Gesù Appare Agli Apostoli Nel Cenacolo

Amici, ben ritrovati! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio nel cuore della fede, ripercorrendo uno degli eventi più toccanti e significativi della storia cristiana: l'apparizione di Gesù agli Apostoli nel Cenacolo. Immaginate di essere lì, presenti a quel momento di incredibile intensità emotiva e spirituale. Pronti? Partiamo!
Dopo la crocifissione e la sepoltura, un velo di paura e disperazione avvolgeva i discepoli di Gesù. Rinchiusi nel Cenacolo, si sentivano persi, smarriti, con il cuore spezzato dalla perdita del loro Maestro. La porta era sbarrata, non solo per proteggersi dalle autorità giudaiche, ma anche per difendersi da quel dolore lancinante che li paralizzava.
Pensate a Pietro, l'impulsivo Pietro, ancora tormentato dal suo rinnegamento. A Giovanni, il discepolo amato, che vedeva svanire nel nulla tutte le speranze riposte in Gesù. A Tommaso, il dubbioso, che faticava ad accettare l'impossibile. Ognuno di loro era un vortice di emozioni contrastanti, incapaci di comprendere ciò che era accaduto.
E poi, improvvisamente… il silenzio. Un silenzio carico di attesa, interrotto solo dal battito accelerato dei loro cuori. Nessuno si aspettava ciò che stava per accadere. La porta era chiusa, lo ripeto, saldamente chiusa. Eppure…
Ecco, proprio nel mezzo di quella stanza, Gesù.
Non un fantasma, non un'illusione, ma Gesù in carne e ossa, vivo e risorto. Immaginate lo stupore, l'incredulità dipinta sui loro volti. Lo sguardo di Gesù, pieno di amore e compassione, li scrutava uno ad uno, penetrando nel profondo delle loro anime.
Le Sacre Scritture ci narrano di diverse apparizioni, ma quella nel Cenacolo possiede una rilevanza particolare, un'intimità che la rende unica. Gesù non si limita a mostrarsi; interagisce con i suoi discepoli, parla loro, li conforta, li rassicura.
"Pace a voi!" esclama Gesù, un saluto che risuona come un balsamo sulle loro ferite. Un invito alla calma, alla fiducia, alla speranza. Ma la paura è ancora presente. Credono di vedere un fantasma, un'apparizione. Gesù, con infinita pazienza, cerca di dissipare i loro timori.
"Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?" chiede Gesù. "Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho."
E qui avviene un gesto di profonda tenerezza. Gesù invita i suoi discepoli a toccarlo, a constatare di persona la realtà della sua resurrezione. Un invito a superare la paura, a credere nonostante le apparenze. E Tommaso? Beh, arriverà il suo momento, ne parleremo tra poco.
La Cicatrice e la Conferma della Fede
Gesù mostra loro le mani e i piedi, i segni indelebili della crocifissione. Le cicatrici non sono un simbolo di sconfitta, ma di vittoria sull'odio e sulla morte. Sono la prova tangibile del suo sacrificio per l'umanità, il segno di un amore incondizionato che va oltre ogni limite.
Provate ad immaginare l'emozione di quel momento. I discepoli, inizialmente paralizzati dalla paura e dall'incredulità, si fanno coraggio e si avvicinano a Gesù. Toccano le sue mani ferite, sentono la consistenza della sua carne. La resurrezione non è più un concetto astratto, ma una realtà concreta, palpabile.
La Scrittura narra che, per la grande gioia, ancora non credevano. Gesù, con infinita pazienza e umorismo, li convince ulteriormente. "Avete qui qualcosa da mangiare?" chiede Gesù. Gli offrono un pezzo di pesce arrostito. Gesù lo prende e lo mangia davanti a loro. Una prova ulteriore della sua umanità, una conferma che la resurrezione non è un'illusione ottica, ma un evento reale.
Dopo aver placato i loro timori, Gesù riprende a parlare, aprendo le loro menti alla comprensione delle Scritture. Spiega loro che tutto ciò che è accaduto, la sua passione, morte e resurrezione, era già stato predetto nei libri dei profeti. Era necessario che il Cristo soffrisse e risorgesse dai morti il terzo giorno, affinché tutti potessero ricevere il perdono dei peccati.
Gesù affida ai suoi apostoli una missione fondamentale: annunciare il Vangelo a tutte le nazioni, a partire da Gerusalemme. Li incarica di essere testimoni della sua resurrezione, portando la buona novella di salvezza a tutti gli uomini. Promette loro la forza dello Spirito Santo, che li guiderà e li sosterrà nella loro missione.
Ma che dire di Tommaso, l'apostolo dubbioso? Egli non era presente durante la prima apparizione di Gesù nel Cenacolo. Quando gli altri discepoli gli raccontano dell'incontro con il Risorto, Tommaso si mostra scettico. "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò", afferma con fermezza.
Otto giorni dopo, Gesù appare nuovamente ai suoi discepoli, questa volta con Tommaso presente. Gesù si rivolge direttamente a Tommaso, invitandolo a toccare le sue ferite. "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente!"
Tommaso, sopraffatto dall'amore e dalla misericordia di Gesù, crolla in ginocchio e proclama: "Mio Signore e mio Dio!" Una professione di fede potente e sincera, che rappresenta il culmine del suo percorso di conversione.
Gesù risponde a Tommaso con una frase che risuona ancora oggi nel cuore di ogni credente: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!"
L'eredità del Cenacolo
L'apparizione di Gesù nel Cenacolo non è solo un evento storico, ma un messaggio di speranza e di fede per tutti noi. Ci insegna che la resurrezione è una realtà che trasforma la nostra vita, donandoci la forza di superare le difficoltà e di affrontare il futuro con fiducia.
Il Cenacolo, quel luogo di paura e incertezza, si trasforma in un luogo di gioia e di speranza. Diventa il simbolo della comunità cristiana, riunita attorno a Cristo risorto per celebrare la sua presenza e per ricevere la sua benedizione.
Il messaggio di Gesù ai suoi discepoli è ancora attuale oggi. Siamo chiamati ad essere testimoni della sua resurrezione, a portare il Vangelo a tutti coloro che sono smarriti e senza speranza. Dobbiamo essere portatori di pace, di amore e di perdono, proprio come Gesù ci ha insegnato.
Ricordatevi, amici, che anche noi, come gli apostoli nel Cenacolo, possiamo incontrare Gesù nella nostra vita. Possiamo incontrarlo nella preghiera, nella lettura delle Scritture, nella celebrazione dei sacramenti, nel servizio ai fratelli.
E quando lo incontriamo, come Tommaso, possiamo proclamare con gioia: "Mio Signore e mio Dio!"
Spero che questo viaggio nel Cenacolo sia stato per voi un momento di riflessione e di crescita nella fede. Alla prossima!









Potresti essere interessato a
- Commento Al Vangelo Di Domenica 16 Giugno 2024
- Non Si Può Aiutare Chi Non Vuole Essere Aiutato
- Preghiere A Papa Giovanni Paolo Ii
- Lo è Un Pensiero Che Non Dà Pace
- Legno Di Ulivo Per Cani Fa Male
- Simboli Disegni Corpus Domini Da Colorare
- Nello Sport Ce N'è Soltanto Una
- La Morte Non Esiste Sant'agostino
- Documenti Per Gratuito Patrocinio 2023
- Lettere Di Auguri Per Matrimonio