Da Quanti Libri è Composta La Bibbia

La questione di quanti libri compongano la Bibbia è, a prima vista, semplice, eppure si rivela immediatamente intrisa di storia, tradizione e interpretazione. Come custodi del sapere e come guide per la comprensione di testi antichi e sacri, desideriamo offrirvi una risposta che non si limiti a un mero conteggio, ma che vi conduca in un viaggio attraverso le diverse tradizioni e i contesti culturali che hanno plasmato la Bibbia così come la conosciamo oggi.
Affermare con assoluta certezza un numero univoco di libri che la compongono sarebbe riduttivo e fuorviante. La Bibbia non è un’entità monolitica, bensì una collezione di testi formatasi nel corso di secoli, e riconosciuta in modo differente dalle diverse confessioni cristiane e dalla tradizione ebraica.
La Bibbia ebraica, nota come Tanakh, è suddivisa in tre parti principali: la Torah (la Legge o Pentateuco), i Nevi'im (i Profeti) e i Ketuvim (gli Scritti). La Torah comprende i primi cinque libri: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. I Nevi'im si dividono ulteriormente in Profeti Anteriori (Giosuè, Giudici, 1-2 Samuele, 1-2 Re) e Profeti Posteriori (Isaia, Geremia, Ezechiele, e i Dodici Profeti Minori, considerati come un unico libro). I Ketuvim includono Salmi, Proverbi, Giobbe, Cantico dei Cantici, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester, Daniele, Esdra-Neemia (considerati come un unico libro) e 1-2 Cronache. Questo porta a un totale di 24 libri, anche se alcune tradizioni li contano come 39 unendo Rut con Giudici e Lamentazioni con Geremia, oltre a suddividere ulteriormente alcuni libri profetici.
Il Nuovo Testamento, invece, è composto da 27 libri universalmente riconosciuti da tutte le confessioni cristiane principali. Si tratta dei quattro Vangeli (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), gli Atti degli Apostoli, le 13 Epistole di Paolo (Romani, 1-2 Corinzi, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, 1-2 Tessalonicesi, 1-2 Timoteo, Tito, Filemone), l'Epistola agli Ebrei, le Epistole Cattoliche (Giacomo, 1-2 Pietro, 1-2-3 Giovanni, Giuda) e l'Apocalisse.
Pertanto, la divergenza principale risiede nell'Antico Testamento, o Primo Testamento, a seconda della prospettiva confessionale.
Le Divergenze tra le Tradizioni Cristiane
La tradizione cattolica romana, la tradizione ortodossa e le varie confessioni protestanti divergono nel canone dell'Antico Testamento. Questa differenza è radicata nella storia della traduzione e nella scelta dei testi considerati ispirati.
La Chiesa cattolica romana riconosce un canone più ampio rispetto alle chiese protestanti, includendo sette libri o parti di libri aggiuntivi, spesso chiamati deuterocanonici (dal greco "secondo canone"). Questi libri sono: Tobia, Giuditta, 1-2 Maccabei, Sapienza, Siracide (Ecclesiastico), Baruc e alcune aggiunte ai libri di Daniele e di Ester. Questi testi sono presenti nella Septuaginta, la traduzione greca dell'Antico Testamento risalente al III-II secolo a.C., che era la Bibbia comunemente utilizzata dai cristiani nei primi secoli. Il Concilio di Trento nel XVI secolo ha ufficialmente confermato il canone cattolico che include questi libri.
Le Chiese ortodosse generalmente accettano la maggior parte dei libri deuterocanonici riconosciuti dalla Chiesa cattolica, ma il loro canone non è completamente definito e può variare tra le diverse Chiese ortodosse nazionali. Ad esempio, alcune Chiese ortodosse includono anche il Libro III Maccabei, il Libro IV Maccabei (pur riconoscendolo più come un testo storico che canonico), il Salmo 151 e la Lettera di Geremia (considerata parte del libro di Baruc).
Le Chiese protestanti, seguendo la linea adottata dai riformatori del XVI secolo, si attengono al canone ebraico del Tanakh, escludendo i libri deuterocanonici. Martin Lutero, in particolare, pur non negando completamente il valore di questi testi, li considerava utili per la lettura e l'edificazione, ma non al pari dei libri canonici. Questo si traduce in una Bibbia protestante con 66 libri: 39 nell'Antico Testamento e 27 nel Nuovo Testamento.
L'Influenza della Settanta e della Vulgata
Comprendere la storia della traduzione della Bibbia è fondamentale per apprezzare le differenze nel canone. La Settanta (LXX), la traduzione greca dell'Antico Testamento, ha avuto un'enorme influenza sulla formazione del canone cristiano. Questa traduzione includeva i libri deuterocanonici, che erano parte integrante della Bibbia utilizzata dai primi cristiani di lingua greca.
San Girolamo, nel IV secolo, tradusse la Bibbia in latino, producendo la Vulgata. Inizialmente, Girolamo si mostrò scettico nei confronti dei libri deuterocanonici, ma alla fine li incluse nella Vulgata, anche se con alcune riserve. La Vulgata divenne la Bibbia standard della Chiesa cattolica per molti secoli, e la sua influenza sul canone cattolico è innegabile.
La scelta dei testi inclusi nella Settanta e nella Vulgata rifletteva le diverse comunità e tradizioni che contribuirono alla formazione del canone biblico. Non si trattò di una decisione arbitraria, ma di un processo complesso e graduale, guidato dalla fede, dalla tradizione e dalla convinzione che questi testi fossero ispirati da Dio.
La questione dei libri "apocrifi" (termine che, nel contesto protestante, si riferisce ai libri deuterocanonici) è quindi strettamente legata alla storia della traduzione e all'interpretazione del concetto di ispirazione divina.
Un Quadro Riepilogativo
Per riassumere, e al fine di fornire una chiara e concisa risposta alla domanda iniziale, possiamo affermare quanto segue:
- Bibbia Ebraica (Tanakh): 24 libri (o 39, a seconda del metodo di conteggio).
- Bibbia Protestante: 66 libri (39 Antico Testamento + 27 Nuovo Testamento).
- Bibbia Cattolica Romana: 73 libri (46 Antico Testamento + 27 Nuovo Testamento).
- Bibbie Ortodosse: Il numero varia a seconda della Chiesa ortodossa specifica, ma generalmente include i libri deuterocanonici riconosciuti dalla Chiesa cattolica, con possibili aggiunte.
È cruciale comprendere che queste differenze non inficiano la fede fondamentale condivisa da ebrei e cristiani. Tutti riconoscono l'importanza e l'autorità dei testi che condividono, e le divergenze riguardano principalmente l'estensione del canone, ovvero quali testi sono considerati pienamente ispirati e normativi.
In conclusione, la domanda "Da quanti libri è composta la Bibbia?" non ammette una risposta semplice e univoca. La risposta dipende dalla tradizione religiosa e dalla prospettiva confessionale. Speriamo che questa analisi dettagliata e approfondita abbia contribuito a chiarire la complessità di questa questione e a fornire una base solida per ulteriori studi e riflessioni. Il nostro impegno è quello di fornirvi gli strumenti necessari per comprendere appieno la ricchezza e la profondità dei testi sacri, promuovendo un dialogo interreligioso basato sulla conoscenza e sul rispetto reciproco.









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