Progetto Di Articoli Sulla Responsabilità Degli Stati

Il Progetto di Articoli sulla Responsabilità degli Stati per Atti Internazionalmente Illeciti (d'ora in poi, il "Progetto") rappresenta un pilastro fondamentale del diritto internazionale contemporaneo. Adottato dalla Commissione del Diritto Internazionale (CDI) nel 2001, pur non essendo un trattato vincolante, è ampiamente riconosciuto come una codificazione autorevole del diritto consuetudinario in materia di responsabilità statale. Questo significa che riflette le pratiche e le convinzioni legali degli Stati, contribuendo in modo significativo alla determinazione delle conseguenze giuridiche derivanti dalla violazione degli obblighi internazionali.
Principi Chiave del Progetto
Attribuzione di Condotta allo Stato
Uno degli aspetti cruciali del Progetto è la definizione di quando una condotta può essere attribuita ad uno Stato. Non tutti gli atti compiuti da individui o entità all'interno del territorio di uno Stato implicano la sua responsabilità. Il Progetto stabilisce diverse regole in merito all'attribuzione.
Articolo 4: Condotta di organi dello Stato. La condotta di qualsiasi organo statale, che eserciti funzioni legislative, esecutive, giudiziarie o di altro genere, è considerata un atto dello Stato ai sensi del diritto internazionale. Questo include organi a livello centrale e locale. Esempio: un atto di tortura commesso da un poliziotto è attribuibile allo Stato, anche se contrario alle leggi interne.
Articolo 5: Condotta di persone o enti che esercitano prerogative di potere pubblico. La condotta di una persona o di un ente che non è un organo dello Stato ai sensi dell'articolo 4, ma è abilitato dal diritto di quello Stato ad esercitare prerogative dell'autorità di governo, è considerata un atto dello Stato ai sensi del diritto internazionale, purché, nel caso specifico, la persona o l'ente agisca in tale qualità. Esempio: una società privata incaricata della gestione delle carceri che commette violazioni dei diritti umani durante l'esercizio delle sue funzioni.
Articolo 7: Eccesso di potere o violazione di istruzioni. La condotta di un organo dello Stato o di una persona o di un ente abilitati ad esercitare prerogative dell'autorità di governo è considerata un atto dello Stato ai sensi del diritto internazionale se l'organo, la persona o l'ente agisce in tale qualità, anche se eccede la propria competenza o contravviene alle istruzioni. Questo è particolarmente importante perché lo Stato non può invocare la disobbedienza degli agenti per sottrarsi alla responsabilità. Esempio: un ufficiale militare che ordina un attacco non autorizzato, commettendo un crimine di guerra, impegna comunque la responsabilità dello Stato.
Articolo 8: Condotta diretta o controllata dallo Stato. La condotta di una persona o di un gruppo di persone è considerata un atto di uno Stato ai sensi del diritto internazionale se la persona o il gruppo di persone di fatto agisce su istruzione, direzione o controllo di quello Stato nel porre in essere tale condotta. Questa è stata una disposizione molto discussa, in particolare nel caso Nicaragua contro Stati Uniti, dove la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha stabilito che è necessario dimostrare un controllo effettivo da parte dello Stato sulle azioni dei contras.
Violazione di un Obbligo Internazionale
Affinché sorga la responsabilità dello Stato, deve esserci una violazione di un obbligo internazionale in vigore per quello Stato al momento in cui l'atto è stato compiuto. Questo obbligo può derivare da un trattato, dal diritto consuetudinario, o da altri fonti del diritto internazionale.
Articolo 12: Esistenza della violazione di un obbligo internazionale. Si ha violazione di un obbligo internazionale da parte di uno Stato quando un atto di quello Stato non è conforme a quanto gli è richiesto da quell'obbligo, quale che ne sia la fonte o il carattere.
La violazione può consistere in un'azione (commissione) o in un'omissione. Ad esempio, la mancata protezione di un'ambasciata straniera da parte dello Stato ospitante, come nel caso dell'Iran nel 1979, costituisce una violazione per omissione.
Circostanze Escludenti l'Illeicità
Il Progetto prevede anche una serie di circostanze che escludono l'illeicità di un atto altrimenti illecito. Queste circostanze, se provate, impediscono allo Stato di essere ritenuto responsabile.
Articolo 20: Consenso. Il valido consenso di uno Stato alla commissione di un determinato atto da parte di un altro Stato esclude l'illeicità di quell'atto in relazione al primo Stato, sempre che l'atto rimanga nei limiti del consenso.
Articolo 21: Legittima difesa. L'illeicità di un atto di uno Stato è esclusa se l'atto costituisce una misura lecita di legittima difesa presa in conformità alla Carta delle Nazioni Unite. Questo è un diritto fondamentale degli Stati, ma è soggetto a severe limitazioni, tra cui la necessità e la proporzionalità.
