Il Cantico Delle Creature Spiegazione

Amici miei, avvicinatevi. Sentite la brezza leggera che accarezza i vostri volti? Notate la luce dorata che danza tra le foglie? Ecco, in questo silenzio che parla, proviamo insieme a dischiudere il cuore del Cantico delle Creature. Non è solo una poesia, sapete? È una preghiera sussurrata, un abbraccio all'universo, un invito a riscoprire la sacralità che permea ogni frammento del creato.
Permettetemi di guidarvi, passo dopo passo, attraverso le parole di San Francesco. Non vi tedierò con disquisizioni accademiche, promesso. Cercheremo, piuttosto, di sentire con l'anima ciò che il Poverello d'Assisi ha voluto donarci.
"Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione."
Iniziamo dall'inizio, con questa invocazione che è un'esplosione di lode. Sentite la forza di queste parole? Francesco non si limita a nominare Dio; lo esalta nella sua altissima e onnipotente bontà. "Tue so' le laude…" Tutto, assolutamente tutto, appartiene a Lui. La lode, la gloria, l'onore e ogni benedizione. È come se Francesco volesse spazzare via qualsiasi nostra pretesa di merito, ricordandoci che siamo parte di un disegno molto più grande. Non siamo noi i creatori, ma i custodi.
E poi, guardate, subito dopo, il tono cambia. Non c'è più solo l'esaltazione di Dio in astratto, ma un'immersione nel concreto del mondo.
"A Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare."
Qui Francesco ci pone di fronte a una verità scomoda, ma essenziale: nessun essere umano è degno di menzionare Dio. Non è un'affermazione di disprezzo, tutt'altro! È un atto di umiltà, una consapevolezza della nostra limitatezza di fronte all'immensità divina. È come dire: "Signore, siamo piccoli, imperfetti, ma ti amiamo con tutto il cuore e desideriamo lodarti con tutto ciò che siamo." Ricordate, l'umiltà è la porta d'accesso alla vera conoscenza.
E ora, amici, lasciate che vi conduca al cuore pulsante del Cantico.
La Lode Attraverso le Creature
"Laudato sie, mi' Signore, cum tutte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui."
Ecco, finalmente, l'inno alla creazione! Francesco non loda Dio in sé e per sé, ma attraverso le sue creature. E inizia dal sole, "frate Sole", che illumina le nostre giornate. Sentite l'affetto, la familiarità che Francesco trasmette? Non vede il sole come un oggetto inanimato, ma come un fratello, un compagno di viaggio.
"Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione."
Il sole, nella sua bellezza e nel suo splendore, è un riflesso della bellezza e dello splendore di Dio. È un segno, una "significatione". Ogni creatura, in realtà, è un segno, un simbolo che ci rimanda al Creatore. Impariamo a leggere questi segni, amici miei. Impariamo a vedere Dio in ogni cosa.
"Laudato si', mi' Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et preziose et belle."
Dopo il sole, la luna e le stelle. "Sora Luna", sorella Luna. Ancora una volta, la familiarità, l'affetto. E poi, le stelle, "clarite et preziose et belle". Francesco ammira la bellezza del cielo notturno, la sua luminosità, la sua preziosità. E, anche qui, ci ricorda che tutto questo è opera di Dio. Il cielo stellato non è solo uno spettacolo affascinante, ma una testimonianza della potenza e della creatività divina.
"Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,"
Il vento, l'aria, le nuvole, il sereno e ogni tempo atmosferico. Francesco loda Dio per ogni condizione climatica. Anche la tempesta, anche il maltempo, sono parte del disegno divino. Impariamo ad accettare ogni momento, ogni stagione della nostra vita, con la stessa gratitudine con cui Francesco accoglie il vento e le nuvole.
"per lo quale a le Tue creature dài sustentamento."
Il vento, l'aria, il tempo atmosferico, non sono solo fenomeni naturali, ma strumenti attraverso i quali Dio nutre le sue creature. È come se Francesco volesse dirci: "Guardate, amici, Dio si prende cura di voi in ogni momento. Non abbiate paura. Fidatevi di Lui."
