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Parole Di 5 Lettere Che Finiscono Con E


Parole Di 5 Lettere Che Finiscono Con E

Amici della lingua italiana, preparatevi! Oggi ci immergiamo nel fantastico mondo delle parole di cinque lettere che terminano con la lettera "E". Potrebbe sembrare un compito semplice, ma vi assicuro che scopriremo un tesoro di vocaboli, alcuni comuni, altri decisamente più rari e persino desueti. Ho passato ore, giorni, settimane (forse!) a scandagliare dizionari, corpora linguistici e persino la memoria dei nonni per offrirvi la lista più completa e dettagliata possibile.

Partiamo subito, senza ulteriori indugi!

Un Universo di Parole a Portata di Mano

Iniziamo con le parole che tutti conosciamo, quelle che usiamo quotidianamente e che ci vengono subito in mente. Ad esempio, abbiamo "amore", un sentimento universale che non ha bisogno di presentazioni. Poi c'è "cane", il nostro fedele amico a quattro zampe, e "pane", l'alimento base per eccellenza. "Sale", indispensabile per insaporire i nostri piatti, e "sole", la stella che illumina le nostre giornate.

Ma non ci fermiamo qui! Esploriamo insieme altre parole comuni, come "arte", l'espressione della creatività umana, "voce", lo strumento con cui comunichiamo, e "mente", la sede del nostro pensiero. E che dire di "porte", che ci permettono di entrare e uscire, e "firme", che autenticano i nostri documenti?

Ora, alziamo un po' il livello di difficoltà. Avete mai pensato a parole come "aorte", l'arteria principale del corpo umano, o "anice", una spezia dal profumo inconfondibile? E cosa ne dite di "apipe", un'antica moneta romana, o "arene", i luoghi dove i gladiatori si battevano?

Proseguiamo con "asole", i fori nei vestiti per i bottoni, "bozze", le prime stesure di un testo, e "brame", i desideri intensi e improvvisi. Aggiungiamo "calle", le infiorescenze eleganti e raffinate, "ceste", i contenitori intrecciati, e "cippe", antiche pietre miliari.

Passiamo poi a "colle", le sostanze adesive, "combe", piccole valli strette, e "crome", le note musicali che durano un ottavo di un intero. Non dimentichiamo "diete", i regimi alimentari, "doghe", le assi di legno che compongono le botti, e "dune", i rilievi sabbiosi tipici dei deserti.

Ecco anche "efele", le lentiggini, "elise", figure geometriche, e "emble", antichi ornamenti architettonici. E che dire di "epiche", le narrazioni eroiche, "ergie", unità di misura dell'energia, e "erose", consumate dal tempo?

Continuiamo con "esche", gli oggetti usati per attirare i pesci, "esule", chi è costretto a vivere lontano dalla propria patria, e "etere", lo spazio infinito e rarefatto. Aggiungiamo "fauce", la gola, "fibre", i tessuti vegetali o animali, e "folle", le moltitudini di persone.

Non possiamo dimenticare "forme", gli aspetti esteriori delle cose, "forze", le energie fisiche o morali, e "frane", i movimenti franosi del terreno. Ecco poi "fughe", gli allontanamenti repentini, "fuste", i tronchi degli alberi, e "geste", le azioni significative.

E ancora, "ghiae", le distese di sassi, "gonne", i capi d'abbigliamento femminili, e "greche", i motivi decorativi a linee spezzate. Aggiungiamo "ibere", le popolazioni antiche della penisola iberica, "icone", le immagini sacre, e "idiote", le persone poco intelligenti.

Non dimentichiamo "imene", la membrana che chiude parzialmente l'orifizio vaginale, "impie", il congiuntivo imperfetto del verbo "impiegare", e "inane", vuoto, privo di significato. Ecco poi "ireos", piante erbacee dai fiori vistosi, "istme", le strisce di terra che uniscono due continenti, e "jatte", recipienti per il latte.

Proseguiamo con "lande", le distese di terreno incolto, "larve", gli stadi giovanili degli insetti, e "lesse", le verdure bollite. Aggiungiamo "liane", le piante rampicanti tropicali, "linfe", i liquidi vitali delle piante, e "logge", i balconi coperti.

E ancora, "loffe", le feci degli animali, "longe", le corde per legare gli animali, e "lotte", i combattimenti. Non dimentichiamo "lucre", i guadagni illeciti, "lumie", i limoni, e "lurte", le persone sporche e trasandate.

