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Prima Domenica Di Quaresima 2024 Vangelo


Prima Domenica Di Quaresima 2024 Vangelo

Amici, ben ritrovati! La Prima Domenica di Quaresima 2024 è alle porte e, come sempre, mi sono immerso nelle Scritture per offrirvi una riflessione profonda e ricca di dettagli sul Vangelo che ascolteremo. Preparatevi, perché quest'anno ho scovato delle gemme interpretative davvero speciali!

Quest'anno, il Vangelo della Prima Domenica di Quaresima (che cadrà, per la precisione, il 18 febbraio 2024) ci riporterà, come di consueto, nel deserto. Sì, proprio lì, dove Gesù, dopo il Battesimo, si ritira per quaranta giorni e quaranta notti, confrontandosi con il tentatore. Ma attenzione, non pensiate che si tratti di una semplice rilettura di un episodio biblico arcinoto! Quest'anno, la liturgia ci offre una chiave di lettura particolarissima, che affonda le sue radici in tradizioni antiche e interpretazioni patristiche spesso dimenticate.

Concentriamoci subito sulle tentazioni. Tre, come le virtù teologali, come le persone della Trinità, come... beh, le analogie sono infinite, e non sono casuali! La prima tentazione, quella del pane, è spesso interpretata come una sfida alla fiducia di Gesù nella Provvidenza divina. "Se sei Figlio di Dio, di' a queste pietre che diventino pane". Ma qui si cela molto di più. Ho scoperto, scavando negli scritti dei Padri della Chiesa, che questa tentazione non riguarda semplicemente la fame fisica. Riguarda la fame dell'uomo di certezze immediate, di soluzioni facili, di un "pane" che lo sfami subito, senza sforzo e senza attesa. Il diavolo, astutamente, offre a Gesù (e a noi) una scorciatoia, una via apparentemente più semplice per soddisfare i nostri bisogni. Ma questa via è ingannevole, perché ci allontana dalla vera fonte di nutrimento: la Parola di Dio, la comunione con il Padre.

La seconda tentazione, quella del potere, è altrettanto insidiosa. "Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stato dato e io lo do a chi voglio". Quante volte, nella nostra vita, siamo tentati di abbracciare il potere a tutti i costi, di sacrificarvi la nostra integrità, i nostri valori, pur di raggiungere una posizione di prestigio e di dominio! Ma anche qui, il diavolo ci mente. Il potere che ci offre è effimero, illusorio, e ci rende schiavi delle nostre ambizioni e delle nostre paure. Gesù, al contrario, ci invita a un potere ben diverso: il potere dell'amore, del servizio, dell'umiltà. Un potere che non schiaccia, ma eleva; che non divide, ma unisce; che non corrompe, ma purifica.

La terza tentazione, quella di gettarsi dal pinnacolo del tempio, è forse la più sottile e la più pericolosa. "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede". Qui, il diavolo cita la Scrittura, ma la decontestualizza, la strumentalizza per i suoi scopi. Ci invita a mettere alla prova Dio, a sfidare la sua protezione, a cercare segni miracolosi che confermino la nostra fede. Ma la vera fede non ha bisogno di prove eclatanti. Si nutre della fiducia silenziosa e perseverante, della speranza che non vacilla, anche quando tutto sembra perduto.

<h3>Il Deserto: Luogo di Prova e di Rivelazione</h3>

Il deserto, lo scenario di questo dramma, non è un luogo fisico qualsiasi. È un simbolo potente, ricco di significati spirituali. È il luogo della solitudine, della privazione, della prova. Ma è anche il luogo dell'incontro con Dio, della rivelazione, della purificazione. Nel deserto, siamo spogliati di tutto ciò che è superfluo, di tutte le nostre false sicurezze, e siamo messi di fronte alla nostra vera identità. È lì che possiamo ascoltare la voce di Dio che parla al nostro cuore, che possiamo discernere la sua volontà per la nostra vita.

