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Liturgia Della Parola Rito Ambrosiano


Liturgia Della Parola Rito Ambrosiano

Amici, avviciniamoci insieme, con cuore aperto e mente curiosa, a un tesoro della nostra fede: la Liturgia della Parola nel Rito Ambrosiano. Non si tratta di una semplice lezione, ma di un viaggio, un’esplorazione che ci porterà a comprendere come questa antica tradizione ci parli ancora oggi, nutrendo la nostra anima e illuminando il nostro cammino.

Ricordiamoci sempre che, nel Rito Ambrosiano, la Liturgia della Parola assume una forma unica e preziosa, distinguendosi in alcuni aspetti dal Rito Romano a cui forse siamo più abituati. Ma non pensiamo a differenze come a divisioni: piuttosto, vediamole come espressioni diverse di un’unica fede, come fiori di uno stesso giardino, ognuno con la sua bellezza particolare.

Immaginiamo di entrare in una chiesa ambrosiana. Il profumo dell’incenso, la luce soffusa che filtra dalle vetrate, il silenzio raccolto che invita alla preghiera… Prepariamoci, ora, ad accogliere la Parola.

La Liturgia inizia con l’ingresso del celebrante e dei ministri. Mentre si intona il canto d’ingresso, cerchiamo di concentrarci sul significato delle parole, lasciandoci trasportare dalla melodia. Questo non è solo un momento di transizione, ma un invito a predisporre il nostro cuore all’ascolto.

Dopo il saluto iniziale e l'atto penitenziale, troviamo il Kyrie eleison, una supplica che riconosciamo profondamente radicata nella nostra storia cristiana. Nel Rito Ambrosiano, il Kyrie eleison può essere cantato o recitato in forma litanica, con invocazioni più ampie e specifiche rispetto al Rito Romano. Ascoltiamo attentamente queste invocazioni, lasciamo che risuonino dentro di noi, presentiamo al Signore le nostre necessità, le nostre sofferenze, le nostre speranze.

Proseguiamo. Durante la Quaresima, il Gloria è omesso. Questo ci ricorda la solennità e la penitenza del tempo liturgico, invitandoci a un’introspezione più profonda. Ma quando giunge la domenica o la festa, il Gloria esplode in un inno di gioia e di lode, un ringraziamento per la misericordia divina. Partecipiamo con tutto il nostro essere a questa esplosione di gioia!

Eccoci al cuore della Liturgia della Parola: le letture.

La Prima Lettura è tratta, solitamente, dall'Antico Testamento, dagli Atti degli Apostoli (durante il Tempo Pasquale) o dall'Apocalisse. Prestiamo attenzione a come questa lettura ci introduce nel contesto storico e culturale del popolo di Israele, preparandoci ad accogliere il messaggio del Vangelo. Ascoltiamo le parole dei profeti, le storie dei patriarchi, le vicende del popolo eletto. In queste storie, troviamo eco della nostra stessa umanità, delle nostre gioie e delle nostre sofferenze.

Il Responsorio, o Salmo Responsoriale, che segue la Prima Lettura, è un momento di meditazione e di risposta alla Parola appena proclamata. Non limitiamoci a ripetere il ritornello: cerchiamo di comprendere il significato del salmo, di farlo nostro, di farlo risuonare nel nostro cuore. Il salmo è una preghiera, un canto, un grido che sale a Dio. Facciamolo nostro, uniamoci a questa voce millenaria che esprime la nostra fede e la nostra speranza.

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Il Psallendum è un elemento caratteristico del Rito Ambrosiano che, ahimè, sta scomparendo in molte celebrazioni. Si tratta di un canto che precede la lettura del Vangelo, un canto solenne che ha lo scopo di preparare i fedeli all’accoglienza della Parola di Cristo. Originariamente, il Psallendum era tratto dai Salmi, ma nel corso del tempo sono stati composti anche Psallenda originali, ispirati a temi evangelici. Cerchiamo di informarci se nella nostra comunità ambrosiana si esegue ancora il Psallendum e, se così fosse, viviamolo con particolare attenzione, come un momento di preparazione intensa e gioiosa.

L’Epistola, tratta dalle lettere degli Apostoli, ci offre una prospettiva diversa sulla Parola di Dio. Ascoltiamo attentamente i consigli, le esortazioni, le istruzioni che gli Apostoli ci rivolgono. Le loro parole sono ancora oggi attuali e pertinenti, offrendoci una guida sicura per la nostra vita cristiana.

Poi, ecco l’Alleluia. Nel Rito Ambrosiano, l’Alleluia è preceduto da un versetto che lo introduce e ne spiega il significato. Questo versetto, tratto dalle Scritture, ci aiuta a comprendere perché stiamo cantando l’Alleluia, qual è la ragione della nostra gioia.

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Finalmente, il Vangelo! Nel Rito Ambrosiano, la proclamazione del Vangelo è preceduta e seguita da riti particolarmente solenni. Il diacono (o il sacerdote) incensa il libro del Vangelo, mentre i fedeli si alzano in piedi in segno di rispetto e di accoglienza. Ascoltiamo con attenzione le parole di Gesù, lasciamo che penetrino nel nostro cuore, che trasformino la nostra vita. Ricordiamoci che il Vangelo non è solo un racconto, ma una Parola viva, una Parola che ci interpella, che ci sfida, che ci invita a seguirlo.

Dopo la proclamazione del Vangelo, il celebrante tiene l’omelia. L’omelia non è una semplice spiegazione del testo evangelico, ma una riflessione sulla sua attualità, sul suo significato per la nostra vita quotidiana. Ascoltiamo attentamente le parole del celebrante, cerchiamo di capire come possiamo mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo.

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Dopo l'omelia, recitiamo o cantiamo il Credo, la professione di fede. Nel Rito Ambrosiano, si utilizza generalmente il Credo Niceno-Costantinopolitano, che proclama la nostra fede in Dio Padre, in Gesù Cristo Figlio Unigenito e nello Spirito Santo. Proclamiamo la nostra fede con convinzione, con gioia, con consapevolezza.

Segue, quindi, la preghiera dei fedeli, o preghiera universale. Presentiamo a Dio le nostre intenzioni, le nostre suppliche, le nostre richieste. Preghiamo per la Chiesa, per il mondo, per i nostri fratelli e sorelle che soffrono. Preghiamo con fede, con speranza, con amore.

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Un'ultima nota, che considero cruciale. Nel Rito Ambrosiano, la cura della preparazione dei lettori è particolarmente sentita. I lettori non sono semplici esecutori di un compito, ma ministri della Parola, chiamati a proclamare la Parola di Dio con dignità, chiarezza e passione. Cerchiamo di sostenerli nella loro preparazione, offrendo loro il nostro incoraggiamento e la nostra preghiera.

E così, amici, si conclude la Liturgia della Parola nel Rito Ambrosiano. Portiamo con noi nel cuore le parole che abbiamo ascoltato, le riflessioni che abbiamo condiviso. Cerchiamo di vivere la nostra fede con coerenza e con gioia, testimoniando il Vangelo con la nostra vita. Ricordiamoci che la Liturgia della Parola non è un evento isolato, ma un momento di grazia che ci prepara all’incontro con Cristo nell’Eucaristia e che ci accompagna nel nostro cammino di fede. Che la Parola di Dio illumini sempre il nostro cammino e ci conduca alla vita eterna. Amen.

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