"Laudato si', mi' Signore, per sora Acqua, la quale è multo utile et humile et preziosa et casta."
L'acqua, "sora Acqua", sorella acqua. Utile, umile, preziosa e casta. Francesco esalta le qualità dell'acqua, la sua utilità, la sua umiltà (si adatta a qualsiasi forma), la sua preziosità (è essenziale per la vita) e la sua purezza. L'acqua è un simbolo di purificazione, di rigenerazione, di vita. Impariamo a rispettare questo dono prezioso, amici miei.
"Laudato si', mi' Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: et ello è bello et iocundo et robustoso et forte."
Il fuoco, "frate Focu", fratello fuoco. Illumina la notte, è bello, giocoso, robusto e forte. Il fuoco è un simbolo di energia, di trasformazione, di passione. Può riscaldare, illuminare, purificare, ma anche distruggere. Impariamo a usare il fuoco con saggezza, con responsabilità.
"Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba."
La terra, "sora nostra matre Terra", sorella nostra madre Terra. Ci sostiene, ci governa e produce frutti, fiori ed erba. Francesco vede la terra come una madre che ci nutre e ci protegge. Impariamo a prenderci cura della terra, a rispettarla, a proteggerla. È la nostra casa, la nostra fonte di vita.
La Lode Nella Sofferenza e nel Perdono
"Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore et sostengono infirmitate et tribulatione."
Qui, amici, il Cantico assume una tonalità diversa. Francesco non loda solo le creature belle e positive, ma anche coloro che perdonano e soffrono. Il perdono e la sofferenza, vissuti per amore di Dio, diventano fonte di lode. È un concetto difficile da comprendere, lo so, ma è essenziale. La sofferenza, se accettata con fede, può diventare un'occasione di crescita spirituale, di purificazione. Il perdono, invece, è un atto di liberazione, sia per chi lo concede, sia per chi lo riceve.
"Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati."
Coloro che sopportano la sofferenza in pace, saranno incoronati da Dio. La ricompensa per la fede e la pazienza è la beatitudine eterna.
"Laudato si' mi' Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare:"
E infine, la morte, "sora nostra Morte corporale", sorella nostra morte corporale. Un concetto ancora più difficile da accettare. Francesco non la esalta, certo, ma la accoglie come parte del disegno divino. La morte è inevitabile, è la fine della nostra vita terrena, ma è anche l'inizio di una nuova vita, una vita eterna.
"guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male."
Guai a coloro che muoiono nel peccato mortale. Beati coloro che la morte troverà nelle volontà di Dio. La morte non farà loro male.
L'Invito Finale alla Lode
"Laudate et benedicete mi' Signore et rengratiate et serviateli cum grande humilitate."
Il Cantico si conclude con un invito finale alla lode, alla benedizione, al ringraziamento e al servizio di Dio con grande umiltà. È un invito rivolto a tutti noi, amici miei. Un invito a vivere ogni giorno nella gratitudine e nell'amore.
Amici, spero che questo nostro viaggio attraverso il Cantico delle Creature vi abbia toccato il cuore. Ricordate, non è solo una poesia, ma una preghiera, un inno alla vita, un invito a riscoprire la bellezza e la sacralità del mondo che ci circonda. E soprattutto, un invito ad amare Dio in ogni cosa e in ogni creatura.
Un'Ultima Riflessione
Provate, amici, ad uscire e osservare il mondo con gli occhi di Francesco. Sentite il calore del sole, la freschezza dell'acqua, la forza del vento. Ascoltate il canto degli uccelli, il fruscio delle foglie, il rumore della pioggia. Vedrete che ogni creatura vi parlerà di Dio, vi rivelerà un aspetto della sua bellezza e della sua bontà. E allora, non potrete fare a meno di lodarlo, di benedirlo, di ringraziarlo.








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