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Commento Al Vangelo Di Domenica 18 Febbraio 2024


Commento Al Vangelo Di Domenica 18 Febbraio 2024

Eccoci ritrovati, cari amici, per il nostro consueto appuntamento settimanale con la Parola! Immagino che siate già tutti pronti e frementi di curiosità per sviscerare insieme il Vangelo di questa domenica, 18 febbraio 2024. Ebbene, mettetevi comodi, perché ho preparato per voi un'analisi davvero approfondita, ricca di spunti e riflessioni che, spero, vi saranno di grande aiuto per vivere al meglio questa settimana che ci attende.

Come sempre, partiremo dal testo per poi addentrarci nel contesto storico-culturale, esploreremo le figure chiave e, infine, cercheremo di trarre delle conclusioni pratiche, applicabili alla nostra vita di tutti i giorni. Pronti? Via!

Il Vangelo di questa domenica è tratto dal Vangelo secondo Marco (1, 12-15). Ricordo a tutti che stiamo seguendo il ciclo liturgico dell'Anno B. Ascoltiamo, dunque, le parole di Marco:

"In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo»."

Un testo breve, ma denso di significato! Cerchiamo di sviscerarlo punto per punto.

Innanzitutto, notiamo l'immagine forte dello Spirito che "sospinge" Gesù nel deserto. Non si tratta di una semplice guida, ma di una forza che spinge, che costringe quasi. Questo ci fa capire che l'esperienza del deserto è fondamentale nel percorso di Gesù, un passaggio obbligato per prepararsi alla sua missione. Il deserto, luogo di silenzio, di solitudine, di privazione, diventa così il teatro di un intenso confronto con Satana, il tentatore.

Quaranta giorni. Un numero simbolico, che richiama i quaranta anni del popolo di Israele nel deserto, dopo l'esodo dall'Egitto. Un tempo di prova, di purificazione, di discernimento. Anche Gesù, come il suo popolo, affronta il deserto per essere messo alla prova e per rafforzare la sua fede.

La presenza delle "bestie selvatiche" e degli "angeli" crea un contrasto suggestivo. Le bestie rappresentano la parte più selvaggia e istintiva della natura umana, le tentazioni, le paure. Gli angeli, invece, simboleggiano la presenza di Dio, la sua protezione, il suo sostegno. In questo contesto ostile, Gesù non è solo: è sostenuto dalla fede e dall'amore del Padre.

Dopo la prova del deserto, ecco che Gesù inizia la sua missione in Galilea. "Dopo che Giovanni fu arrestato..." Questo dettaglio cronologico è importante perché segna il passaggio di testimone tra Giovanni Battista e Gesù. Giovanni, il precursore, ha preparato la strada; ora tocca a Gesù annunciare il Regno di Dio.

E qual è l'annuncio di Gesù? "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo." Un annuncio rivoluzionario, che cambia la prospettiva. Il "tempo" è compiuto, cioè il tempo dell'attesa è finito. Il Regno di Dio, un regno di giustizia, di pace, di amore, è "vicino", è già presente, anche se in forma embrionale. Ma per entrare in questo Regno, è necessario "convertirsi" e "credere nel vangelo".

La Conversione: Un Cambiamento Radicale

La conversione non è un semplice cambiamento di opinione, ma un cambiamento radicale di mentalità, di cuore, di vita. Significa abbandonare le nostre false sicurezze, i nostri idoli, i nostri egoismi, per aprirci all'amore di Dio e al servizio del prossimo. Significa riconoscere i nostri limiti, i nostri peccati, e chiedere perdono. Significa accogliere il Vangelo come la Parola che illumina il nostro cammino e ci guida verso la vera felicità.

E "credere nel vangelo" significa fidarsi di Gesù, affidarsi a lui, accogliere il suo messaggio di speranza e di salvezza. Significa riconoscere in lui il Figlio di Dio, il Messia atteso, colui che ci rivela l'amore infinito del Padre.

