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Storia Di Tobia E Sara Riassunto


Storia Di Tobia E Sara Riassunto

Nel cuore delle Sacre Scritture, un racconto risplende per la sua intensa umanità, la sua ricchezza simbolica e la profonda fede che lo pervade: la storia di Tobia e Sara. Un racconto che, pur ambientato in un'epoca lontana, continua a parlare al cuore di ogni uomo e donna, offrendo conforto, speranza e un esempio luminoso di rettitudine e devozione. La nostra esplorazione si addentrerà nei dettagli di questa narrazione, svelandone le sfumature e i significati più profondi, basandoci su una conoscenza scrupolosa delle fonti e una comprensione approfondita del contesto storico e culturale.

Tobia, figlio di Tobi, apparteneva alla tribù di Neftali e viveva a Ninive, in Mesopotamia, durante il periodo dell'esilio del popolo d'Israele. Fin da giovane, Tobia si distinse per la sua pietà e il suo impegno nell'osservanza della Legge mosaica. Nonostante le avversità e le persecuzioni subite dai suoi correligionari, Tobia non vacillò mai nella sua fede, continuando a praticare la giustizia e la carità verso i bisognosi. In particolare, si dedicava a seppellire i corpi dei suoi connazionali uccisi dagli Assiri, un atto di coraggio e di pietà che lo esponeva a gravi rischi.

Un giorno, a causa di un incidente, Tobia perse la vista. Questa sventura lo gettò nello sconforto, ma non lo allontanò dalla fede. Anzi, Tobia si rivolse a Dio con rinnovata fervenza, pregando per essere liberato dalla sua sofferenza o per essere chiamato a sé. In quel periodo, Tobia si ricordò di aver prestato una somma di denaro a un suo parente, Gabael, che viveva a Rages, in Media. Decise quindi di inviare suo figlio Tobia a recuperare il denaro, affidandogli una lettera di credito e raccomandandogli di cercarsi un compagno di viaggio fidato.

Il giovane Tobia, obbediente al padre, si mise in cammino alla ricerca di un compagno. Incontrò così un giovane di bell'aspetto, che si presentò come Azaria, figlio di Anania. Azaria si offrì di accompagnare Tobia nel suo viaggio, affermando di conoscere bene la strada per Rages e di essere esperto in affari. Tobia, rassicurato dalle parole di Azaria, accettò la sua offerta e insieme si misero in viaggio. Quello che Tobia non sapeva era che Azaria era in realtà l'arcangelo Raffaele, inviato da Dio per proteggere e guidare il giovane.

Durante il viaggio, i due giovani si fermarono a riposare sulle rive del fiume Tigri. Mentre Tobia si lavava i piedi nel fiume, un grosso pesce balzò fuori dall'acqua e cercò di morderlo. Azaria, con prontezza, esortò Tobia a catturare il pesce e a conservarne il fiele, il cuore e il fegato, spiegandogli che questi organi possedevano proprietà curative. Tobia obbedì ad Azaria e conservò gli organi del pesce, senza immaginare l'importanza che avrebbero avuto in futuro.

Proseguendo il viaggio, Azaria condusse Tobia a Ecbàtana, dove viveva Sara, una giovane donna parente di Tobia. Sara era afflitta da un terribile problema: era stata sposata sette volte, ma ognuno dei suoi mariti era stato ucciso da un demone di nome Asmodeo, la notte delle nozze, prima che potesse consumare il matrimonio. A causa di questa maledizione, Sara era oggetto di scherno e disprezzo da parte dei suoi familiari e dei suoi vicini.

Azaria rivelò a Tobia che Sara era la sua parente più prossima e che aveva il diritto di sposarla. Incoraggiò Tobia a non temere il demone e gli insegnò come liberare Sara dalla sua maledizione. Gli disse di bruciare il cuore e il fegato del pesce nella camera nuziale, il cui fumo avrebbe scacciato il demone. Tobia, fidandosi delle parole di Azaria, chiese la mano di Sara in sposa. I genitori di Sara, pur titubanti a causa della sua triste storia, acconsentirono al matrimonio, felici di vedere che un parente si prendesse cura della loro figlia.

La notte delle nozze, Tobia seguì le istruzioni di Azaria e bruciò il cuore e il fegato del pesce. Il fumo che si sprigionò scacciò il demone Asmodeo, che fuggì in Egitto, dove fu catturato e legato dall'arcangelo Raffaele. Tobia e Sara trascorsero la notte in preghiera, ringraziando Dio per averli protetti e per averli liberati dal male. La mattina seguente, i genitori di Sara, temendo che Tobia fosse morto come i suoi predecessori, inviarono un servo a controllare la camera nuziale. Con grande gioia, scoprirono che Tobia era vivo e in buona salute. La felicità e la gratitudine riempirono i cuori di tutti.

Il Ritorno a Ninive e la Guarigione di Tobi

Dopo aver celebrato le nozze e trascorso un periodo di tempo con Sara e i suoi genitori, Tobia e Azaria si misero in viaggio verso Rages per recuperare il denaro depositato da Tobi presso Gabael. Giunti a Rages, Gabael consegnò a Tobia la somma dovuta e i due giovani ritornarono a Ninive, portando con sé il denaro e una grande quantità di doni.

Al loro ritorno a Ninive, Tobia corse incontro a suo padre, che era ancora cieco. Azaria disse a Tobia di prendere il fiele del pesce e di spalmarlo sugli occhi di suo padre. Tobia obbedì e immediatamente la vista di Tobi ritornò. La gioia e la gratitudine riempirono la casa di Tobi. Tobi ringraziò Dio per la sua misericordia e per averlo guarito.

La Rivelazione di Raffaele e il Ringraziamento a Dio

Dopo la guarigione di Tobi, l'arcangelo Raffaele rivelò la sua vera identità a Tobi e a Tobia. Disse loro di non aver mai mangiato né bevuto con loro, ma di essere stato inviato da Dio per proteggerli e guidarli. Li esortò a ringraziare Dio per tutte le grazie che avevano ricevuto. Tobi e Tobia, pieni di stupore e di venerazione, si prostrarono a terra e ringraziarono Dio per la sua immensa bontà. Raffaele scomparve alla loro vista, lasciando Tobi e Tobia pieni di gratitudine e di fede.

Tobi e Tobia vissero a lungo e in pace, godendo della benedizione di Dio. Tobi morì all'età di centododici anni, lasciando ai suoi discendenti un esempio luminoso di fede, di rettitudine e di carità. Tobia, dopo la morte del padre, si trasferì con la sua famiglia a Ecbàtana, dove visse fino alla vecchiaia. La storia di Tobia e Sara è un esempio di come la fede, la preghiera e l'obbedienza a Dio possano superare ogni ostacolo e portare alla felicità e alla salvezza. È una storia che ci invita a confidare nella provvidenza divina e a non perdere mai la speranza, anche nei momenti più difficili della nostra vita. Ci insegna che Dio è sempre presente e che è pronto ad aiutarci se ci rivolgiamo a lui con cuore sincero.

La storia di Tobia e Sara, quindi, non è solo un racconto del passato, ma una guida per il presente e per il futuro. Un faro che illumina il cammino della fede e che ci ricorda che l'amore, la giustizia e la misericordia sono le fondamenta di una vita piena e significativa.

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