Vuolsi Così Colà Dove Si Puote

Capita a volte, non è vero? Di sentirsi impotenti, bloccati, di fronte a situazioni che sembrano insormontabili. Che si tratti di un sistema burocratico kafkiano, di un'ingiustizia palese, o semplicemente di una difficoltà personale, la sensazione è la stessa: un senso di frustrazione e l'impressione di sbattere contro un muro invalicabile.
Immaginate di essere un piccolo imprenditore che cerca disperatamente di ottenere un permesso per espandere la propria attività, ma le scartoffie, i cavilli e i tempi biblici della burocrazia sembrano sabotare ogni vostro sforzo. Oppure pensate a un cittadino che denuncia un illecito, ma si scontra con l'indifferenza delle autorità competenti. Queste non sono solo storie, sono realtà vissute da molte persone ogni giorno. E in questi momenti, l'espressione "Vuolsi così colà dove si puote", tratta dall'Inferno di Dante, può risuonare come una resa incondizionata, un'ammissione di impotenza.
Ma è davvero così? Dobbiamo accettare passivamente il destino, piegarci al volere di forze superiori, rinunciare a lottare per ciò che riteniamo giusto? Cerchiamo di esplorare questa complessa questione, analizzando le diverse sfaccettature di questa frase apparentemente fatalista e proponendo alcune riflessioni su come affrontare le situazioni in cui ci sentiamo bloccati.
Comprendere "Vuolsi così colà dove si puote"
Nel Canto III dell'Inferno, Virgilio pronuncia queste parole per zittire Caronte, il traghettatore infernale, che si rifiuta di trasportare Dante nell'aldilà. In sostanza, Virgilio sta dicendo: "È così che si vuole lassù [in cielo], dove si ha il potere di fare ciò che si vuole". È un ordine, un'affermazione di un potere superiore che non può essere messo in discussione.
La frase può essere interpretata in diversi modi:
- Accettazione del destino: Un'interpretazione pessimista suggerisce che dobbiamo rassegnarci a ciò che non possiamo cambiare, accettare il nostro destino senza opporci.
- Riconoscimento di un'autorità: La frase riconosce l'esistenza di un potere superiore, che sia divino, politico o sociale, a cui dobbiamo sottostare.
- Strategia di sopravvivenza: In alcuni contesti, accettare temporaneamente una situazione sfavorevole può essere una strategia per evitare conseguenze peggiori e prepararsi a combattere in un momento più opportuno.
Tuttavia, è importante sottolineare che l'accettazione passiva non è l'unica risposta. Anzi, spesso è proprio la capacità di non accettare lo status quo, di sfidare le convenzioni e di lottare per ciò in cui si crede che ha portato a grandi cambiamenti nella storia.
Le Controargomentazioni: Quando la Resa Non è un'Opzione
Alcuni potrebbero sostenere che accettare "Vuolsi così colà dove si puote" significa rinunciare alla propria libertà, abdicare alla propria responsabilità di cittadini attivi e complici di un sistema ingiusto. E in parte hanno ragione. Se tutti accettassero passivamente ogni imposizione, il mondo sarebbe un luogo molto diverso, probabilmente molto peggiore.
Pensate ai movimenti per i diritti civili, alle lotte per la liberazione dal colonialismo, alle battaglie per la parità di genere. Tutti questi progressi sono stati possibili grazie a persone che si sono rifiutate di accettare il "vuolsi così" imposto dalle autorità e hanno lottato per un mondo più giusto. Il "vuolsi così" è spesso una giustificazione per mantenere lo status quo, per preservare il potere di chi lo detiene. E questo non significa necessariamente che sia giusto o ineluttabile.
Tuttavia, è fondamentale distinguere tra ribellione cieca e resistenza consapevole. Lottare contro un sistema oppressivo richiede strategia, intelligenza e, soprattutto, consapevolezza delle proprie forze e dei propri limiti. Affrontare un potere superiore frontalmente, senza una preparazione adeguata, può essere controproducente e portare a conseguenze negative.
Trovare il Proprio "Colà Dove Si Puote": Strategie per l'Azione
Allora, come possiamo affrontare le situazioni in cui ci sentiamo impotenti, senza rinunciare alla nostra dignità e alla nostra volontà di cambiamento? Ecco alcune strategie:
1. Analisi della Situazione
- Identificare il problema: Definire con precisione la natura del problema e le sue cause.
- Valutare le proprie risorse: Quali sono le nostre capacità, le nostre conoscenze, i nostri contatti che possono aiutarci a risolvere il problema?
- Individuare gli alleati: Chi sono le persone o le organizzazioni che condividono i nostri obiettivi e che possono sostenerci?
2. Azioni Concrete
- Ricerca di informazioni: Informarsi sulle leggi, i regolamenti e le procedure che regolano la situazione.
- Comunicazione efficace: Esprimere le proprie ragioni in modo chiaro, conciso e rispettoso, cercando di sensibilizzare le persone coinvolte.
- Costruzione di coalizioni: Unirsi ad altri individui o gruppi che condividono i nostri obiettivi per aumentare il nostro potere di influenza.
- Ricorso alle vie legali: Se necessario, rivolgersi alle autorità competenti o ai tribunali per far valere i propri diritti.
3. Cambiare Prospettiva
- Accettare ciò che non si può cambiare: Concentrarsi sulle aree in cui si ha un impatto reale. Non sprecare energie in battaglie perse in partenza.
- Imparare dagli errori: Analizzare i propri fallimenti per capire cosa si può fare di diverso in futuro.
- Mantenere la speranza: Credere nella possibilità di un cambiamento positivo e non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà.
Un'analogia utile è quella del giardiniere. Il giardiniere non può controllare il clima o la composizione del terreno, ma può scegliere quali piante coltivare, come concimarle e come proteggerle dalle intemperie. Analogamente, noi non possiamo controllare tutti gli aspetti della nostra vita, ma possiamo scegliere come reagire alle difficoltà, quali valori difendere e come contribuire a creare un mondo migliore.
Ricordate, "Vuolsi così colà dove si puote" non deve essere una scusa per l'immobilismo. Può essere, invece, uno spunto per riflettere sul nostro ruolo nel mondo e per trovare il nostro personale "colà dove si puote", il luogo in cui possiamo esercitare il nostro potere, la nostra influenza e la nostra capacità di fare la differenza.
In definitiva, la domanda che dobbiamo porci non è "Devo accettare passivamente questa situazione?", ma "Cosa posso fare, concretamente, per migliorare le cose?" La risposta a questa domanda, anche se piccola e apparentemente insignificante, può essere l'inizio di un grande cambiamento.
Quali sono le piccole azioni che puoi intraprendere oggi per affrontare una situazione che ti sembra insormontabile?







