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Procedimento Di Revisione Costituzionale Art. 138


Procedimento Di Revisione Costituzionale Art. 138

Il procedimento di revisione costituzionale in Italia, disciplinato dall'articolo 138 della Costituzione, rappresenta il meccanismo attraverso il quale la Carta fondamentale può essere modificata. Questo processo è deliberatamente complesso e rigoroso, concepito per garantire la stabilità della Costituzione e per prevenire modifiche affrettate o dettate da maggioranze politiche temporanee. L'articolo 138 definisce le fasi procedurali necessarie per emendare la Costituzione, ponendo dei limiti ben precisi al potere di revisione.

Il Fondamento dell'Articolo 138: Stabilità e Legittimazione

L'articolo 138 non è semplicemente una norma procedurale, ma il pilastro che sorregge la stabilità costituzionale italiana. Esso bilancia la necessità di adattare la Costituzione ai mutamenti sociali e politici con l'esigenza di proteggerla da interventi impulsivi o antidemocratici. L'alta soglia richiesta per l'approvazione delle modifiche costituzionali riflette la consapevolezza che la Costituzione è un patto sociale fondamentale, che deve godere di un ampio consenso, al di là delle semplici maggioranze parlamentari.

In sintesi, l'articolo 138 garantisce:

  • Legittimità: Le modifiche costituzionali devono essere supportate da un consenso ampio e non solo da una maggioranza parlamentare risicata.
  • Riflessione: Il processo bicamerale e il periodo di tempo tra le votazioni forzano una riflessione approfondita sulle implicazioni delle modifiche proposte.
  • Protezione: Protegge la Costituzione da modifiche frettolose o dettate da interessi politici di breve periodo.

Le Fasi del Procedimento di Revisione Costituzionale

Il procedimento di revisione costituzionale delineato dall'articolo 138 si articola in diverse fasi cruciali:

  1. Iniziativa Legislativa: Il processo inizia con la presentazione di un progetto di legge costituzionale. L'iniziativa legislativa può provenire dal Governo, da singoli parlamentari, da un Consiglio Regionale o tramite iniziativa popolare (con almeno 50.000 firme).
  2. Doppia Deliberazione Bicamerale: Il progetto di legge deve essere approvato da entrambe le Camere (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) con due successive deliberazioni ad intervallo non inferiore a tre mesi. Questo intervallo temporale ha lo scopo di permettere una riflessione più approfondita sulla proposta di modifica costituzionale. Le due deliberazioni devono approvare lo stesso testo.
  3. Maggioranze Qualificate: La maggioranza richiesta per l'approvazione varia a seconda dell'esito delle votazioni.
    • Se in entrambe le Camere il progetto è approvato a maggioranza di due terzi dei componenti, la revisione costituzionale è definitiva e la legge viene promulgata dal Presidente della Repubblica e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
    • Se invece il progetto è approvato a maggioranza assoluta ma inferiore ai due terzi in una o entrambe le Camere, si apre la possibilità di un referendum costituzionale.
  4. Referendum Costituzionale Eventuale: Se la legge costituzionale è stata approvata a maggioranza assoluta ma inferiore ai due terzi, entro tre mesi dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque Consigli Regionali possono richiedere un referendum costituzionale. Il referendum non è previsto se la legge è stata approvata con la maggioranza dei due terzi in entrambe le Camere.
    • Nel referendum, gli elettori sono chiamati a esprimersi a favore o contro la legge di revisione costituzionale. La legge è approvata se ottiene la maggioranza dei voti validi. Non è previsto un quorum di partecipazione: la validità del referendum non dipende dal numero di votanti.
  5. Promulgazione e Pubblicazione: Se il referendum ha esito positivo (vince il "sì"), il Presidente della Repubblica promulga la legge costituzionale, che viene successivamente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed entra in vigore.