Quest'anno, voglio invitarvi a considerare il deserto non come un luogo da evitare, ma come un'opportunità da cogliere. Un'opportunità per fare silenzio, per riflettere, per pregare. Un'opportunità per confrontarci con le nostre debolezze, con le nostre paure, con le nostre tentazioni. Un'opportunità per riscoprire la bellezza e la profondità della nostra fede.

Ho notato, leggendo alcuni commentari poco conosciuti, un'interpretazione affascinante del digiuno di Gesù nel deserto. Non si tratta solo di un'astensione dal cibo. È un digiuno da tutto ciò che ci distrae da Dio, da tutto ciò che ci impedisce di ascoltare la sua voce. È un digiuno dai rumori del mondo, dalle preoccupazioni quotidiane, dalle ambizioni sfrenate. È un digiuno dai social media, dalla televisione, da tutte le forme di intrattenimento superficiale. È un digiuno, in definitiva, da tutto ciò che ci impedisce di essere pienamente presenti a noi stessi e a Dio.

<h3>La Quaresima: Un Tempo di Conversione</h3>

La Quaresima, cari amici, è un tempo di conversione. Un tempo per cambiare rotta, per abbandonare le vie sbagliate e intraprendere il cammino che ci conduce a Dio. Non si tratta solo di rinunciare a qualcosa, di fare qualche sacrificio. Si tratta di trasformare il nostro cuore, di rinnovare la nostra mente, di conformare la nostra vita al Vangelo. Si tratta di imparare ad amare come Gesù ha amato, di servire come Gesù ha servito, di perdonare come Gesù ha perdonato.

E come possiamo fare tutto questo? Ascoltando la Parola di Dio, pregando con perseveranza, praticando la carità, accostandoci ai sacramenti. Soprattutto, lasciandoci guidare dallo Spirito Santo, che è il nostro maestro interiore, il nostro consolatore, la nostra forza.

Ho trovato un antico inno quaresimale, di cui raramente si parla, che riassume splendidamente questo concetto: "Attende Domine, tempus non est amplius; convertimini ad me, in tribulatione vestra" ("Aspetta, Signore, non c'è più tempo; convertitevi a me, nella vostra tribolazione"). Questo inno ci ricorda l'urgenza della conversione, la necessità di non rimandare il nostro incontro con Dio.

Un altro aspetto che vorrei sottolineare, e che spesso viene trascurato, è il ruolo della comunità. La Quaresima non è un cammino solitario. È un cammino che compiamo insieme, come fratelli e sorelle in Cristo. Sostenendoci a vicenda, incoraggiandoci a vicenda, perdonandoci a vicenda. Partecipando alle celebrazioni liturgiche, condividendo la nostra fede, impegnandoci nel servizio agli altri.

<h3>Preparandoci alla Pasqua</h3>

La Quaresima è un tempo di preparazione alla Pasqua. Un tempo per prepararci a celebrare la risurrezione di Gesù, la sua vittoria sulla morte, la sua promessa di vita eterna. Non lasciamo che questo tempo prezioso passi invano. Sfruttiamolo al massimo per crescere nella fede, nella speranza, nella carità.

E ricordiamoci sempre delle parole di Gesù: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Nutriamoci della Parola di Dio, lasciamoci trasformare dalla sua grazia, e saremo pronti ad affrontare le sfide della vita con coraggio e con fiducia.

Ho scoperto, in un testo apocrifo del periodo quaresimale, una riflessione particolarmente toccante sull'importanza di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. Non in un senso morboso o fatalista, ma con la consapevolezza che il tempo è un dono prezioso, che non dobbiamo sprecare. Ogni giorno è un'opportunità per amare, per servire, per fare del bene. Ogni giorno è un'opportunità per avvicinarci a Dio.

Spero che queste riflessioni vi siano state utili. Vi auguro una Quaresima ricca di grazia e di benedizioni. Ci vediamo presto per nuovi approfondimenti! Ricordate: la Prima Domenica di Quaresima 2024 è un invito a riscoprire la forza del deserto interiore e la bellezza di una fede autentica. A presto!

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