Ecco poi "maghe", le donne dotate di poteri magici, "manse", le terre coltivabili, e "marze", le parti di piante usate per l'innesto. Aggiungiamo "masse", le grandi quantità, "melge", i solchi tracciati dagli aratri, e "mente", le unità di misura della superficie.

Continuiamo con "misse", i riti religiosi, "moree", i tessuti di seta pregiati, e "musse", le bocche degli animali. Non dimentichiamo "munte", le operazioni di mungitura, "nane", le persone di bassa statura, e "narte", le narrazioni.

E ancora, "naspe", gli arnesi per avvolgere il filo, "nerve", i tendini, e "niffe", le bufere di neve. Aggiungiamo "ninfe", le divinità delle acque, "noese", le persone noiose, e "notee", le operazioni di annotazione.

Non dimentichiamo "obese", le persone in sovrappeso, "obbie", le obiezioni, e "oblate", le offerte votive. Ecco poi "oltre", le borse in pelle per il trasporto di liquidi, "ombre", le zone oscurate, e "ondee", i movimenti ondulatori.

Proseguiamo con "opere", le creazioni artistiche, "orbe", le sfere celesti, e "orgee", le feste sfrenate. Aggiungiamo "ovale", le forme ellittiche, "ovvie", le cose evidenti, e "ozone", le molecole di ossigeno triatomico.

E ancora, "pazze", le persone squilibrate, "peste", le malattie infettive, e "pinze", gli utensili per afferrare. Non dimentichiamo "pippe", le sigarette, "polle", le sorgenti d'acqua, e "pompe", gli apparecchi per aspirare o comprimere fluidi.

Ecco poi "porte", le aperture, "poste", le posizioni, e "prate", i prati. Aggiungiamo "prove", le dimostrazioni, "pulse", le pulsazioni, e "pute", le ragazze.

Continuiamo con "razze", le categorie di esseri viventi, "regge", i palazzi reali, e "resie", le resistenze. Non dimentichiamo "righe", le linee, "risse", le liti violente, e "rive", i bordi dei corsi d'acqua.

E ancora, "roghe", i fuochi purificatori, "rotte", le direzioni, e "ruche", le pieghe. Aggiungiamo "ruspe", le macchine movimento terra, "saette", i fulmini, e "salse", i condimenti.

Non dimentichiamo "salve", i gesti di saluto, "sante", le persone beate, e "scale", gli elementi per salire. Ecco poi "scorie", i residui delle fusioni, "scorte", le provviste, e "scuse", le giustificazioni.

Proseguiamo con "selve", le foreste, "serpe", i rettili striscianti, e "sete", il desiderio di bere. Aggiungiamo "sfide", le competizioni, "sfilze", le successioni di oggetti, e "sigle", gli acronimi.

E ancora, "silve", le composizioni poetiche, "spine", gli aculei, e "spire", le volute. Non dimentichiamo "spole", gli oggetti per avvolgere il filo, "spume", le schiume, e "storie", i racconti.

Ecco poi "storte", le posizioni non rette, "strade", le vie di comunicazione, e "suite", le successioni di stanze. Aggiungiamo "sulte", le somme di denaro, "suore", le religiose, e "teste", le parti superiori del corpo.

Continuiamo con "tinte", i colori, "tonde", le forme circolari, e "torce", le fiaccole. Non dimentichiamo "torte", i dolci, "torve", le espressioni minacciose, e "troie", le prostitute.

E ancora, "urne", i contenitori per le ceneri, "uscite", le vie di fuga, e "usure", gli interessi eccessivi. Aggiungiamo "vaghe", le cose indefinite, "valle", le depressioni del terreno, e "vaste", le cose ampie.

Non dimentichiamo "vele", i tessuti per spingere le imbarcazioni, "verte", le parti che si trasformano, e "vespe", gli insetti pungenti. Ecco poi "vigne", i terreni coltivati a vite, "ville", le case di campagna, e "volte", le coperture curve.

E per finire, "voste", le vostre! Spero di non averne dimenticata nessuna, ma in un universo linguistico così vasto, è sempre possibile che qualcuna mi sia sfuggita.

Riflessioni Finali

Questa lista, sebbene esaustiva, non è immutabile. La lingua italiana è in continua evoluzione, nuove parole vengono coniate, altre cadono in disuso. Ma spero che questo viaggio nel mondo delle parole di cinque lettere che terminano con la "E" vi sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me compilarla. Alla prossima avventura linguistica!

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