette le diverse emozioni e i diversi momenti della storia. Dalle ballate più malinconiche ai brani più energici e rockeggianti, la musica accompagna e amplifica il significato delle parole, creando un'esperienza emotiva intensa e coinvolgente.
Uno degli aspetti più interessanti di "Storia di un Impiegato" è la sua capacità di affrontare temi complessi e controversi senza cadere in facili semplificazioni o giudizi morali. De André non condanna né assolve il protagonista, ma si limita a raccontare la sua storia, a mostrare le sue contraddizioni, le sue debolezze e le sue aspirazioni. In questo modo, l'album invita l'ascoltatore a riflettere sulla propria condizione esistenziale, sulle proprie responsabilità e sulle proprie scelte.
I Temi Chiave: Alienazione, Rivoluzione, e Libertà
Al centro di "Storia di un Impiegato" troviamo una serie di temi interconnessi che riflettono le preoccupazioni e le tensioni della società dell'epoca, ma che conservano una sorprendente attualità. L'alienazione, intesa come la perdita del senso di sé e del proprio ruolo nel mondo, è uno dei leitmotiv dell'album. L'impiegato si sente estraneo alla propria vita, intrappolato in una routine che lo svuota di significato. Il lavoro, che dovrebbe essere una fonte di realizzazione, diventa invece un'esperienza alienante, un'attività ripetitiva e priva di valore.
La rivoluzione, intesa come un tentativo di sovvertire l'ordine costituito e di creare una società più giusta e libera, è un altro tema centrale. De André non offre una visione univoca della rivoluzione, ma ne esplora le diverse facce, le diverse motivazioni e le diverse conseguenze. La rivoluzione può essere un atto di ribellione contro l'oppressione, ma può anche degenerare in violenza e terrore. L'impiegato, inizialmente animato da ideali nobili, si confronta con la realtà brutale della lotta armata e con le sue implicazioni morali.
La libertà, intesa come la possibilità di autodeterminarsi e di vivere secondo i propri valori, è l'aspirazione ultima del protagonista. L'impiegato cerca la libertà dalla routine, dalla sottomissione, dalla paura. La sua ribellione è un tentativo di affermare la propria individualità, di riappropriarsi della propria vita. Tuttavia, la libertà non è un bene facile da conquistare. L'impiegato si scontra con i limiti della propria condizione umana, con le contraddizioni della propria anima.
L'album è ricco di simbolismi e di metafore che arricchiscono il significato della narrazione. La banca, ad esempio, rappresenta il potere economico e finanziario, la struttura che opprime e aliena l'individuo. L'attentato anarchico è un atto di ribellione contro questo potere, un tentativo di distruggere il simbolo dell'oppressione. La prigione, dove l'impiegato finisce rinchiuso, rappresenta la perdita della libertà, la repressione del dissenso.
Le figure femminili dell'album, pur marginali, sono significative. La moglie dell'impiegato rappresenta la normalità, la quotidianità, la vita borghese. La prostituta, invece, rappresenta la libertà sessuale, la trasgressione, la marginalità. Entrambe le figure sono oggetto di desiderio e di frustrazione per il protagonista, che le vede come simboli di una vita che non riesce a raggiungere.
Analisi Musicale e Stilistica
Dal punto di vista musicale, "Storia di un Impiegato" è un album eclettico e sperimentale, che mescola diverse influenze e diversi generi. De André utilizza una varietà di strumenti, dagli archi alla chitarra elettrica, creando un suono ricco e complesso. Gli arrangiamenti sono curati nei minimi dettagli, con un'attenzione particolare alla dinamica e all'atmosfera.
Le melodie sono spesso malinconiche e evocative, riflettendo lo stato d'animo del protagonista. I ritmi sono vari, dalle ballate lente ai brani più vivaci e incalzanti. De André utilizza spesso il parlato-cantato, alternando momenti di canto vero e proprio a momenti di recitazione, creando un effetto di narrazione realistica e coinvolgente.
Dal punto di vista stilistico, l'album è caratterizzato da un linguaggio poetico e ricercato, ricco di metafore e di immagini evocative. De André utilizza un vocabolario colto e raffinato, ma sa anche utilizzare un linguaggio più colloquiale e diretto, per rendere più credibili e autentici i personaggi.
Le rime sono spesso irregolari, ma sempre funzionali al significato del testo. De André utilizza spesso l'ironia e il sarcasmo per criticare la società e i suoi costumi. L'album è ricco di citazioni letterarie e filosofiche, che testimoniano la cultura e la profondità di pensiero dell'autore.
L'Eredità e l'Influenza dell'Album
"Storia di un Impiegato" ha avuto un impatto significativo sulla musica italiana e sulla cultura popolare. L'album ha contribuito a definire il genere della canzone d'autore, influenzando numerosi artisti e musicisti. Le canzoni dell'album sono state reinterpretate da numerosi interpreti e sono diventate dei classici della musica italiana.
L'album ha suscitato un ampio dibattito sulla politica, sulla società e sulla condizione umana. I temi affrontati nell'album sono ancora attuali e continuano a stimolare la riflessione e la discussione. "Storia di un Impiegato" è un'opera d'arte che ha saputo superare le barriere del tempo e dello spazio, conservando intatta la sua forza e la sua attualità.
L'analisi dettagliata di ogni singolo brano richiederebbe un'ulteriore approfondimento, ma possiamo evidenziare come ciascuna canzone contribuisca a dipingere un quadro completo e sfaccettato della vicenda. "Introduzione" pone le basi della narrazione, preparando l'ascoltatore al viaggio che sta per intraprendere. "La bomba in testa" descrive il momento della presa di coscienza dell'impiegato, l'esplosione che sconvolge la sua routine. "L'attentato" racconta l'atto di ribellione, l'azione violenta che segna il punto di non ritorno. "Via della povertà" descrive la realtà delle periferie, la miseria e la disperazione che alimentano la rivolta. "Verranno a chiederti del nostro amore" è una ballata malinconica che riflette sulla fragilità dei sentimenti e sulla difficoltà di costruire relazioni significative in un contesto di violenza e di conflitto. "La canzone del Maggio" è un inno alla libertà, un invito alla ribellione. "Sogno numero due" è un momento di introspezione, una riflessione sulla condizione umana e sulla ricerca del significato della vita. "Il bombarolo" è un ritratto del protagonista, un'analisi delle sue motivazioni e delle sue contraddizioni. "Il giudice" è una critica al potere giudiziario, alla sua ipocrisia e alla sua incapacità di comprendere la complessità della realtà umana. "Canzone del padre" è un dialogo immaginario tra l'impiegato e suo padre, un confronto tra due generazioni e due visioni del mondo. "Storia di un impiegato" (la canzone omonima all'album) è il culmine della narrazione, il momento in cui l'impiegato si confronta con le conseguenze delle sue azioni e con il proprio destino.
In conclusione, "Storia di un Impiegato" è un album complesso e stratificato, che offre molteplici livelli di lettura e interpretazione. È un'opera d'arte che merita di essere ascoltata e analizzata con attenzione, per apprezzarne appieno la profondità e la ricchezza. Il suo valore risiede nella capacità di porre domande scomode, di stimolare il pensiero critico e di invitare l'ascoltatore a riflettere sulla propria esistenza e sul proprio ruolo nel mondo. L'album rappresenta una testimonianza preziosa di un'epoca, ma anche un'opera che continua a parlare al presente, offrendo spunti di riflessione e di ispirazione per il futuro.









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