Signore Tu Mi Scruti E Mi Conosci Salmo

Ah, "Signore, tu mi scruti e mi conosci," il Salmo 139 (o 138 secondo la numerazione greca), un capolavoro assoluto! Parliamone un po', perché c'è una miniera di tesori nascosta tra le sue righe.
È un salmo di Davide, lo sappiamo, un salmo che trasuda intimità con Dio. Davide non si limita a lodare la potenza divina, ma si immerge nella consapevolezza di essere completamente, in ogni istante, sotto lo sguardo penetrante, amoroso, onnisciente del Signore.
Davide parte subito, senza giri di parole, affermando che Dio lo scruta e lo conosce. Non è una conoscenza superficiale, no! È una conoscenza profonda, che va oltre le apparenze. Dio conosce il suo sedersi e il suo alzarsi, capisce i suoi pensieri da lontano, scruta il suo cammino e il suo riposo. Non c'è un angolo della vita di Davide che sfugga allo sguardo divino. E questo, invece di spaventare, lo riempie di meraviglia.
Poi si addentra nell'ambito della parola. Ancor prima che una parola giunga alla sua lingua, ecco, Signore, tu già la conosci tutta! Che cosa significa? Che Dio non solo conosce le parole che pronunciamo, ma anche le intenzioni, le motivazioni, i pensieri che le generano. Conosce il nostro cuore, il nostro intimo.
E Davide prosegue descrivendo questa presenza avvolgente di Dio: "Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano." Un'immagine potente, no? Dio è come uno scudo che lo protegge, una mano che lo guida. Non è solo un osservatore distante, ma un compagno di viaggio presente e attivo nella sua vita. Questa conoscenza di Dio è meravigliosa per Davide, troppo alta per essere compresa appieno dalla sua mente.
L'onnipresenza Divina: Un Viaggio nell'Impossibile Fuga
Davide si pone poi una domanda fondamentale: dove posso andare lontano dal tuo spirito? Dove posso fuggire dal tuo volto? E la risposta è, ovviamente, da nessuna parte! Se salgo in cielo, tu sei lì; se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.
Che immagine suggestiva! Anche nel luogo più remoto, nel profondo degli abissi o nell'altezza dei cieli, Dio è presente. Non c'è un angolo dell'universo che sfugga alla sua presenza. E questa onnipresenza divina non è percepita come una minaccia, ma come una promessa di protezione, di guida, di amore incondizionato.
E se Davide pensasse di nascondersi nelle tenebre? Neanche lì troverebbe scampo. Perché le tenebre non sono tenebre per te e la notte è luminosa come il giorno; per te le tenebre sono come luce. Che poesia, che verità! Dio trascende le nostre categorie di spazio e di tempo, di luce e di oscurità. La sua presenza è costante, ovunque e sempre.
La Creazione: Un Miracolo di Intimità
Qui entriamo in un territorio ancora più profondo, quello della creazione. Davide medita sulla sua stessa origine, sul miracolo della vita. Tu hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché sono stato fatto in modo stupendo: meravigliose sono le tue opere, e la mia anima lo sa molto bene.
Davide non si limita ad ammirare la bellezza del creato, ma si concentra sulla sua stessa creazione, sul fatto di essere stato plasmato, tessuto, formato dalle mani sapienti di Dio. E lo fa con un senso di stupore, di gratitudine infinita. Sa che la sua esistenza è un dono, un miracolo voluto da Dio.
Le sue ossa non ti erano nascoste quando fui formato in segreto, intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi erano destinati, quando nessuno d'essi era sorto.
Questo è un passo particolarmente toccante. Davide immagina il suo sviluppo nel grembo materno come un processo segreto, misterioso, ma allo stesso tempo sotto lo sguardo attento e amorevole di Dio. Ogni cellula, ogni organo, ogni fibra del suo essere è stata plasmata da Dio. E non solo il suo corpo, ma anche il suo destino. Nel libro di Dio erano già scritti tutti i suoi giorni, prima ancora che uno solo di essi avesse avuto inizio.
I Pensieri di Dio: Un Abisso di Sapienza
Davide si interroga poi sulla natura dei pensieri di Dio: Quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri, o Dio! Quanto è grande il loro numero! Se li voglio contare, sono più numerosi della sabbia; quando mi risveglio sono ancora con te.
Davide è sopraffatto dalla consapevolezza dell'immensità dei pensieri di Dio, della sua sapienza infinita. Non riesce a comprenderli appieno, a contarli, ma sa che sono preziosi, che sono fonte di vita e di verità. E si sente consolato dalla certezza che, anche quando si risveglia, i pensieri di Dio sono ancora con lui, lo accompagnano nel suo cammino.
Davide, con la sua consueta passione, esprime poi un desiderio di giustizia: Se tu uccidessi gli empi, o Dio! Allontanatevi da me, uomini sanguinari! Essi parlano contro di te con pensieri malvagi e i tuoi nemici pronunciano il tuo nome invano. Non odio forse, o Signore, quelli che ti odiano e detesto quelli che insorgono contro di te? Li detesto con odio implacabile; li considero miei nemici.
Questo è un passaggio che può sembrare problematico a una lettura superficiale. Ma bisogna interpretarlo nel contesto dell'epoca e della mentalità di Davide. Davide non sta auspicando una vendetta personale, ma sta esprimendo il suo desiderio di giustizia, la sua avversione per il male e per coloro che si oppongono a Dio. Il suo è un grido di dolore per l'ingiustizia e per la sofferenza che il peccato provoca nel mondo.
Un Appello Finale: Sondami, O Dio
Il salmo si conclude con una supplica accorata: "Sondami, o Dio, e conosci il mio cuore; provami e conosci i miei pensieri. Vedi se c'è in me una via di perversità e guidami per la via eterna."
Davide non si accontenta di essere conosciuto da Dio, ma lo supplica di sondarlo, di provarlo, di scavare nel profondo del suo cuore per smascherare ogni via di perversità, ogni pensiero impuro, ogni intenzione malvagia. Vuole essere guidato da Dio sulla via eterna, sulla via della giustizia, della santità, dell'amore.
È un appello che possiamo fare nostro, un invito a lasciarci scrutare da Dio, a non nascondergli nulla, a permettergli di purificare il nostro cuore e di guidarci verso la pienezza della vita.
"Signore, tu mi scruti e mi conosci," è un salmo che ci invita a contemplare la grandezza e la misericordia di Dio, a riconoscere la sua presenza costante nella nostra vita, a lasciarci plasmare dal suo amore. Un salmo che ci ricorda che non siamo soli, che siamo amati e conosciuti da un Dio che ci ha creati a sua immagine e somiglianza e che desidera la nostra felicità eterna. Spero che questa "chiacchierata" ti sia piaciuta! È un salmo talmente ricco che si potrebbe parlarne per ore. Magari lo faremo un'altra volta!








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