Uomini Mezzi Uomini Ominicchi E Quaquaraquà

La celebre frase "Uomini, mezziuomini, ominicchi e quaquaraquà" (Uomini, mezz'uomini, ometti e quaquaraquà) è un'espressione resa popolare dal film "Il giorno della civetta", tratto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia. Sebbene radicata in un contesto specifico, quello della mafia siciliana, la sua risonanza travalica i confini regionali e temporali, proponendosi come una riflessione acuta e spietata sulla stratificazione del potere, della dignità e del valore umano.
L'Anatomia di una Gerarchia Morale
L'efficacia di questa espressione risiede nella sua semplicità disarmante e nella sua capacità di delineare una gerarchia morale ben precisa. Analizziamo i singoli elementi:
Gli Uomini: la vera statura morale
Gli "Uomini" rappresentano la vetta di questa piramide. Non si tratta semplicemente di maschi adulti, ma di individui dotati di integrità, coraggio e senso di responsabilità. Sono persone che si assumono le proprie responsabilità, che mantengono la parola data e che difendono i propri valori, anche a costo di sacrifici personali. La loro autorità non deriva dalla forza bruta o dall'esercizio del potere, ma dal rispetto che si guadagnano con il loro comportamento.
In un contesto mafioso, paradossalmente, l'"Uomo" può essere colui che, pur coinvolto in attività illecite, rispetta un certo codice d'onore e dimostra lealtà. Tuttavia, in un'accezione più ampia e positiva, l'"Uomo" è colui che si distingue per la sua capacità di fare la cosa giusta, anche quando è difficile o impopolare.
I Mezziuomini: l'ambiguità della mediocrità
I "Mezziuomini" occupano una posizione intermedia, sospesa tra l'integrità e la codardia. Sono individui che mancano della forza d'animo necessaria per opporsi alle ingiustizie e che spesso si lasciano trascinare dagli eventi. Sono capaci di gesti di coraggio occasionali, ma non possiedono la coerenza e la fermezza necessarie per essere considerati veri "Uomini".
La loro caratteristica principale è l'ambiguità. Possono apparire onesti e affidabili in superficie, ma la loro morale è spesso flessibile e adattabile alle circostanze. Sono i compromessi incarnati, pronti a rinunciare ai propri principi pur di evitare problemi o ottenere vantaggi personali. Il "Mezzuomo" è colui che, pur conoscendo la verità, preferisce tacere per non inimicarsi i potenti.
Gli Ominicchi: la bassezza dell'opportunismo
Gli "Ominicchi" rappresentano un gradino ancora più basso nella scala morale. Sono individui privi di spina dorsale, pronti a tutto pur di ottenere un vantaggio personale. La loro lealtà è meramente strumentale e la loro moralità inesistente. Sono i servi dei potenti, pronti a eseguire qualsiasi ordine, anche il più vile, pur di compiacere i loro superiori.
L'"Ominicchio" si distingue per la sua meschinità e per la sua incapacità di provare empatia. È disposto a calpestare gli altri per arrivare al successo e non si fa scrupoli a tradire i propri amici pur di ottenere un favore. La sua esistenza è interamente subordinata alla volontà altrui, e la sua identità è definita esclusivamente dal ruolo che ricopre all'interno della gerarchia di potere.
I Quaquaraquà: l'ombra dell'insignificanza
I "Quaquaraquà" occupano il gradino più basso di questa gerarchia. Sono individui completamente privi di valore, considerati insignificanti e manipolabili. Il termine stesso, onomatopeico, suggerisce un suono vuoto, privo di significato. Sono le pedine del sistema, utilizzate e gettate via senza rimpianti.
Il "Quaquaraquà" è colui che non conta nulla, la cui opinione non viene ascoltata e la cui esistenza è ignorata. È il perfetto esecutore degli ordini, incapace di pensiero critico e privo di qualsiasi ambizione. La sua unica ragione di vita è obbedire e sopravvivere, senza mai mettere in discussione l'autorità dei superiori.
Rilevanza nel Mondo Contemporaneo
Sebbene l'espressione "Uomini, mezziuomini, ominicchi e quaquaraquà" sia nata in un contesto specifico, la sua attualità è sorprendente. Possiamo ritrovare questa gerarchia morale in molti ambiti della vita, dalla politica al mondo del lavoro, fino alle dinamiche sociali.
