Si Puo Fare La Comunione 2 Volte In Un Giorno

Nella sacra disciplina della Chiesa Cattolica, la questione della possibilità di ricevere la Santa Comunione più di una volta nello stesso giorno merita una disamina accurata e dettagliata. Il presente trattato si propone di offrire un'esposizione completa e definitiva, basata sulle fonti canoniche e teologiche più autorevoli.
La norma generale, sancita dal Codice di Diritto Canonico, prevede che un fedele possa ricevere la Santissima Eucaristia non più di una volta al giorno (Can. 917). Questa disposizione riflette il profondo rispetto e la venerazione dovuti al Sacramento dell'Altare, il "culmine e la fonte" della vita cristiana, come affermato dal Concilio Vaticano II (Lumen Gentium, 11). L'Eucaristia, in quanto memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo, e in quanto reale presenza del Suo Corpo e Sangue, anima, e divinità, esige una preparazione spirituale adeguata e un atteggiamento di profonda riverenza.
La limitazione ad una sola Comunione quotidiana mira a proteggere la dignità del Sacramento e a prevenire un'eventuale banalizzazione della pratica eucaristica. La Chiesa, con la sua sapienza millenaria, ha sempre cercato di equilibrare la generosità nell'offerta della Grazia divina con la necessità di salvaguardare il carattere sacro dei suoi riti.
Tuttavia, accanto a questa norma generale, il diritto canonico prevede alcune eccezioni ben definite, che consentono di ricevere la Comunione anche una seconda volta nello stesso giorno. Queste eccezioni, lungi dal contraddire il principio fondamentale, ne rappresentano una sua precisa applicazione in circostanze particolari.
Le Eccezioni alla Norma Generale
Il Canone 921, §2 del Codice di Diritto Canonico afferma: "Anche in pericolo di morte, si raccomanda vivamente ai fedeli di ricevere la santa Comunione; tuttavia, se già l'hanno ricevuta nello stesso giorno, non la ricevano di nuovo, a meno che non la ricevano in forma di Viatico". Questa disposizione introduce un'eccezione significativa, legata alla condizione di pericolo di morte.
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Il Viatico: Il Viatico, ovvero l'Eucaristia data al fedele in punto di morte, rappresenta un'eccezione alla regola generale. Il termine "Viatico" deriva dal latino "via", e indica il "cibo per il viaggio", ovvero il nutrimento spirituale necessario per affrontare il passaggio dalla vita terrena alla vita eterna. La Chiesa considera il Viatico di importanza capitale per i moribondi, in quanto rappresenta l'ultima possibilità di ricevere la Grazia sacramentale e di unirsi intimamente a Cristo prima di comparire al Suo cospetto. Pertanto, anche se un fedele ha già ricevuto la Comunione nello stesso giorno, può e deve ricevere il Viatico se si trova in pericolo di morte. La precedenza data al Viatico sottolinea la sollecitudine pastorale della Chiesa nei confronti dei suoi figli nel momento del trapasso.
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La Partecipazione a Più Celebrazioni Eucaristiche: Un'altra eccezione è delineata nel Canone 917, il quale precisa ulteriormente le circostanze in cui è ammessa una seconda Comunione nello stesso giorno. Il canone stabilisce che un fedele "può ricevere di nuovo la santissima Eucaristia soltanto entro la celebrazione eucaristica alla quale partecipa". Questa formulazione, apparentemente semplice, racchiude in sé una importante precisazione. Non è sufficiente assistere passivamente ad una seconda Messa per poter ricevere nuovamente la Comunione. È necessario "partecipare" attivamente alla celebrazione. La partecipazione non si limita alla mera presenza fisica, ma implica un coinvolgimento interiore, una partecipazione consapevole e attiva alla liturgia. Questo significa unirsi alle preghiere, ai canti, alle letture e, soprattutto, offrire insieme al sacerdote il sacrificio eucaristico. L'accento posto sulla "partecipazione" evidenzia la dimensione comunitaria e attiva della fede cristiana. La Comunione, infatti, non è un atto puramente individuale, ma un gesto che ci unisce a Cristo e ai nostri fratelli nella fede.
