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Cantico Delle Creature In Italiano


Cantico Delle Creature In Italiano

Fratelli e Sorelle,

Accostiamoci con umiltà e venerazione al Cantico delle Creature, noto anche come Laudes Creaturarum, un inno che trascende i secoli e si radica profondamente nell'anima di chi lo contempla. Non è semplicemente una composizione poetica, ma una preghiera, un'esplosione di amore e gratitudine che San Francesco d'Assisi ha elevato al Creatore, contemplando la bellezza e la perfezione del creato.

Questa sublime espressione di spiritualità francescana non è nata in un momento di gioia spensierata, bensì nel cuore di una sofferenza fisica e spirituale acuta. Francesco, provato dalla malattia e dalla cecità incipiente, confinato a San Damiano, trovò la forza di elevare il suo spirito al di sopra delle miserie terrene, scorgendo in ogni elemento della natura un riflesso della bontà divina. Il Cantico non è dunque un'evasione dalla realtà, ma un’immersione profonda in essa, una trasfigurazione della sofferenza in lode.

La lingua utilizzata nel Cantico è il volgare umbro, un linguaggio semplice e diretto, comprensibile al popolo, ma al contempo ricco di musicalità e profondità espressiva. Francesco, lungi dall'adottare il latino colto utilizzato nei testi liturgici ufficiali, sceglie la lingua del cuore, la lingua con cui la gente comune si esprimeva, per comunicare la sua gioia e la sua riconoscenza a Dio. Questo approccio rivoluzionario testimonia la sua volontà di rendere la preghiera accessibile a tutti, senza distinzione di ceto sociale o livello di istruzione.

Analizziamo nel dettaglio alcuni dei passaggi più significativi del Cantico. Iniziamo con l'invocazione iniziale: "Altissimu, onnipotente, bon Signore, / Tue so' le laude, la gloria e l'onore et onne benedizione." Queste parole immediate e potenti riconoscono la trascendenza di Dio, la sua potenza infinita e la sua bontà incommensurabile. La formula "Tue so'" sottolinea che ogni lode, ogni gloria, ogni onore e ogni benedizione appartengono esclusivamente a Lui, al Creatore di ogni cosa. Francesco non si attribuisce alcun merito, ma si pone come umile strumento attraverso il quale la creazione intera rende omaggio al suo Signore.

Proseguiamo con la celebrazione di Frate Sole: "Laudato sie, mi' Signore, cum tutte le Tue creature, / spetialmente messer lo frate Sole, / lo quale è iorno, et allumini noi per lui." Il Sole, "messer lo frate Sole", è il primo elemento del creato ad essere invocato. Francesco lo personifica, attribuendogli il titolo di "fratello", stabilendo un legame di parentela spirituale con questo astro che illumina e riscalda il mondo. Il Sole è visto come una manifestazione della luce divina, un simbolo della presenza di Dio che rischiara le tenebre dell'ignoranza e della sofferenza. La luce, infatti, è un tema ricorrente nella spiritualità francescana, rappresentando la conoscenza, la verità e la grazia divina.

Consideriamo ora l'esaltazione di Sorella Luna e delle Stelle: "Laudato si', mi' Signore, per sora Luna e le stelle: / in celu l'hai formate clarite et preziose et belle." La Luna e le Stelle, create "clarite et preziose et belle", testimoniano la bellezza e l'ordine dell'universo. La loro luce soffusa e misteriosa evoca la presenza di Dio nella notte, un invito alla contemplazione e alla riflessione. Diversamente dalla luce intensa del Sole, la luce della Luna e delle Stelle è più intima e discreta, suggerendo un rapporto più personale e diretto con il divino. Francesco, nella sua profonda sensibilità, percepisce la bellezza intrinseca di ogni elemento del creato, attribuendo un valore spirituale anche alle cose apparentemente più semplici e comuni.