Ad esempio, in politica, gli "Uomini" potrebbero essere quei leader che si battono per i propri ideali, anche quando ciò significa andare controcorrente. I "Mezziuomini" potrebbero essere quei politici che si lasciano influenzare dalle lobby e dai poteri forti. Gli "Ominicchi" potrebbero essere i funzionari corrotti che eseguono gli ordini dei politici senza scrupoli. E i "Quaquaraquà" potrebbero essere i cittadini disillusi che non partecipano alla vita politica e si lasciano manipolare dai media.
Nel mondo del lavoro, gli "Uomini" potrebbero essere i manager che si prendono cura dei propri dipendenti e che si battono per un ambiente di lavoro equo e rispettoso. I "Mezziuomini" potrebbero essere i colleghi che si limitano a fare il proprio lavoro senza prendere posizione di fronte alle ingiustizie. Gli "Ominicchi" potrebbero essere i leccapiedi che si fanno strada sfruttando gli altri. E i "Quaquaraquà" potrebbero essere i precari che vengono sfruttati e umiliati senza poter reagire.
Anche nelle dinamiche sociali possiamo individuare questa gerarchia. Gli "Uomini" potrebbero essere gli attivisti che si battono per i diritti umani e per la giustizia sociale. I "Mezziuomini" potrebbero essere i cittadini che si limitano a lamentarsi dei problemi senza fare nulla per risolverli. Gli "Ominicchi" potrebbero essere i bulli che si divertono a tormentare i più deboli. E i "Quaquaraquà" potrebbero essere le vittime che subiscono le prepotenze senza reagire.
Un esempio concreto può essere trovato nell'analisi delle reazioni al fenomeno della corruzione. Gli "Uomini" denunciano la corruzione e si battono per la trasparenza. I "Mezziuomini" disapprova la corruzione in privato, ma preferisce non esporsi pubblicamente. Gli "Ominicchi" partecipano attivamente alla corruzione per ottenere vantaggi personali. I "Quaquaraquà" subiscono passivamente la corruzione senza poterla contrastare.
Dati statistici sulla partecipazione civica e sulla fiducia nelle istituzioni possono indirettamente fornire una misura della prevalenza di ciascuna di queste categorie nella società. Una bassa partecipazione civica e una scarsa fiducia nelle istituzioni potrebbero indicare una predominanza di "Mezziuomini", "Ominicchi" e "Quaquaraquà", mentre una forte partecipazione civica e una elevata fiducia nelle istituzioni potrebbero indicare una maggiore presenza di "Uomini".
Conclusione: Un Invito all'Azione
La frase "Uomini, mezziuomini, ominicchi e quaquaraquà" non è solo una descrizione della realtà, ma anche un invito all'azione. Ci spinge a interrogarci sul nostro ruolo nella società e a decidere a quale categoria vogliamo appartenere. Vogliamo essere "Uomini", capaci di fare la cosa giusta anche quando è difficile? O vogliamo accontentarci di essere "Mezziuomini", "Ominicchi" o "Quaquaraquà", rinunciando alla nostra dignità e al nostro potenziale?
La risposta a questa domanda non è semplice e richiede un impegno costante. Dobbiamo sforzarci di coltivare le virtù che contraddistinguono gli "Uomini": l'integrità, il coraggio, la responsabilità e l'empatia. Dobbiamo imparare a dire di no alle ingiustizie e a difendere i nostri valori, anche a costo di sacrifici personali. Dobbiamo smettere di accontentarci della mediocrità e aspirare a qualcosa di più grande.
Il cambiamento inizia da noi stessi. Se ognuno di noi si impegna a essere un "Uomo", possiamo costruire una società più giusta, più equa e più rispettosa della dignità umana. Non accontentiamoci di essere spettatori passivi, ma diventiamo protagonisti del nostro destino.
Scegliamo di essere Uomini, non mezziuomini, ominicchi o quaquaraquà. Il futuro della nostra società dipende da questo.


![Uomini Mezzi Uomini Ominicchi E Quaquaraquà IMCDb.org: 1983 Audi 100 C3 [Typ 44] in "Uomini uomini uomini, 1995"](http://www.imcdb.org/i560957.jpg)