Limiti alla Revisione Costituzionale

Nonostante l'articolo 138 stabilisca il procedimento di revisione, esistono dei limiti impliciti ed espliciti alla possibilità di modificare la Costituzione. Questi limiti mirano a preservare i principi fondamentali su cui si basa la Repubblica Italiana. La dottrina e la giurisprudenza costituzionale identificano:

  • Limiti Espliciti: Sebbene l'articolo 138 non elenchi espressamente materie sottratte alla revisione, l'articolo 139 stabilisce che "la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale". Questo rappresenta un limite invalicabile.
  • Limiti Impliciti: Si ritiene che vi siano anche dei principi supremi dell'ordinamento costituzionale che non possono essere sovvertiti nemmeno attraverso il procedimento di revisione. Tra questi si annoverano i diritti inviolabili dell'uomo, il principio di eguaglianza, il principio democratico e la separazione dei poteri. Questi principi, pur non essendo espressamente menzionati come non modificabili, costituiscono il nucleo essenziale della Costituzione e la sua identità.

Esempi di Revisioni Costituzionali in Italia

La storia repubblicana italiana ha visto diverse revisioni costituzionali, alcune di maggiore impatto, altre di natura più tecnica. Alcuni esempi significativi includono:

  • Revisione del Titolo V (Legge Costituzionale n. 3 del 2001): Questa riforma ha modificato profondamente il rapporto tra Stato e Regioni, ampliando le competenze regionali e introducendo il principio di sussidiarietà. Tale revisione ha generato un ampio dibattito e diverse controversie interpretative, sfociate in numerosi ricorsi alla Corte Costituzionale.
  • Introduzione del Pareggio di Bilancio (Legge Costituzionale n. 1 del 2012): Questa modifica ha introdotto il principio del pareggio di bilancio nella Costituzione, vincolando la finanza pubblica al rispetto di parametri di equilibrio tra entrate e spese. Tale revisione è stata imposta dal contesto della crisi economica e dalla necessità di rispettare gli impegni europei.

Il referendum costituzionale del 2016, concernente la riforma del Titolo V e il superamento del bicameralismo perfetto, è un esempio di come l'articolo 138 possa portare ad un esito negativo per la proposta di revisione, attraverso il voto popolare. La bocciatura della riforma ha dimostrato la forte attenzione e la partecipazione civica riguardo alle modifiche costituzionali.

Criticità e Dibattiti sull'Articolo 138

L'articolo 138 è spesso al centro di dibattiti e critiche. Alcuni sostengono che il procedimento di revisione sia eccessivamente rigido, rendendo difficile adattare la Costituzione ai cambiamenti sociali e politici. Altri, al contrario, ritengono che la rigidità sia una garanzia di stabilità e protezione contro modifiche dettate da interessi di parte.

Un punto critico riguarda la possibilità di richiedere il referendum costituzionale. La soglia di un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque Consigli Regionali è considerata da alcuni troppo alta, rendendo difficile l'attivazione del referendum. Altri, invece, la considerano necessaria per evitare referendum su questioni di scarsa rilevanza.

Inoltre, il dibattito si concentra spesso sulla natura dei limiti impliciti alla revisione costituzionale. La difficoltà di definire con precisione quali siano i principi supremi dell'ordinamento costituzionale e la loro immodificabilità genera incertezza e potenziali conflitti interpretativi.

Conclusione e Call to Action

L'articolo 138 della Costituzione è un elemento fondamentale del sistema costituzionale italiano. Esso definisce il procedimento di revisione costituzionale, garantendo stabilità e legittimazione alle modifiche della Carta fondamentale. Pur essendo oggetto di dibattiti e critiche, rappresenta un pilastro per la salvaguardia dei principi fondamentali della Repubblica.

È fondamentale che i cittadini siano consapevoli del ruolo e dell'importanza dell'articolo 138, partecipando attivamente al dibattito pubblico sulle riforme costituzionali. Comprendere il procedimento di revisione e le implicazioni delle modifiche proposte è essenziale per esercitare in modo consapevole il proprio diritto di voto, sia in Parlamento che, eventualmente, attraverso il referendum costituzionale.

Invitiamo tutti a informarsi, a partecipare al dibattito e a contribuire a plasmare il futuro della nostra Costituzione! La democrazia costituzionale si fonda sulla partecipazione attiva e consapevole dei cittadini.

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