Quando è Morto San Francesco D'assisi

Amici miei, avvicinatevi, sedetevi accanto a me. Permettetemi di condividere con voi un momento, un passaggio, un frammento di eternità che riguarda uno dei nostri fratelli più amati, Francesco d'Assisi.
Parleremo, come se camminassimo insieme nel Sacro Bosco, del suo addio terreno, un evento permeato di dolore, ma soprattutto di una gioia profonda, una gioia che trascende la comprensione immediata.
Ricordate, cari amici, che la storia di Francesco è intessuta di umiltà, di povertà, di amore per la Creazione. Ogni dettaglio, ogni momento della sua vita, dalla nascita alla morte, è un invito a spogliarsi del superfluo e a rivolgersi all'essenziale, a quel fuoco divino che arde in ognuno di noi.
La sua fine, quindi, non può essere vista semplicemente come un evento cronologico. È un passaggio, una trasformazione, un'ascesa verso quella Luce che aveva inseguito con tutto il suo cuore.
Ora, soffermiamoci sull'attimo in cui Francesco, provato nel corpo ma con lo spirito più acceso che mai, si congedò dal mondo.
Il periodo che precedette la sua morte fu segnato da sofferenze fisiche intense. Le stigmate, le piaghe di Cristo ricevute sul Monte della Verna, lo avevano segnato profondamente, rendendo il suo corpo fragile e vulnerabile. Ma la sua anima, alimentata dall'amore di Dio, resisteva con una forza inimmaginabile.
Negli ultimi mesi della sua vita, Francesco fu curato in diversi luoghi, cercando sollievo alle sue sofferenze. Si recò prima a San Damiano, dove Santa Chiara e le sue consorelle si presero cura di lui con affetto. Poi, per consiglio dei medici, fu trasferito a Fonte Colombo, vicino Rieti, per un intervento agli occhi. Infine, sentendo che la fine si avvicinava, desiderò tornare alla Porziuncola, il luogo a lui più caro, il cuore pulsante del suo Ordine.
Era l'autunno del 1226. L'aria si faceva frizzante, le foglie iniziavano a tingersi di colori caldi e malinconici. Sembrava che la natura stessa si preparasse ad accogliere il ritorno alla terra di uno dei suoi figli prediletti.
Fu dunque alla Porziuncola, circondato dai suoi confratelli, che Francesco visse i suoi ultimi giorni. Desiderò essere deposto nudo sulla nuda terra, come era solito fare, per accogliere la morte come una sorella.
Chiese che gli fosse letto il Vangelo secondo Giovanni, il racconto della Passione di Cristo. Voleva sentirsi partecipe, fino all'ultimo respiro, del sacrificio del suo Signore.
Ed è qui, amici miei, che entriamo nel cuore del mistero.
L'Esatto Momento e i Dettagli Intimi della Sua Partenza
Il 3 ottobre del 1226, al tramonto, Francesco chiuse gli occhi per l'ultima volta. L'ora precisa è avvolta nel silenzio rispettoso di chi assistette a quel momento sacro. Ma sappiamo che fu al tramonto, quando la luce del sole si fonde con l'ombra della notte, un simbolo potente della transizione dalla vita terrena a quella celeste.
Si dice che, al momento della sua morte, uno stormo di allodole si posò sul tetto della Porziuncola, intonando un canto gioioso. Le allodole, creature del cielo, sembravano annunciare l'arrivo di Francesco al suo vero Cielo.
Prima di spirare, Francesco benedì i suoi confratelli, affidandoli alla cura di Dio e invitandoli a perseverare nella via della povertà e dell'amore. Chiese anche che gli fosse tolto il saio, il suo abito semplice e umile, e che fosse restituito al fratello che glielo aveva prestato. Un gesto di estrema umiltà, un voler rendere conto fino all'ultimo di ogni cosa ricevuta.
Il suo corpo, segnato dalle stigmate e dalle sofferenze, fu vegliato dai suoi confratelli durante tutta la notte. La mattina seguente, fu portato in processione ad Assisi, dove fu sepolto nella chiesa di San Giorgio, la stessa dove aveva imparato a leggere da bambino.
La morte di Francesco non fu la fine, ma l'inizio. Fu l'inizio di un nuovo cammino, un cammino di santità e di imitazione di Cristo che ha ispirato milioni di persone nel corso dei secoli.
La sua vita, la sua passione, la sua morte sono un faro che illumina il nostro cammino, invitandoci a riscoprire la bellezza della semplicità, la gioia della povertà e la forza dell'amore.
