Quando Ero Giovane Mia Madre Nascondeva Sempre

Ah, "Quando Ero Giovane Mia Madre Nascondeva Sempre"... solo a pensarci, mi si apre un mondo di ricordi. Credetemi, ho scavato a fondo, ho parlato con chi c'era, ho analizzato ogni piccolo dettaglio. La verità, come la sveleremo, è più complessa e sfaccettata di quanto si possa immaginare. Pronti per un viaggio nel tempo e nella memoria?
Mia madre, una donna dal cuore grande e dalle mani sempre indaffarate, aveva questo... vezzo. Questa abitudine, chiamiamola così, di nascondere. Non parliamo di segreti inconfessabili o di tesori sepolti, no. Parliamo di cose semplici, oggetti di uso quotidiano, piccole gioie che sparivano dalla vista per poi ricomparire, chissà quando, con un tempismo che a me, da bambino, sembrava quasi magico.
Ricordo vividamente i biscotti. Quei biscotti al burro, dalla forma perfetta e dal profumo inebriante, che lei sfornava con tanto amore. Non erano mai a portata di mano. Mai. Bisognava implorare, supplicare, offrire in cambio un'azione meritoria (di solito, sparecchiare la tavola senza protestare) per ottenerne uno. E non pensate di poter saccheggiare la dispensa di nascosto! Aveva occhi ovunque, la mia mamma. Sapeva sempre quando, dove e come avevamo osato avvicinarci al suo tesoro biscottato. Il "perché" di questa strategia, beh, lo scopriremo più avanti.
Poi c'erano i giocattoli "speciali". Non quelli con cui potevo giocare tutti i giorni, intendiamoci. Quelli erano lì, a disposizione, sparsi per la casa come piccole mine anti-noia. No, parlo di quelli che tirava fuori solo in occasioni particolari: quando c'era un ospite importante, quando ero malato, o, più raramente, quando semplicemente le andava di vedermi felice. Un trenino elettrico, una scatola di costruzioni vintage, una bambola di porcellana con un vestito di pizzo che, a dire il vero, mi faceva anche un po' paura. Questi oggetti vivevano una vita segreta, nascosti in armadi inaccessibili, in soffitte polverose, o, in alcuni casi, addirittura affidati alla custodia di qualche zia compiacente.
E che dire dei regali di Natale? Quella era una vera e propria arte, una performance degna di un illusionista. Mia madre passava settimane a preparare tutto, ad avvolgere i pacchetti con cura maniacale, ad assicurarsi che ogni nastro fosse perfettamente annodato. Ma dove li nascondesse, quello restava un mistero insondabile. Controllavo sotto il letto, dentro l'armadio, persino dietro il water (sì, lo so, ero un bambino disperato!). Niente. Nessuna traccia. I regali di Natale comparivano magicamente sotto l'albero la notte della vigilia, come se fossero stati depositati da Babbo Natale in persona. E, forse, nel mio cuore di bambino, un po' ci credevo davvero.
I Luoghi Segreti
Ma andiamo più nello specifico. Dove, esattamente, mia madre occultava questi oggetti del desiderio? Beh, qui si apre un capitolo interessante. La dispensa, ovviamente, era un luogo privilegiato. Ma non pensate alla solita dispensa ordinata e prevedibile. La sua era un labirinto di barattoli, scatole e contenitori di ogni forma e dimensione. I biscotti, ad esempio, potevano trovarsi dentro una vecchia scatola di latta del tè, nascosta dietro una pila di conserve di pomodoro. Oppure, in un vaso di vetro apparentemente pieno di fagioli secchi (solo apparentemente, ovviamente).
L'armadio della biancheria era un altro covo perfetto. Tra lenzuola profumate e asciugamani soffici, si nascondevano tesori inaspettati. Ricordo una volta, durante una partita a nascondino particolarmente animata, di aver scoperto una scatola piena di bottoni colorati, nascosta sotto una pila di tovaglie ricamate. Fu una scoperta epocale, che mi valse il titolo di "re degli esploratori" per almeno una settimana.
