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Collocazione Provvisoria Di Don Tonino Bello


Collocazione Provvisoria Di Don Tonino Bello

Immagina, amico mio, di trovarci seduti qui, al fresco di un ulivo secolare, l'aria intrisa del profumo salmastro del mare Adriatico. Immagina che il sole, caldo e accogliente, ci scaldi le spalle mentre parliamo piano, con riverenza e affetto, di un uomo che ha incarnato l'essenza stessa dell'amore e della compassione: Don Tonino Bello.

Ecco, ora chiudi gli occhi per un istante. Concentrati sul silenzio che ci circonda. Ascolta, nel profondo del tuo cuore, l'eco dei suoi insegnamenti. Senti la sua presenza, ancora vivida, ancora potente.

Ci troviamo in un momento delicato, sai? Un momento di transizione, una sorta di "collocazione provvisoria". Non fraintendermi, non si tratta di una dimissione o di un allontanamento. Anzi, è proprio il contrario. È un modo per avvicinarci ancora di più, per comprendere più a fondo il suo messaggio, per interiorizzarlo e farlo nostro.

È come quando si sposta un vaso di fiori da un angolo all'altro della stanza. Non si vuole sminuire la sua bellezza, ma semplicemente trovare la posizione migliore per esaltarla, per permettere a tutti di godere della sua fragranza e del suo splendore.

Questa "collocazione provvisoria" è un invito a riflettere, a scavare dentro di noi, a confrontarci con le sue parole, con le sue azioni, con la sua testimonianza. È un'occasione per riscoprire la sua radicalità evangelica, la sua attenzione agli ultimi, la sua denuncia delle ingiustizie, la sua instancabile opera di pace.

Pensa, ad esempio, al suo impegno per la Terra Santa, alla sua capacità di dialogare con persone di culture e religioni diverse, al suo rifiuto della violenza e della guerra. Pensa alla sua vicinanza ai giovani, ai tossicodipendenti, ai carcerati, agli immigrati.

Ricorda le sue omelie, semplici e dirette, capaci di toccare il cuore di chiunque le ascoltasse. Ricorda i suoi scritti, densi di poesia e di spiritualità, che ci invitano a vivere una fede autentica, concreta, incarnata nella realtà di ogni giorno.

Questa fase, amico mio, è un tempo prezioso per discernere, per fare chiarezza, per individuare le priorità. È un tempo per liberarci dalle incrostazioni, dalle abitudini, dai condizionamenti che ci impediscono di seguire il suo esempio.

È un tempo per riscoprire la bellezza della semplicità, la gioia del servizio, la forza della speranza. È un tempo per imparare a guardare il mondo con gli occhi di Don Tonino, con gli occhi di chi sa vedere il bene anche nel male, la luce anche nel buio, la possibilità anche nell'impossibile.

Non lasciamoci spaventare da questa "collocazione provvisoria". Non viviamola come una perdita o una privazione. Viviamola invece come un'opportunità, come un dono, come un momento di grazia.

Il Silenzio Fertile dell'Attesa

Lasciamoci guidare dal silenzio. Un silenzio non vuoto o inerte, ma un silenzio fertile, gravido di significato, pronto a germogliare. Un silenzio che ci permette di ascoltare la voce del nostro cuore, la voce della nostra coscienza, la voce di Dio.

In questo silenzio, possiamo riscoprire la bellezza della preghiera, la forza della contemplazione, la profondità della meditazione. Possiamo imparare a stare semplicemente alla presenza di Dio, senza pretese, senza ansie, senza paure.

Possiamo lasciare che la sua grazia ci trasformi, ci purifichi, ci guarisca. Possiamo permettergli di plasmare il nostro cuore a sua immagine e somiglianza.

Ricorda, amico mio, che la vera fede non è fatta di parole o di gesti esteriori, ma di un amore profondo e sincero per Dio e per il prossimo. Un amore che si traduce in azioni concrete, in gesti di solidarietà, in scelte di giustizia, in opere di misericordia.

