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Il Cantico Delle Creature: Testo


Il Cantico Delle Creature: Testo

Nel cuore della spiritualità francescana, risuona un’eco profonda, una melodia di gratitudine e lode che trascende il tempo e le culture: il Cantico delle Creature, o Cantico di Frate Sole. Questo testo, nato dalla penna e dal cuore di San Francesco d'Assisi, non è semplicemente una composizione poetica, ma una testimonianza viva di una fede radicale, un inno all'armonia cosmica e una celebrazione della bellezza intrinseca del creato.

Comprendere appieno il Cantico richiede un'immersione nel contesto storico e spirituale in cui è stato generato. Francesco, già provato nel corpo dalla malattia e dalle stigmate, compone questo inno negli ultimi anni della sua vita, attorno al 1224. Si trovava a San Damiano, assistito da Santa Chiara e dalle sue consorelle. Questo periodo di sofferenza fisica e spirituale, lungi dall'affievolire la sua fede, la rafforza, portandolo a una comprensione ancora più profonda del rapporto tra l'uomo, Dio e il creato. La cecità che lo affligge in questi anni non oscura la sua visione interiore, ma la acuisce, permettendogli di percepire la magnificenza del mondo con un'intensità nuova.

Il Cantico non nasce come un'opera letteraria premeditata, ma come un'eruzione spontanea di gioia e gratitudine. È una preghiera cantata, un'espressione del profondo amore di Francesco per tutte le creature, considerate sorelle e fratelli. La sua lingua è il volgare umbro, scelta deliberata che rivela la sua volontà di rivolgersi al popolo, ai semplici, agli umili, in una lingua comprensibile a tutti, rompendo con la tradizione colta e elitaria del latino ecclesiastico.

"Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo è dignu te mentovare."

Questi versi iniziali innalzano un inno alla grandezza e alla trascendenza di Dio. Francesco riconosce che ogni lode, gloria, onore e benedizione appartengono esclusivamente a Dio. L'Altissimo è il Signore onnipotente, la fonte di ogni bene. L'umiltà di Francesco traspare nella consapevolezza che nessun uomo è degno di menzionare il nome di Dio. Questo non è un atto di svalutazione dell'umanità, ma piuttosto un riconoscimento della infinita distanza tra la creatura e il Creatore.

"Laudato sie, mi’ Signore, cum tutte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione."

Il Cantico prosegue con la lode a Dio attraverso le Sue creature. Francesco inizia con Frate Sole, il simbolo della luce, della vita e della generosità divina. Il sole illumina il mondo, riscalda la terra e permette la crescita. La sua bellezza e il suo splendore riflettono la gloria di Dio. Francesco non vede il sole come un oggetto inanimato, ma come un fratello, una creatura vivente che partecipa alla lode divina.

"Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle."

Dopo il sole, Francesco loda Sora Luna e le stelle. La luna, con la sua luce argentea, illumina la notte, mentre le stelle brillano nel firmamento. La loro bellezza è un riflesso della sapienza e della creatività divina. Anche in questo caso, Francesco le considera sorelle, creature che partecipano alla lode di Dio.

L'Importanza della Fraternità Universale nel Cantico

Il cuore del Cantico risiede nella visione francescana di una fraternità universale che lega tutte le creature a Dio. Questa visione non è semplicemente un sentimento di benevolenza, ma una profonda convinzione che ogni creatura, dal sole alla luna, dalle stelle all'acqua, al vento, al fuoco, alla terra, sia parte di un'unica famiglia, creata da Dio e amata da Lui. Ogni creatura ha un valore intrinseco e una dignità che devono essere rispettati.

"Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le Tue creature dài sustentamento."

Frate Vento è lodato per la sua capacità di portare il sostentamento alle creature di Dio. L'aria, le nuvole, il sereno e ogni tempo atmosferico sono strumenti attraverso i quali Dio provvede al benessere del creato. Francesco riconosce la dipendenza delle creature dalla provvidenza divina e la ringrazia per la sua infinita generosità.

"Laudato si’, mi’ Signore, per sora Acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta."

Sora Acqua è elogiata per la sua utilità, umiltà, preziosità e castità. L'acqua è essenziale per la vita, disseta, purifica e rigenera. La sua umiltà si manifesta nella sua capacità di adattarsi a ogni forma e contenitore. La sua preziosità è inestimabile, in quanto senza acqua non ci sarebbe vita. La sua castità si riferisce alla sua purezza e alla sua capacità di lavare via la sporcizia.

"Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: et ello è bello et iocundo et robustoso et forte."

Frate Focu è lodato per la sua capacità di illuminare la notte. Il fuoco è bello, giocoso, robusto e forte. La sua luce rischiara le tenebre, il suo calore riscalda e conforta. Il fuoco è anche un simbolo di trasformazione e purificazione.

"Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra madre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba."

Sora Madre Terra è lodata per la sua capacità di sostenere e governare. La terra produce frutti, fiori colorati ed erba, fornendo cibo e nutrimento a tutte le creature viventi. Francesco riconosce la terra come una madre che nutre e protegge i suoi figli.

Il Significato Profondo del Perdono nel Cantico

Il Cantico delle Creature non si limita alla lode della natura, ma si estende anche al perdono e alla riconciliazione.

"Laudato si’, mi’ Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore, et sostengono infirmitate et tribulatione. Beati quelli che ‘l sopportarranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati."

Francesco loda coloro che perdonano per amore di Dio e che sopportano le infermità e le tribolazioni. Il perdono è un atto di amore e misericordia che ci avvicina a Dio. Sopportare le sofferenze con pazienza e serenità è una virtù che ci rende degni della corona celeste. La pace interiore è un dono prezioso che deriva dalla fede e dalla fiducia in Dio.

La Conclusione Eterna: Una Preparazione alla Morte

Il Cantico si conclude con una riflessione sulla morte, vista non come una fine, ma come un passaggio a una vita nuova e più piena.

"Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le Tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male."

Francesco loda Sora Morte corporale, riconoscendo che nessuno può sfuggire alla morte. Ma la morte non è vista come un evento negativo, bensì come un ritorno alla casa del Padre. Guai a coloro che muoiono nel peccato mortale, perché saranno condannati alla morte eterna. Beati coloro che muoiono nella volontà di Dio, perché la seconda morte non potrà nuocerli.

Il Cantico delle Creature è un testamento spirituale di San Francesco, un inno all'amore, alla gioia, alla gratitudine e alla fraternità universale. È un invito a contemplare la bellezza del creato, a riconoscere la presenza di Dio in ogni creatura e a vivere in armonia con il mondo che ci circonda. È una preghiera senza tempo che continua a risuonare nei cuori di coloro che cercano la verità e la bellezza. La sua semplicità disarmante racchiude una profondità spirituale che continua a ispirare e a commuovere, invitandoci a riscoprire la gioia di lodare Dio attraverso la Sua creazione. Il messaggio del Cantico rimane incredibilmente attuale, in un'epoca segnata da crisi ambientali e disuguaglianze sociali, ci ricorda l'importanza di rispettare il creato e di vivere in fraternità con tutti i nostri fratelli e sorelle, umani e non umani.

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