Estrema Unzione Prima O Dopo La Morte

La questione dell'Estrema Unzione, ora più propriamente chiamata Unzione degli Infermi, se debba essere amministrata prima o dopo il decesso di una persona, è una domanda che si pone con frequenza e con urgenza, soprattutto nei momenti di angoscia e di incertezza che accompagnano la malattia grave e la fine della vita. Possiedo una conoscenza approfondita e frutto di anni di studio teologico e pastorale in materia, e desidero offrirvi una prospettiva chiara e dettagliata, fondata sulla dottrina della Chiesa Cattolica e sull'esperienza concreta.
Innanzitutto, è fondamentale comprendere la natura e il significato profondo dell'Unzione degli Infermi. Non si tratta di un rito magico o di una semplice formalità. È un Sacramento, uno dei sette doni che Cristo ha lasciato alla sua Chiesa, un segno tangibile della grazia divina che si manifesta nel momento del bisogno, per sostenere, confortare e, se Dio lo vuole, guarire l'anima e il corpo del malato.
L'Unzione degli Infermi non è, e non è mai stata, concepita come un "viatico" per l'aldilà, un lasciapassare per il Paradiso. Pur contenendo elementi di perdono dei peccati (specialmente per coloro che non possono confessarsi sacramentalmente), la sua finalità principale è quella di rafforzare la fede, la speranza e la carità del malato, donandogli la forza spirituale per affrontare la sofferenza e la prova della malattia, e per prepararsi all'incontro definitivo con Dio.
La dottrina della Chiesa è univoca: l'Unzione degli Infermi deve essere amministrata prima della morte, quando la persona è ancora in vita e, almeno potenzialmente, capace di ricevere i benefici spirituali del Sacramento. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 1514, afferma chiaramente che "l'Unzione degli Infermi 'non è un sacramento soltanto per coloro che sono in fin di vita. Perciò il momento opportuno per riceverla è certamente quando il fedele comincia ad essere in pericolo di morte per malattia o vecchiaia'".
Questa indicazione si fonda sulla natura stessa del Sacramento, che è un incontro personale con Cristo, un dialogo silenzioso tra l'anima del malato e il suo Salvatore. Richiede, per quanto possibile, una certa partecipazione cosciente da parte del ricevente, una disponibilità interiore ad accogliere la grazia divina e a unirsi alla Passione di Cristo.
È vero che in passato, e ancora oggi in alcune circostanze, si può procedere con l'Unzione "sub conditione" anche su una persona apparentemente deceduta, nel dubbio che la morte sia effettivamente avvenuta. Questa pratica, tuttavia, è dettata dalla prudenza e dalla carità, e non cambia la natura intrinseca del Sacramento, che è pensato per i viventi. La formula "sub conditione" implica la consapevolezza che, se la persona è già morta, il Sacramento non produce i suoi effetti propri, pur conservando un valore di supplica e di affidamento alla misericordia divina.
Quando Richiedere l'Unzione degli Infermi
La domanda cruciale, quindi, è: quando è il momento giusto per chiamare il sacerdote e richiedere l'Unzione degli Infermi? La risposta è chiara: non bisogna attendere l'ultimo istante, quando la persona è già in stato di incoscienza o in agonia profonda. Bisogna, invece, anticipare il più possibile, non appena si manifesta una malattia grave o una condizione di fragilità che fa presagire un possibile peggioramento.
Spesso, per timore di spaventare il malato o per pudore, si tende a procrastinare la richiesta dell'Unzione. Si pensa erroneamente che chiamare il sacerdote equivalga a "chiamare la morte". In realtà, è vero il contrario: l'Unzione degli Infermi è un atto di amore, di cura e di speranza, un gesto di fiducia nella potenza di Dio che può sostenere e confortare il malato nel momento del bisogno.
È importante educare i fedeli e sensibilizzare le famiglie sull'importanza di non rimandare l'Unzione. I sacerdoti sono sempre disponibili a recarsi al domicilio del malato, in ospedale o in casa di riposo, per amministrare il Sacramento. Non bisogna esitare a contattarli, anche solo per un consiglio o per una semplice visita.
È preferibile che il malato sia cosciente e in grado di esprimere il proprio desiderio di ricevere l'Unzione, ma in caso di impossibilità (ad esempio, a causa di una malattia che altera le capacità cognitive), è sufficiente che vi sia la presunzione ragionevole che, se fosse stato in grado di esprimersi, avrebbe espresso tale desiderio. In questi casi, la testimonianza dei familiari e delle persone vicine è fondamentale.
L'Unzione degli Infermi può essere ripetuta nel corso della stessa malattia, se le condizioni del malato peggiorano. Ad esempio, se una persona riceve l'Unzione all'inizio di una malattia cronica e poi subisce un improvviso aggravamento, è opportuno chiamare nuovamente il sacerdote per amministrare il Sacramento. Allo stesso modo, l'Unzione può essere ricevuta anche in caso di vecchiaia avanzata, quando la salute è precaria e si teme un imminente decesso.
Il Rito dell'Unzione degli Infermi
Il rito dell'Unzione degli Infermi è semplice ma ricco di significato. Il sacerdote, dopo aver recitato alcune preghiere e aver letto un brano della Sacra Scrittura, unge il malato con l'olio benedetto (generalmente sulla fronte e sulle mani), invocando la grazia di Dio per la sua guarigione spirituale e, se necessario, anche fisica.
Durante il rito, è importante che i presenti si uniscano in preghiera, sostenendo il malato con la loro vicinanza e con la loro fede. È possibile recitare il Rosario, cantare inni sacri o semplicemente condividere un momento di silenzio e di meditazione.
Dopo l'Unzione, il sacerdote può offrire al malato la Comunione, il Sacramento dell'Eucaristia, che è il culmine della vita cristiana. La Comunione è un cibo spirituale che nutre l'anima e la fortifica nel cammino verso l'eternità.
L'Unzione degli Infermi non è l'unico sacramento che può essere amministrato a un malato. È importante anche la Confessione, il Sacramento della Riconciliazione, che permette al malato di ottenere il perdono dei peccati e di riconciliarsi con Dio e con la Chiesa. La Confessione, se possibile, dovrebbe precedere l'Unzione, per preparare il cuore del malato ad accogliere la grazia divina.
In conclusione, l'Unzione degli Infermi è un Sacramento prezioso, un dono di Dio per i malati e per i sofferenti. Va richiesto con fiducia e senza timore, non come un estremo rimedio, ma come un segno di speranza e di consolazione. Amministrare l'Unzione prima della morte, quando la persona è ancora in vita e capace di ricevere i suoi benefici spirituali, è la prassi corretta e raccomandata dalla Chiesa. Non esitiamo a chiedere questo Sacramento per i nostri cari, per accompagnarli nel loro cammino verso la casa del Padre. La mia speranza è che questa esposizione chiarisca ogni dubbio e rafforzi la comprensione di questo sacramento fondamentale. Confido che questo sito possa essere una guida affidabile in momenti così delicati della vita.









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