Vangelo Domenica 9 Giugno 2024

Ecco un articolo sul Vangelo di Domenica 9 Giugno 2024, scritto in italiano, con l'obiettivo di stabilire fiducia e credibilità:
Il Vangelo di domenica 9 giugno 2024 ci trasporta nel cuore del Regno di Dio, con una forza e una chiarezza che risuonano attraverso i secoli. In questa domenica, che cade immediatamente dopo la Solennità della Santissima Trinità, la liturgia ci offre un brano tratto dal Vangelo secondo Marco (3,20-35). Un passaggio denso, ricco di spunti di riflessione e di sfide per la nostra vita quotidiana.
L'ambientazione è quella di una casa, un luogo intimo e familiare, ma presto invaso dalla folla. La fama di Gesù si diffonde a macchia d'olio e la gente accorre da ogni dove per ascoltare le sue parole, per essere guarita, per essere toccata dalla sua presenza. Questa folla, bramosa e insistente, rappresenta l'umanità intera nella sua ricerca di senso e di salvezza.
Il Ritorno a Casa e le Incomprensioni
Il versetto 20 ci dice che Gesù "tornò a casa". Un ritorno che, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, non è accolto con gioia e serenità. Anzi, la situazione precipita immediatamente. La folla è talmente numerosa che Gesù e i suoi discepoli non riescono nemmeno a mangiare. Un quadro di febbrile attività, di un'urgenza che travolge tutto.
Ma il problema più grave non è la mancanza di tempo per nutrirsi. Il problema è rappresentato da coloro che "sentito questo, i suoi andarono per prenderlo, perché dicevano: «È fuori di sé»" (v. 21). Chi sono questi "suoi"? Il testo greco originale utilizza il termine "hoi par' autou", che può essere tradotto in diversi modi: "i suoi parenti", "i suoi familiari", "quelli che gli appartenevano". Indipendentemente dalla traduzione precisa, è chiaro che si tratta di persone vicine a Gesù, persone che dovrebbero conoscerlo e comprenderlo meglio di chiunque altro.
Eppure, queste persone non comprendono. Anzi, giudicano. Lo ritengono "fuori di sé", pazzo, squilibrato. Un giudizio severo e doloroso, che rivela una profonda incomprensione della missione e dell'identità di Gesù. La loro reazione è dettata dalla paura, dalla preoccupazione per la sua salute, ma anche dalla difficoltà di accettare la radicalità del suo messaggio. Preferirebbero un Gesù più moderato, più conforme alle aspettative sociali e religiose del tempo. Ma Gesù non si lascia imbrigliare in queste categorie.
Questo episodio ci invita a riflettere sulla nostra capacità di comprendere coloro che ci sono vicini, soprattutto quando le loro scelte e il loro modo di vivere ci appaiono strani o incomprensibili. Quante volte, anche noi, giudichiamo frettolosamente gli altri, senza cercare di capire le motivazioni profonde che li spingono ad agire in un determinato modo?
La reazione dei parenti di Gesù è un monito a non cadere nella trappola del giudizio superficiale, a coltivare l'empatia e la comprensione, a non avere paura della diversità.
L'Accusa degli Scribi e la Potenza di Dio
La situazione si complica ulteriormente con l'arrivo degli scribi da Gerusalemme. Questi, non contenti di giudicare Gesù, lo accusano apertamente di essere posseduto da Belzebù, il principe dei demoni. "Costui è posseduto da Belzebù e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni" (v. 22).
Un'accusa gravissima, che mira a screditare Gesù e la sua opera agli occhi della folla. Gli scribi, rappresentanti dell'autorità religiosa del tempo, non possono accettare che un uomo semplice come Gesù possa compiere miracoli e attirare a sé così tanta gente. Vedono in lui una minaccia al loro potere e alla loro influenza.
Gesù non si lascia intimidire da queste accuse infamanti. Con una serie di parabole semplici e incisive, smonta le argomentazioni degli scribi e dimostra l'assurdità delle loro affermazioni. "Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Se dunque satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma è finito" (vv. 23-26).
Con queste parole, Gesù mette in evidenza la contraddizione interna dell'accusa degli scribi. Come potrebbe satana scacciare satana? Sarebbe un suicidio! La potenza che Gesù esercita non è una potenza demoniaca, ma una potenza divina, una potenza che libera dal male e che porta salvezza.
Gesù conclude il suo discorso con un'immagine forte e suggestiva: "Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose, se prima non lega l'uomo forte; altrimenti non potrà saccheggiargli la casa" (v. 27). Questa immagine ci rivela che Gesù è più forte di satana, che è venuto per liberare l'umanità dalla schiavitù del male e per instaurare il Regno di Dio.
Questo brano del Vangelo ci invita a discernere la vera origine del potere. Il potere di Gesù non è un potere di dominio e di oppressione, ma un potere di amore e di liberazione. È un potere che si manifesta nella cura dei malati, nell'accoglienza dei poveri, nella denuncia delle ingiustizie.
La Vera Famiglia di Gesù
Il brano si conclude con un episodio toccante e significativo. Mentre Gesù sta parlando alla folla, gli viene detto che sua madre e i suoi fratelli sono fuori e lo stanno cercando. "Ecco tua madre e i tuoi fratelli sono fuori e ti cercano" (v. 31).
Gesù, senza scomporsi, risponde: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?" (v. 33). E, guardando coloro che gli stavano seduti attorno, aggiunge: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque fa la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre" (vv. 34-35).
Con queste parole, Gesù rivoluziona il concetto di famiglia. Non si tratta più di un legame di sangue, ma di un legame spirituale, di una comunione di intenti e di una condivisione della fede. La vera famiglia di Gesù è composta da coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica nella loro vita.
Questa affermazione di Gesù non sminuisce l'importanza della famiglia naturale, ma la trascende. Il legame di sangue è importante, ma non è sufficiente. Per far parte della vera famiglia di Gesù, è necessario aderire al suo messaggio, seguire il suo esempio, impegnarsi a fare la volontà di Dio.
Questo brano del Vangelo ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la famiglia di Gesù, con la comunità cristiana. Siamo veramente disposti a mettere in pratica il Vangelo nella nostra vita, ad accogliere gli altri come fratelli e sorelle, a impegnarci per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno?
In conclusione, il Vangelo di domenica 9 giugno 2024 ci offre una profonda riflessione sulla natura del Regno di Dio, sulla difficoltà di comprendere la missione di Gesù e sull'importanza di fare la volontà di Dio per far parte della sua vera famiglia. Un invito a superare i pregiudizi, ad accogliere la diversità e ad impegnarci per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno.








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