Quanti Erano Gli Apostoli Di Gesù

Comprendere appieno le fondamenta della fede cristiana richiede un'indagine accurata e ponderata sulle figure che hanno avuto un ruolo cruciale nella sua diffusione iniziale. Tra queste figure, gli Apostoli occupano una posizione di preminenza assoluta. Essi furono scelti personalmente da Gesù Cristo, testimoni diretti della Sua vita, dei Suoi miracoli, del Suo insegnamento e, soprattutto, della Sua risurrezione. Pertanto, la questione di quanti fossero gli Apostoli di Gesù non è una mera curiosità storica, ma un'indagine fondamentale per la comprensione del cristianesimo.

La risposta, che risuona con forza attraverso i secoli di tradizione e Scrittura, è inequivocabile: gli Apostoli di Gesù erano dodici. Questo numero non è arbitrario; esso riflette una profonda simbologia legata alle dodici tribù d'Israele, prefigurando la restaurazione e il rinnovamento del popolo di Dio attraverso la figura di Cristo.

I nomi dei Dodici Apostoli ci sono tramandati con cura dai Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) e dagli Atti degli Apostoli. Sebbene l'ordine di presentazione possa variare leggermente, l'elenco rimane sostanzialmente coerente, testimoniando l'importanza di questi individui nella storia della salvezza.

I Dodici sono:

Simone, chiamato Pietro, e suo fratello Andrea. Entrambi pescatori di Betsaida, furono tra i primi ad essere chiamati da Gesù. La loro immediata risposta alla chiamata ("Lasciate le reti, lo seguirono") rappresenta un esempio paradigmatico di fede e discepolato. Pietro, in particolare, assunse un ruolo di leadership tra gli Apostoli, riconosciuto come la "pietra" su cui Cristo avrebbe edificato la Sua Chiesa.
Giacomo, figlio di Zebedeo, e suo fratello Giovanni. Con Pietro, formavano un nucleo ristretto di discepoli, presenti in momenti cruciali della vita di Gesù, come la Trasfigurazione e l'agonia nel Getsemani. Giovanni è tradizionalmente identificato come l'autore del Vangelo che porta il suo nome, nonché delle tre Epistole di Giovanni e del libro dell'Apocalisse.
Filippo, originario di Betsaida. Fu lui a presentare Natanaele a Gesù, pronunciando la celebre frase: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i profeti: Gesù, figlio di Giuseppe, da Nazaret".
Bartolomeo, spesso identificato con Natanaele. Gesù, vedendolo venire verso di sé, disse: "Ecco un vero Israelita, nel quale non c'è falsità".
Tommaso, soprannominato Didimo. È noto per la sua iniziale incredulità nella risurrezione di Gesù, che superò solo dopo aver toccato le Sue ferite. La sua professione di fede ("Mio Signore e mio Dio!") è una delle più solenni del Nuovo Testamento.
Matteo, il pubblicano. La sua chiamata al discepolato, mentre era seduto al banco delle imposte, scandalizzò molti, ma dimostrò l'amore e la misericordia di Gesù verso tutti, inclusi i peccatori. Tradizionalmente, gli viene attribuita la paternità del Vangelo secondo Matteo.
Giacomo, figlio di Alfeo. Di lui si sa poco oltre il suo nome.
Taddeo, chiamato anche Giuda, figlio di Giacomo. Per distinguerlo da Giuda Iscariota.
Simone lo Zelota. Apparteneva al movimento degli Zeloti, un gruppo nazionalista ebraico che si opponeva al dominio romano.
Giuda Iscariota. Tragicamente, è noto per aver tradito Gesù per trenta denari. Il suo tradimento rappresenta uno dei momenti più dolorosi della Passione di Cristo. Dopo il suo suicidio, fu sostituito da Mattia.

L'importanza del Collegio Apostolico

Il collegio apostolico non fu un semplice gruppo di seguaci, ma un'istituzione voluta da Gesù per perpetuare la Sua opera dopo la Sua ascensione al cielo. La loro autorità derivava direttamente da Cristo, che li investì del potere di insegnare, guarire e battezzare nel Suo nome. Gli Atti degli Apostoli descrivono la loro opera missionaria, la loro predicazione del Vangelo e la loro fondazione di comunità cristiane in tutto il mondo allora conosciuto.

La loro testimonianza è fondamentale per la fede cristiana. Essi furono testimoni oculari della vita, della morte e della risurrezione di Gesù, e la loro predicazione, basata sulla loro esperienza diretta, costituisce il fondamento della dottrina cristiana. Le loro lettere, incluse nel Nuovo Testamento, offrono un'interpretazione autorevole del Vangelo e una guida per la vita cristiana.

La Sostituzione di Giuda Iscariota

Dopo il tradimento e la morte di Giuda Iscariota, i rimanenti undici Apostoli si riunirono per scegliere un sostituto. Questo atto dimostra l'importanza che attribuivano alla completezza del collegio apostolico. La scelta cadde su Mattia, che era stato un discepolo di Gesù fin dal principio e aveva assistito alla Sua risurrezione. La sua elezione, tramite sorteggio, fu un atto di affidamento alla volontà divina.

L'evento della sostituzione di Giuda Iscariota evidenzia la natura istituzionale del collegio apostolico e la sua importanza per la continuità della missione di Cristo. Mattia, pur non essendo stato scelto direttamente da Gesù durante la Sua vita terrena, fu riconosciuto come un legittimo successore di Giuda Iscariota e integrato nel collegio apostolico.

La memoria dei Dodici Apostoli, quindi, non è solo un fatto storico, ma un elemento vitale della fede cristiana. La loro testimonianza, il loro insegnamento e il loro esempio continuano a ispirare e guidare i credenti di ogni tempo. Essi sono le colonne portanti della Chiesa, i testimoni privilegiati della risurrezione di Cristo, i fondatori della fede che ha trasformato il mondo. Ricordare il loro numero e i loro nomi significa onorare il loro ruolo essenziale nella storia della salvezza.