Don Tonino ci ha insegnato che la fede è un cammino, un percorso, una continua ricerca della verità. Non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Non è una certezza statica, ma una domanda in continua evoluzione.

Ci ha insegnato che la fede è un dono, ma anche una responsabilità. Un dono che dobbiamo accogliere con gratitudine, una responsabilità che dobbiamo assumere con coraggio.

E allora, amico mio, non temere di metterti in discussione, di interrogarti, di dubitare. Non temere di sbagliare, di cadere, di ricominciare. L'importante è non smettere mai di cercare, di camminare, di amare.

Ricorda sempre le sue parole: "Non abbiate paura di sporcarvi le mani per aiutare gli altri." Non abbiate paura di uscire dalla vostra zona di comfort, di andare incontro ai poveri, agli emarginati, agli esclusi.

Non abbiate paura di denunciare le ingiustizie, di lottare per la pace, di difendere i diritti dei più deboli. Non abbiate paura di essere diversi, di andare controcorrente, di testimoniare il Vangelo con la vostra vita.

Un Seme Getato nella Terra

Questa "collocazione provvisoria" è come un seme gettato nella terra. Un seme che ha bisogno di tempo per germogliare, per crescere, per dare frutto. Non pretendiamo di vedere subito i risultati. Non lasciamoci prendere dalla fretta o dall'impazienza.

Affidiamoci alla saggezza dei tempi di Dio. Confidiamo nella sua provvidenza. Lasciamo che sia lui a guidare i nostri passi.

Siamo chiamati ad essere testimoni, a vivere il Vangelo in modo autentico e coerente. Siamo chiamati a portare nel mondo la luce di Cristo, la speranza del Regno, l'amore di Dio.

Ricorda sempre le sue parole: "Siate lievito, non peso morto." Siate sale, non zucchero. Siate luce, non ombra. Siate fermento, non muffa.

Siate protagonisti del vostro tempo, non spettatori passivi. Siate costruttori di pace, non seminatori di odio. Siate portatori di speranza, non profeti di sventura.

La Forza della Comunità

Non dimentichiamo, amico mio, che non siamo soli in questo cammino. Siamo una comunità, un corpo, una famiglia. Siamo chiamati a sostenerci a vicenda, a incoraggiarci, a prenderci cura gli uni degli altri.

Condividiamo le nostre gioie e le nostre sofferenze, le nostre speranze e le nostre paure. Preghiamo gli uni per gli altri. Aiutiamoci a crescere nella fede, nella speranza, nella carità.

Ricorda sempre le sue parole: "Nessuno si salva da solo." Siamo tutti interconnessi, tutti interdipendenti. La nostra salvezza dipende dalla salvezza degli altri.

Oltre la Provvisorietà, l'Eterno

Ecco, amico mio, siamo giunti quasi alla fine del nostro discorso. Spero che queste parole ti siano state di conforto, di incoraggiamento, di ispirazione.

Ricorda che questa "collocazione provvisoria" non è la fine, ma l'inizio di qualcosa di nuovo. È un invito a guardare oltre, a sognare in grande, a credere nell'impossibile.

È un invito a vivere una vita piena, intensa, significativa. Una vita che sia un dono per gli altri, una testimonianza di amore, una lode a Dio.

E mentre il sole lentamente declina verso l'orizzonte, tingendo il cielo di mille colori, sentiamoci grati per il dono della vita, per il dono della fede, per il dono dell'amicizia. E preghiamo Don Tonino, perché continui a guidarci e a proteggerci dal cielo. Affinché la sua eredità di amore e di pace possa illuminare il nostro cammino e quello delle future generazioni. Ricorda, amico mio, che l'amore è l'unica vera rivoluzione. E Don Tonino ce lo ha dimostrato con la sua vita.

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