Storia D'italia Dal 1861 Ad Oggi Riassunto

Capita spesso di sentirsi sopraffatti dalla quantità di storia che ci circonda, soprattutto quando si parla di un paese ricco di eventi come l'Italia. Concentrarsi sul periodo dal 1861 ad oggi, ovvero dall'Unità d'Italia, può sembrare un'impresa ardua. Ma non temere, cercheremo di districarci in questo complesso percorso storico in modo chiaro e accessibile.
Partiamo dal principio: l'Unità d'Italia, un sogno a lungo inseguito, si concretizza nel 1861. Ma cosa significava realmente essere "italiani" in quel momento? E quali sfide si sono presentate subito dopo?
L'Italia Unita: Tra Sfide e Speranze (1861-1915)
L'Unità, pur essendo un momento di grande entusiasmo, si rivelò subito più complessa del previsto. Il paese era profondamente diviso: economicamente, socialmente e culturalmente. Il Nord, più industrializzato e ricco, contrastava con il Sud, ancora prevalentemente agricolo e segnato da forti disuguaglianze.
L'analfabetismo era diffuso, soprattutto nelle campagne. Secondo i dati dell'epoca, la maggior parte della popolazione non sapeva leggere né scrivere. Questa situazione rendeva difficile la costruzione di una vera identità nazionale. Si cercò di ovviare attraverso l'istituzione della scuola elementare obbligatoria e gratuita, ma i risultati richiesero tempo.
Un altro problema cruciale era la "Questione Romana", ovvero il conflitto tra il Regno d'Italia e la Chiesa cattolica, che non riconosceva l'annessione di Roma. La presa di Roma nel 1870, che divenne capitale del Regno, segnò la fine dello Stato Pontificio e acuì ulteriormente le tensioni.
Nonostante le difficoltà, il Regno d'Italia cercò di modernizzarsi e di inserirsi nel contesto europeo. Si sviluppò l'industria, soprattutto al Nord, e si avviò una politica coloniale, con l'obiettivo di espandere l'influenza italiana in Africa. Tuttavia, le avventure coloniali si rivelarono spesso costose e poco efficaci, come dimostrò la sconfitta di Adua nel 1896.
L'emigrazione fu un fenomeno di massa in questo periodo. Milioni di italiani, soprattutto dal Sud, lasciarono il paese in cerca di lavoro e di una vita migliore, diretti verso le Americhe, l'Europa e l'Australia. Questo fenomeno ebbe un impatto significativo sull'economia italiana, ma anche sulla società, con la perdita di forza lavoro e il radicamento di comunità italiane all'estero.
Il Giolittismo e la vigilia della Grande Guerra
All'inizio del XX secolo, l'Italia conobbe un periodo di relativa stabilità politica ed economica sotto la guida di Giovanni Giolitti. Giolitti, un abile politico, cercò di conciliare gli interessi delle diverse classi sociali, introducendo riforme sociali (come la tutela del lavoro minorile e femminile) e promuovendo lo sviluppo economico. Il suo metodo, però, era spesso criticato per il suo carattere trasformista e per l'uso del clientelismo.
Nel 1914, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale divise profondamente l'opinione pubblica italiana. Neutralisti e interventisti si scontrarono duramente. Alla fine, l'Italia entrò in guerra nel 1915 a fianco dell'Intesa, spinta dalle promesse territoriali e dalla volontà di completare l'Unità nazionale con l'annessione di Trento e Trieste.
Il Ventennio Fascista e la Seconda Guerra Mondiale (1922-1945)
La Prima Guerra Mondiale ebbe conseguenze devastanti per l'Italia. Il paese uscì indebolito dal conflitto, con un'economia in crisi, tensioni sociali e un forte sentimento di insoddisfazione per la "vittoria mutilata" (ovvero la mancata assegnazione di tutti i territori promessi). In questo clima di instabilità, si affermò il fascismo.
Benito Mussolini, approfittando della crisi politica e sociale, salì al potere nel 1922 con la Marcia su Roma. Il regime fascista instaurò una dittatura che soppresse le libertà individuali, limitò la libertà di stampa e perseguitò gli oppositori politici. Allo stesso tempo, il regime promosse una politica di "bonifica integrale", di costruzione di nuove infrastrutture e di propaganda per rafforzare il consenso.
Nel 1938, il regime fascista introdusse le leggi razziali, che discriminavano gli ebrei italiani, privandoli dei loro diritti civili e politici. Questa decisione, ispirata all'ideologia nazista, segnò una delle pagine più buie della storia italiana.
Nel 1940, l'Italia entrò nella Seconda Guerra Mondiale a fianco della Germania nazista. La guerra si rivelò un disastro per l'Italia. Le campagne militari furono fallimentari, il paese fu invaso dagli Alleati e il regime fascista crollò nel 1943.
L'Italia fu divisa in due: al Nord si costituì la Repubblica Sociale Italiana, un regime fantoccio sotto il controllo tedesco, mentre al Sud si formò un governo provvisorio che affiancò gli Alleati nella lotta contro il nazifascismo. La Resistenza, un movimento di lotta partigiana, ebbe un ruolo fondamentale nella liberazione del paese.
Dalla Ricostruzione alla Repubblica (1946-Oggi)
La fine della Seconda Guerra Mondiale segnò un nuovo inizio per l'Italia. Nel 1946, un referendum popolare sancì la fine della monarchia e la nascita della Repubblica. Venne eletta un'Assemblea Costituente che elaborò la Costituzione, entrata in vigore nel 1948. La Costituzione italiana, ancora oggi in vigore, è basata sui principi della democrazia, della libertà, dell'uguaglianza e del lavoro.
Gli anni della ricostruzione furono difficili ma segnati da un forte spirito di rinascita. Grazie agli aiuti del Piano Marshall, l'Italia conobbe un periodo di straordinario sviluppo economico, il cosiddetto "miracolo economico". L'industria si sviluppò, l'occupazione aumentò e il tenore di vita migliorò significativamente.
Negli anni '60 e '70, l'Italia fu attraversata da forti tensioni sociali e politiche. Il terrorismo, sia di destra che di sinistra, insanguinò il paese. La strategia della tensione, un piano eversivo volto a destabilizzare la democrazia, causò numerose vittime.
Gli anni '80 furono caratterizzati da un periodo di relativa stabilità politica ed economica, ma anche dall'emergere di fenomeni come la corruzione e la criminalità organizzata. L'inchiesta "Mani Pulite", all'inizio degli anni '90, portò alla luce un sistema di corruzione diffusa che coinvolgeva politici, imprenditori e funzionari pubblici.
Dagli anni '90 ad oggi, l'Italia ha affrontato nuove sfide, come la globalizzazione, la crisi economica e l'immigrazione. Il sistema politico è diventato più frammentato e instabile. Nonostante le difficoltà, l'Italia rimane un paese con una ricca storia, una cultura vivace e un grande potenziale.
L'Italia nel XXI secolo
Oggi, l'Italia è un membro fondatore dell'Unione Europea e partecipa attivamente alla costruzione di un'Europa più unita e solidale. Il paese continua a confrontarsi con le sfide del presente, cercando di trovare soluzioni innovative e sostenibili per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni. La storia d'Italia, dal 1861 ad oggi, è una storia complessa e affascinante, fatta di successi e di errori, di speranze e di delusioni. Ma è una storia che ci appartiene e che dobbiamo conoscere per capire meglio chi siamo e dove stiamo andando.