Ora, proviamo a calare questo Vangelo nella nostra realtà quotidiana. Cosa significa per noi, oggi, vivere questo messaggio?

Significa, innanzitutto, affrontare i nostri "deserti". Tutti noi, nella vita, attraversiamo momenti difficili, di solitudine, di prova. Momenti in cui ci sentiamo smarriti, tentati, vulnerabili. Ma è proprio in questi momenti che siamo chiamati a rafforzare la nostra fede, a cercare la presenza di Dio, a chiedere il suo aiuto. Ricordiamoci che Gesù ha vinto la tentazione nel deserto, e anche noi, con la sua grazia, possiamo superare le nostre difficoltà.

Significa, poi, accogliere l'annuncio del Regno di Dio. Il Regno di Dio non è qualcosa di lontano, di astratto, di irraggiungibile. È già presente in mezzo a noi, ogni volta che compiamo un gesto di amore, di solidarietà, di giustizia. Ogni volta che perdoniamo, che accogliamo, che aiutiamo chi è nel bisogno. Siamo chiamati a costruire questo Regno, giorno dopo giorno, con le nostre azioni, con le nostre parole, con la nostra testimonianza.

Significa, infine, convertirci e credere nel vangelo. Non rimandiamo la nostra conversione a domani. Iniziamo oggi stesso a cambiare qualcosa nella nostra vita, a migliorare noi stessi, a diventare più buoni, più generosi, più accoglienti. Apriamoci all'amore di Dio e lasciamoci trasformare dalla sua grazia. Crediamo nel vangelo come nella Parola che ci guida verso la vita eterna.

L'Arresto di Giovanni e la Nuova Era

L'arresto di Giovanni Battista non è un semplice dettaglio cronologico, ma un momento di svolta nella storia della salvezza. Con la sua incarcerazione, si conclude un'epoca, quella della preparazione, e si apre una nuova era, quella dell'annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù.

Giovanni Battista è stato l'ultimo dei profeti, colui che ha preparato la strada al Messia. Con la sua predicazione e il suo battesimo, ha invitato il popolo a convertirsi e a prepararsi all'incontro con il Signore. Ma il suo ruolo è terminato con l'avvento di Gesù.

L'arresto di Giovanni è anche un presagio della sorte che attende Gesù. Anche lui, come il suo precursore, sarà perseguitato, arrestato e condannato a morte. Ma la sua morte non sarà la fine, ma l'inizio di una nuova vita, la vita eterna.

La Galilea: Centro della Nuova Evangelizzazione

Gesù inizia la sua missione in Galilea, una regione considerata marginale, periferica, persino disprezzata dai Giudei più ortodossi. Ma è proprio in questa regione, abitata da pescatori, contadini, gente semplice, che Gesù annuncia il Regno di Dio e compie i suoi primi miracoli.

La scelta della Galilea è significativa. Gesù non si rivolge alle élite religiose e politiche, ma al popolo, ai poveri, agli emarginati. È a loro che è destinato il suo messaggio di speranza e di salvezza.

Anche noi, oggi, siamo chiamati ad andare nelle "Galilee" del nostro tempo, cioè nei luoghi dove c'è più bisogno di amore, di solidarietà, di giustizia. Siamo chiamati ad annunciare il Vangelo ai poveri, agli emarginati, a coloro che sono lontani da Dio.

Spero che queste riflessioni vi siano state utili per comprendere meglio il Vangelo di questa domenica. Vi invito a meditarle nel vostro cuore e a metterle in pratica nella vostra vita. Che il Signore vi benedica e vi protegga sempre!

Ricordate sempre, la Parola di Dio è un tesoro inestimabile, una fonte di vita e di speranza. Non smettiamo mai di cercarla, di ascoltarla, di meditarla e di viverla. Solo così potremo trovare la vera felicità e la pace del cuore.

Arrivederci alla prossima settimana, con un nuovo commento al Vangelo! Che la grazia del Signore sia con tutti voi.

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