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La Giusta Causa: Sebbene non esplicitamente menzionata in un singolo canone, la prassi e la teologia morale cattolica ammettono implicitamente la possibilità di ricevere la Comunione una seconda volta nel giorno in presenza di una "giusta causa". Questa espressione, volutamente ampia, include una varietà di situazioni nelle quali un diniego della Comunione potrebbe apparire eccessivamente rigoroso e non in linea con lo spirito di carità evangelica. Esempi di "giusta causa" potrebbero includere: la partecipazione ad un matrimonio o ad un funerale di un familiare stretto, la celebrazione di un anniversario particolarmente significativo nella vita di una comunità religiosa, o la necessità di ricevere conforto spirituale in un momento di particolare difficoltà personale. In questi casi, spetta al discernimento del sacerdote o del direttore spirituale valutare la sussistenza della "giusta causa" e concedere, se opportuno, il permesso di ricevere la Comunione una seconda volta. È importante sottolineare che l'invocazione della "giusta causa" non deve diventare un pretesto per banalizzare la disciplina eucaristica. Richiede un'attenta riflessione e un sincero desiderio di accostarsi al Sacramento con fede e riverenza.
Implicazioni Pratiche e Consigli Pastorali
Alla luce delle disposizioni canoniche e delle considerazioni teologiche esposte, è possibile trarre alcune conclusioni pratiche e offrire alcuni consigli pastorali utili per una corretta comprensione e applicazione della norma relativa alla possibilità di ricevere la Comunione più di una volta al giorno.
In primo luogo, è fondamentale che i fedeli siano adeguatamente informati sulla disciplina eucaristica. Una corretta catechesi, che spieghi il significato profondo del Sacramento e le ragioni che sottendono alle norme canoniche, contribuisce a promuovere una partecipazione consapevole e responsabile alla vita sacramentale della Chiesa.
In secondo luogo, è importante evitare un approccio eccessivamente legalistico alla questione. La disciplina eucaristica non deve essere percepita come un insieme di divieti e restrizioni, ma come un aiuto per vivere in modo più autentico il mistero dell'Eucaristia. Il sacerdote, in particolare, deve esercitare il suo ministero con prudenza e discernimento, tenendo conto delle circostanze specifiche di ogni persona e cercando sempre il bene spirituale dei fedeli.
In terzo luogo, è necessario promuovere una spiritualità eucaristica che valorizzi l'importanza della preparazione alla Comunione. Prima di accostarsi all'Altare, è opportuno dedicare un momento alla preghiera, alla riflessione e all'esame di coscienza. Un atteggiamento di umiltà e contrizione favorisce un incontro più profondo con Cristo nell'Eucaristia.
Il Ruolo del Sacerdote
Il sacerdote svolge un ruolo cruciale nell'applicazione della disciplina eucaristica. Egli è, in quanto ministro del Sacramento, il custode della Tradizione e il garante della corretta celebrazione dei riti. È suo compito informare i fedeli sulle norme canoniche, chiarire eventuali dubbi e rispondere alle loro domande. Spetta a lui valutare le situazioni particolari e prendere decisioni sagge e prudenti, sempre nel rispetto del diritto canonico e nel desiderio di promuovere il bene spirituale dei fedeli.
In caso di dubbi o incertezze, il sacerdote può consultare il proprio Vescovo o rivolgersi a esperti di diritto canonico. La prudenza e la competenza sono essenziali per evitare interpretazioni errate o applicazioni arbitrarie della disciplina eucaristica.
La questione della possibilità di ricevere la Comunione più di una volta al giorno non è un tema marginale o secondario. Essa tocca il cuore della vita sacramentale della Chiesa e interpella la responsabilità di ogni fedele. Una corretta comprensione della norma canonica, unita ad una profonda spiritualità eucaristica, contribuisce a rendere la nostra partecipazione alla Messa un incontro sempre più intimo e trasformativo con il Signore Gesù. Un incontro che ci nutre, ci fortifica e ci invia ad essere testimoni del Suo amore nel mondo.







