Storia Di San Michele Arcangelo Monte Sant'angelo

Nel cuore pulsante della fede e della storia, erge, austero e venerabile, il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, in Puglia. Un luogo impregnato di sacralità, un crocevia di pellegrini e devoti che, da secoli, ascendono questo monte per invocare la protezione e l’intercessione del Principe delle Milizie Celesti. La sua storia, intrisa di leggenda e di miracolose apparizioni, affonda le radici in un passato lontano, costellato di eventi che hanno plasmato non solo la spiritualità locale, ma anche la coscienza religiosa dell'intero Occidente cristiano.
Le prime tracce di presenza umana sul Monte Gargano, e specificamente nell'area che oggi ospita il Santuario, risalgono all'epoca preistorica. Tuttavia, è con l'avvento del Cristianesimo che questo luogo assume una valenza sacra e un'importanza destinata a crescere nel corso dei secoli. La narrazione tradizionale ci conduce al V secolo d.C., precisamente all'anno 490, quando, secondo la pia tradizione, si verificò la prima apparizione di San Michele Arcangelo. Un ricco e pio signore garganico, Gargano, smarrita una delle sue giovenche, la ritrovò inginocchiata all'ingresso di una grotta impervia. Irato, scagliò una freccia verso l'animale, ma questa, miracolosamente, si ritorse contro di lui, ferendolo. Turbato da questo evento prodigioso, Gargano si recò dal vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano, per narrargli l'accaduto. Il vescovo, perplesso, indisse tre giorni di preghiera e digiuno, al termine dei quali San Michele Arcangelo apparve allo stesso vescovo, annunciando la sua volontà di eleggere quella grotta a luogo di culto a lui dedicato.
La seconda apparizione avvenne in un contesto drammatico, durante l'assedio di Siponto da parte dei barbari. Gli abitanti, timorosi e demoralizzati, invocarono l'aiuto di San Michele. L'Arcangelo apparve nuovamente al vescovo Lorenzo Maiorano, promettendo la vittoria. Effettivamente, il giorno seguente, una tempesta furiosa si abbatté sull'esercito nemico, sconfiggendolo e salvando Siponto.
La terza apparizione, la più significativa, si colloca nel 493 d.C. Il vescovo Lorenzo Maiorano, desideroso di consacrare la grotta a luogo di culto, si preparava a celebrare una solenne liturgia. San Michele Arcangelo, tuttavia, gli apparve ancora una volta, annunciando che non era necessario consacrare il luogo, poiché egli stesso lo aveva già fatto, lasciando impressa la sua presenza. Il vescovo, accompagnato dal clero e dal popolo, si recò quindi alla grotta, trovandola già adornata e profumata di un celeste aroma. Da quel momento, la grotta divenne il Santuario di San Michele Arcangelo, meta ininterrotta di pellegrinaggi.
L’Architettura e l’Arte del Santuario
Il Santuario di San Michele Arcangelo non è soltanto un luogo di culto, ma anche un mirabile esempio di architettura stratificata, che riflette le diverse epoche storiche che lo hanno plasmato. L'accesso al Santuario avviene attraverso una scalinata monumentale, costruita nel XIII secolo, che conduce al portale romanico, sormontato da una statua dell'Arcangelo Michele.
L'interno del Santuario è costituito dalla grotta naturale, che rappresenta il nucleo originario del luogo sacro. Le pareti rocciose sono state nel tempo adornate con affreschi e sculture votive, testimonianza della devozione dei pellegrini. Tra le opere più significative, spicca la statua marmorea di San Michele Arcangelo, realizzata nel 1507 dallo scultore Andrea Sansovino. L'opera, di rara bellezza e intensità espressiva, raffigura l'Arcangelo in armatura, con la spada sguainata, pronto a combattere le forze del male.
Al di sopra della grotta, si sviluppa la parte superiore del Santuario, realizzata in epoche successive. Qui si trovano la Basilica, il Campanile, voluto da Carlo I d'Angiò e di stile gotico, il Museo Devozionale, che conserva preziosi reperti archeologici e artistici legati alla storia del Santuario, e il Museo Lapidario, che raccoglie epigrafi e sculture di diverse epoche.
La Devozione a San Michele Arcangelo e il Cammino Micaelico
La devozione a San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo ha superato i confini locali, diffondendosi in tutta Italia e nel mondo. Il Santuario è stato, nel corso dei secoli, meta di pellegrinaggi da parte di re, imperatori, papi e santi. Tra i visitatori illustri, si ricordano San Francesco d'Assisi, che, umilmente, non osò entrare nella grotta, sentendosi indegno, e Santa Brigida di Svezia, che ebbe una profonda esperienza mistica nel Santuario.
La fama del Santuario è legata anche al cosiddetto "Cammino Micaelico", un percorso spirituale che unisce sette Santuari dedicati a San Michele Arcangelo, partendo da Skellig Michael in Irlanda, passando per Saint Michael's Mount in Cornovaglia, Mont Saint-Michel in Normandia, Sacra di San Michele in Val di Susa, San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo, Monastero di San Michele Arcangelo a Simi, Grecia, e terminando a Gerusalemme. Questo itinerario simbolico rappresenta un percorso di fede e di purificazione, volto a rafforzare il legame spirituale con l'Arcangelo Michele.
La figura di San Michele Arcangelo, protettore della Chiesa e difensore della fede, continua ad ispirare milioni di persone in tutto il mondo. Il Santuario di Monte Sant'Angelo, luogo di apparizioni e di miracoli, rimane un faro di speranza e di consolazione, un luogo dove l'anima può elevarsi verso il divino e trovare la forza per affrontare le sfide della vita. La sua storia, intrisa di fede e di devozione, testimonia la presenza costante dell'Arcangelo Michele nella storia dell'umanità, pronto a proteggere e a guidare coloro che lo invocano con cuore sincero.









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