<h2>Il Valore Spirituale dell'Acqua, del Vento e del Fuoco</h2>

Il Cantico prosegue con l'elogio di altri elementi essenziali per la vita: il Vento, l'Acqua e il Fuoco. "Laudato si', mi' Signore, per frate Vento / et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, / per lo quale a le Tue creature dài sustentamento." Il Vento, con la sua forza impetuosa e la sua capacità di trasportare semi e pollini, è visto come un simbolo della potenza divina che sostiene la vita. Attraverso il Vento, Dio provvede al sostentamento di tutte le creature, garantendo la continuità del ciclo vitale. Il Vento è anche associato all'aria, al cielo sereno e nuvoloso, a tutte le manifestazioni atmosferiche che regolano il clima e la vegetazione.

"Laudato si', mi' Signore, per sora Acqua, / la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta." L'Acqua, "sora Acqua", è esaltata per la sua utilità, umiltà, preziosità e castità. Essa è essenziale per la vita di tutte le creature, dissetando, irrigando e purificando. L'Acqua è anche un simbolo di purificazione spirituale, un elemento che lava via le impurità e rinnova l'anima. La sua umiltà si manifesta nella sua capacità di adattarsi a qualsiasi forma e di scorrere nei luoghi più impervi. La sua preziosità è dovuta alla sua rarità e alla sua importanza vitale. La sua castità, infine, si riferisce alla sua purezza e alla sua capacità di riflettere la luce divina.

"Laudato si', mi' Signore, per frate Focu, / per lo quale ennallumini la nocte: / et ello è bello et iocundo et robustoso et forte." Il Fuoco, "frate Focu", è lodato per la sua capacità di illuminare la notte, per la sua bellezza, giocondità, robustezza e forza. Il Fuoco è un simbolo di energia, di trasformazione e di purificazione. Esso riscalda, illumina e trasforma la materia. La sua bellezza si manifesta nelle sue fiamme danzanti e nel suo calore avvolgente. La sua giocondità si esprime nella sua capacità di rallegrare e di confortare. La sua robustezza e forza, infine, si rivelano nella sua capacità di distruggere e di rinnovare. Il Fuoco è anche associato allo Spirito Santo, che infiamma i cuori e illumina le menti.

<h2>La Celebrazione della Madre Terra e del Perdono</h2>

Il Cantico raggiunge un culmine emotivo con la celebrazione di Madre Terra: "Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, / la quale ne sustenta et governa, / et produce diversi fructi con coloriti flori et herba." La Terra, "sora nostra matre Terra", è esaltata per la sua capacità di sostentare e governare, di produrre frutti diversi, fiori colorati ed erba. La Terra è vista come una madre amorevole che nutre e protegge i suoi figli. Essa offre loro cibo, riparo e bellezza. Francesco, nella sua profonda saggezza, riconosce l'importanza di rispettare e proteggere la Terra, comprendendo che la nostra sopravvivenza dipende dalla sua salute e dal suo benessere. L'immagine della Terra come madre evoca un senso di responsabilità e di cura nei confronti del creato.

Il Cantico si conclude con un invito al perdono e alla pace: "Laudato si' mi' Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore, / et sostengono infirmitate et tribulatione. / Beati quelli che 'l sosterranno in pace, / ca da Te, Altissimo, sirano incoronati." Francesco loda coloro che perdonano per amore di Dio e che sopportano infermità e tribolazioni. Egli proclama beati coloro che sopportano con pazienza e in pace, promettendo loro una ricompensa celeste. Il perdono e la pazienza sono visti come virtù fondamentali per raggiungere la salvezza eterna. Francesco, nella sua esperienza personale di sofferenza e malattia, comprende l'importanza di accettare le difficoltà con serenità e di perdonare coloro che ci hanno offeso.

Il Cantico delle Creature non è soltanto un capolavoro letterario, ma un testamento spirituale, un invito a contemplare la bellezza del creato e a riconoscere la presenza di Dio in ogni cosa. È una preghiera che ci esorta a vivere in armonia con la natura, a rispettare ogni forma di vita e a promuovere la pace e il perdono tra gli uomini. È un messaggio di speranza e di amore che risuona ancora oggi con la stessa forza e la stessa intensità di otto secoli fa. Studiare, comprendere e meditare su questo inno significa avvicinarsi al cuore della spiritualità francescana e scoprire un modo nuovo di relazionarsi con il mondo e con il Creatore. La sua risonanza persiste, invitandoci a un rinnovato apprezzamento per la sacralità del creato e a un impegno attivo per la sua protezione.

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