Articolo 22: Contromisure. L'illeicità di un atto di uno Stato non conforme ad un obbligo internazionale verso un altro Stato è esclusa se e nella misura in cui l'atto costituisce una contromisura presa in conformità al capitolo II della parte III.
Articolo 23: Forza maggiore. L'illeicità di un atto di uno Stato non conforme ad un obbligo internazionale di tale Stato è esclusa se l'atto è dovuto a forza maggiore, cioè al verificarsi di una forza irresistibile o di un evento imprevedibile, fuori dal controllo dello Stato, che rende materialmente impossibile in quelle circostanze eseguire l'obbligo.
Articolo 24: Estremo pericolo. L'illeicità di un atto di uno Stato non conforme ad un obbligo internazionale di tale Stato è esclusa se l'autore dell'atto in questione non ha altro mezzo ragionevole, in una situazione di estremo pericolo, per salvare la propria vita o quella di persone affidate alle sue cure.
Articolo 25: Stato di necessità. Lo stato di necessità può essere invocato da uno Stato come motivo di esclusione dell'illeicità di un atto non conforme ad un obbligo internazionale di tale Stato soltanto se l'atto: a) è il solo mezzo per lo Stato per salvaguardare un interesse essenziale di fronte ad un pericolo grave ed imminente; e b) non compromette gravemente un interesse essenziale dello Stato o degli Stati nei confronti dei quali l'obbligo sussiste, oppure della comunità internazionale nel suo complesso. Lo stato di necessità è raramente invocato con successo e richiede una prova stringente.
Conseguenze della Responsabilità
Quando uno Stato è ritenuto responsabile di un atto internazionalmente illecito, sorgono una serie di conseguenze giuridiche. La principale è l'obbligo di cessazione dell'atto illecito e l'obbligo di riparazione.
Articolo 30: Cessazione e non ripetizione. Lo Stato responsabile dell'atto internazionalmente illecito ha l'obbligo di: a) cessare l'atto, se esso continua; b) offrire adeguate assicurazioni e garanzie di non ripetizione, se le circostanze lo richiedono.
Articolo 31: Riparazione. Lo Stato responsabile ha l'obbligo di riparare integralmente il pregiudizio causato dall'atto internazionalmente illecito. Il pregiudizio comprende ogni danno, sia materiale che morale, causato dall'atto internazionalmente illecito.
La riparazione può assumere diverse forme: restituzione (ripristino della situazione preesistente), risarcimento (pagamento di una somma di denaro a titolo di compensazione) e soddisfazione (scuse formali, riconoscimento della violazione, ecc.). La forma di riparazione appropriata dipende dalle circostanze del caso.
Esempi Pratici e Data
Il Progetto di Articoli è frequentemente citato dalla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) e da altri tribunali internazionali. Il caso *Nicaragua contro Stati Uniti* è un esempio emblematico dell'applicazione dei principi sull'attribuzione di condotta.
Un altro esempio è il caso *Applicazione della Convenzione sulla Prevenzione e la Repressione del Genocidio (Bosnia ed Erzegovina contro Serbia e Montenegro)*, dove la CIG ha esaminato la questione della responsabilità della Serbia per il genocidio di Srebrenica. La Corte ha stabilito che la Serbia non aveva commesso il genocidio, ma era responsabile per non aver fatto tutto il possibile per prevenirlo, violando così un obbligo derivante dalla Convenzione sul Genocidio.
Inoltre, le decisioni di tribunali arbitrali internazionali, come quelli costituiti per la risoluzione di controversie tra investitori e Stati (ISDS), spesso fanno riferimento al Progetto per determinare se lo Stato ospitante ha violato un obbligo nei confronti dell'investitore straniero, ad esempio, attraverso l'esproprio illegittimo di beni.
Sebbene non esista un database centralizzato che tenga traccia di tutte le volte in cui il Progetto è stato citato, è evidente dalla giurisprudenza internazionale e dalla dottrina che esso costituisce un punto di riferimento essenziale per la comprensione e l'applicazione del diritto internazionale in materia di responsabilità statale.
Conclusione
Il Progetto di Articoli sulla Responsabilità degli Stati è uno strumento cruciale per garantire il rispetto del diritto internazionale e per promuovere la responsabilità degli Stati per i loro atti. Comprendere i suoi principi fondamentali è essenziale per tutti coloro che operano nel campo del diritto internazionale, dai funzionari governativi ai giuristi, agli studiosi.
È importante che gli Stati si impegnino attivamente per prevenire violazioni del diritto internazionale e, in caso di violazione, per adempiere ai loro obblighi di riparazione. La consapevolezza e l'applicazione di questi principi contribuiscono a un ordine internazionale più giusto ed equo. Invitiamo quindi gli Stati, le organizzazioni internazionali e la comunità accademica a continuare a promuovere la conoscenza e l'applicazione del Progetto, affinché il diritto internazionale possa efficacemente contribuire alla pace e alla sicurezza internazionali.