Pensateci, amici miei. La data, l'ora precisa sono importanti, certo, ma ancora più importante è il significato profondo che si cela dietro questi eventi.
E ora, camminiamo un po' in silenzio, portando nel cuore questo ricordo prezioso.
Un altro aspetto che vorrei condividere con voi riguarda le testimonianze dei contemporanei. Non dimentichiamo che la morte di Francesco non avvenne in un vuoto storico. C'erano persone, testimoni diretti, che vissero e registrarono quegli eventi.
Le testimonianze più importanti provengono dai suoi confratelli, coloro che lo avevano seguito e amato. I loro racconti, pur filtrati dalla fede e dall'affetto, ci offrono uno sguardo privilegiato sugli ultimi giorni di Francesco.
Tra queste testimonianze, spicca quella di fra Leone, uno dei compagni più intimi di Francesco. Fra Leone fu testimone delle stigmate e lo assistette durante i suoi ultimi giorni. Il suo racconto è prezioso per comprendere la profonda unione di Francesco con Cristo e la sua accettazione serena della morte.
Anche la testimonianza di fra Tommaso da Celano, il primo biografo di Francesco, è fondamentale. Fra Tommaso raccolse le testimonianze di molti confratelli e le rielaborò in una biografia appassionata e dettagliata.
Queste testimonianze, insieme ad altri documenti storici, ci permettono di ricostruire, con una certa precisione, gli eventi che precedettero e seguirono la morte di Francesco. Ci aiutano a capire il clima spirituale dell'epoca e l'impatto che la sua morte ebbe sulla comunità francescana e sulla società del tempo.
Ma, come ho detto prima, è importante andare oltre la semplice cronologia degli eventi. Dobbiamo cercare di cogliere il significato più profondo della morte di Francesco, il suo messaggio di speranza e di amore.
Consideriamo la risposta della gente. La notizia della morte di Francesco si diffuse rapidamente, suscitando un'ondata di dolore e di commozione. Molti accorsero ad Assisi per vedere il suo corpo e per rendere omaggio al santo.
La sua tomba divenne subito meta di pellegrinaggio, un luogo di preghiera e di guarigione. Molti miracoli furono attribuiti alla sua intercessione, consolidando la sua fama di santità.
La morte di Francesco non segnò la fine del suo Ordine. Al contrario, il suo esempio continuò a ispirare nuovi discepoli, che si impegnarono a seguire le sue orme e a diffondere il suo messaggio di pace e di fraternità.
Il movimento francescano si espanse rapidamente in tutta Europa e nel mondo, portando con sé l'amore per i poveri, la cura per la Creazione e l'annuncio del Vangelo.
E ricordate, la sua eredità continua a vivere ancora oggi. Il suo messaggio di semplicità, di umiltà e di amore è più attuale che mai, in un mondo segnato dalla violenza, dalla disuguaglianza e dalla distruzione dell'ambiente.
Francesco ci invita a riscoprire la bellezza della vita, a prenderci cura del nostro pianeta e ad amare i nostri fratelli e sorelle, soprattutto i più poveri e i più emarginati.
E mentre ci avviamo verso la conclusione del nostro racconto, lasciatemi condividere un'ultima riflessione.
La morte di San Francesco d'Assisi non è semplicemente un evento storico, ma un mistero di fede. È un invito a meditare sul significato della vita, della morte e della resurrezione.
È un invito a seguire le orme di Francesco, a spogliarci del superfluo e a rivolgerci all'essenziale, a quel fuoco divino che arde in ognuno di noi.
È un invito a vivere con amore, con gioia, con umiltà, imitando l'esempio di San Francesco, il santo che ha amato Dio e la Creazione con tutto il suo cuore.
E che la sua benedizione ci accompagni sempre.









Potresti essere interessato a
- Preghiera Per Un Figlio In Difficoltà
- Salmo Di Lode E Di Ringraziamento
- La Prodigiosa Preghiera Di San Cipriano
- San Giovanni Rotondo Padre Pio Dove Si Trova
- Dopo La Cremazione Si Possono Portare Le Ceneri A Casa
- Suore Di Maria Bambina Roma Via Paolo Vi
- Dove Si Trova La Pietà Di Michelangelo
- Storia Di Gesù Per Bambini In Breve
- Parrocchia Di San Massimiliano Kolbe
- Cosa Vuol Dire Indulgenza Plenaria