E poi c'era la soffitta. Un luogo oscuro, polveroso e pieno di ragnatele, che ai miei occhi di bambino appariva come un posto proibito e misterioso. Lì, tra vecchi mobili impolverati e scatoloni pieni di ricordi, si celavano i giocattoli "speciali". Ogni volta che mia madre mi portava su, per farmi "scegliere" un gioco, mi sentivo come un Indiana Jones in miniatura, alla ricerca di un tesoro perduto.
Ma il luogo più enigmatico di tutti era, senza dubbio, la borsa della spesa. Non quella che usava quotidianamente, ovviamente. Parlo di una borsa di vimini, un po' sformata e piena di buchi, che teneva appesa dietro la porta della cucina. Quella borsa era un vero e proprio pozzo senza fondo. Ci trovava di tutto: caramelle gommose, piccoli regalini, persino qualche banconota di piccolo taglio (che, ovviamente, non ho mai osato toccare). La borsa della spesa era un mistero irrisolvibile, un enigma che mi tormentava giorno e notte.
La Psicologia del Nascondiglio
Ora, cerchiamo di capire le ragioni dietro questo comportamento. Perché mia madre nascondeva sempre le cose? Era forse un modo per esercitare il suo potere genitoriale? Un tentativo di educarmi al valore delle cose? O, semplicemente, una sua piccola eccentricità?
Dopo anni di riflessioni e di indagini, sono giunto alla conclusione che, in realtà, c'erano un po' tutte queste ragioni. Da un lato, mia madre voleva insegnarmi a non dare nulla per scontato. Voleva farmi capire che le cose belle vanno meritate, che la felicità non è sempre a portata di mano, ma va cercata e conquistata. Nascondendo i biscotti, ad esempio, mi spingeva a comportarmi bene, ad aiutarla in casa, a guadagnarmi la sua approvazione.
Dall'altro lato, c'era anche un elemento di controllo. Mia madre era una donna molto precisa e ordinata, e non amava il caos. Nascondendo i giocattoli "speciali", evitava che la casa si trasformasse in un campo di battaglia, preservando un certo ordine e decoro. Inoltre, aveva anche un occhio di riguardo per la loro conservazione. Voleva che quei giocattoli durassero nel tempo, che potessero essere tramandati di generazione in generazione.
Ma, al di là di queste motivazioni razionali, credo che ci fosse anche un elemento di puro e semplice divertimento. Mia madre amava vedermi felice, e amava l'emozione della sorpresa. Nascondere le cose era un modo per creare un'attesa, per accrescere il mio desiderio, per rendere il momento della "scoperta" ancora più speciale.
Un Eredità Nascosta
Oggi, a distanza di anni, ripenso a quelle abitudini di mia madre con affetto e nostalgia. Quella sua mania di nascondere le cose, che da bambino mi irritava e mi frustrava, si è trasformata in un ricordo dolce e prezioso. Ho capito che, in fondo, mia madre non stava nascondendo solo oggetti. Stava nascondendo amore, affetto, attenzione. Stava creando un mondo di piccoli misteri e di grandi emozioni, che hanno segnato la mia infanzia e che continuano a vivere nel mio cuore.
E sapete una cosa? Anche io, a volte, mi ritrovo a nascondere le cose. Non lo faccio apposta, sia chiaro. È un'abitudine inconscia, un'eredità che mi ha lasciato mia madre. Nascondo i dolcetti per i miei nipoti, i regali di compleanno per i miei amici, persino qualche piccolo pensiero per la mia compagna. E ogni volta che lo faccio, mi sembra di sentire il profumo dei biscotti al burro, il rumore del trenino elettrico, il sorriso dolce di mia madre.
Forse, in fondo, tutti noi abbiamo bisogno di un po' di mistero e di sorpresa nella nostra vita. Forse, nascondere le cose è un modo per proteggere ciò che amiamo, per renderlo ancora più prezioso, per far sì che non svanisca mai nel dimenticatoio. E forse, la vera magia non sta tanto nel nascondere, quanto nel riscoprire. Nel ritrovare, inaspettatamente, un piccolo tesoro che ci fa sorridere e ci riporta indietro nel tempo, a quando eravamo bambini e il mondo era pieno di meraviglie.







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