Peter Singer Affluence Famine And Morality

Immagina questo: stai camminando lungo un sentiero e vedi un bambino che sta annegando in uno stagno. Nessuno è in giro. Sai nuotare. Il bambino sta chiaramente per morire se non intervieni. C'è solo un problema: hai addosso il tuo vestito più costoso, e si rovinerebbe irrimediabilmente se entrassi in acqua. Lo salveresti comunque?
La maggior parte di noi risponderebbe senza esitazione: ovviamente. La vita di un bambino è infinitamente più preziosa del costo di un vestito, per quanto costoso possa essere. Ma cosa succede se quel bambino annegasse non letteralmente di fronte a te, ma in un paese lontano, a causa di fame e malattie prevenibili? L'obbligo morale cambierebbe?
Questo è il nocciolo dell'argomentazione provocatoria e influente di Peter Singer nel suo saggio del 1972, "Fame, Affluenza e Morale". Singer ci sfida a riesaminare le nostre responsabilità morali in un mondo caratterizzato da un'enorme disparità di ricchezza e sofferenza evitabile.
Il Punto di Partenza di Singer: Sofferenza e Morte Evitabili
L'articolo di Singer si apre con una premessa fondamentale: la sofferenza e la morte dovute alla mancanza di cibo, riparo e cure mediche sono un male. Sembra ovvio, giusto? Eppure, le nostre azioni spesso non riflettono questa convinzione.
Singer non si limita a una semplice dichiarazione. Continua ad affermare che se è in nostro potere prevenire qualcosa di male che accade, senza sacrificare nulla di comparabile importanza morale, allora dovremmo moralmente farlo. Questo è il fulcro del suo argomento.
Questa affermazione, se presa sul serio, ha implicazioni radicali per come conduciamo le nostre vite, specialmente nelle nazioni ricche. Ci costringe a confrontarci con il fatto che il nostro lusso e il nostro benessere spesso coesistono con la sofferenza estrema e la morte prevenibile di persone dall'altra parte del mondo.
Distrazione, Prossimità e Numeri: Superare le Obiezioni Comuni
Una delle obiezioni più comuni all'argomentazione di Singer è che la sofferenza è troppo lontana e diffusa per poter fare una differenza significativa. Pensiamo: "Il problema è troppo grande, cosa posso fare io?".
Singer rifiuta questa linea di pensiero. Sostiene che la prossimità fisica non dovrebbe essere un fattore determinante nella nostra risposta morale. Il fatto che un bambino stia annegando di fronte a noi o in un villaggio in Bangladesh non diminuisce la nostra obbligazione di aiutarlo, se siamo in grado di farlo. La tecnologia moderna, con internet e le comunicazioni globali, rende la distanza moralmente irrilevante.
Allo stesso modo, l'obiezione del "numero" – l'idea che la scala del problema ci sopraffà e ci assolve dalla responsabilità – è anch'essa respinta. Che ci siano uno o un milione di persone che hanno bisogno di aiuto, la nostra obbligazione di fare ciò che possiamo rimane la stessa. L'inazione di molti non giustifica l'inazione di un singolo.
Il Concetto di Dovere vs. Beneficenza
Singer distingue tra dovere e beneficenza. Tradizionalmente, la beneficenza è considerata qualcosa di lodevole da fare, ma non obbligatorio. Donare in beneficenza è una buona azione, ma non un obbligo morale. Singer sfida questa distinzione.
Sostiene che aiutare coloro che hanno bisogno non dovrebbe essere visto come un atto di beneficenza, ma come un dovere morale. Quando abbiamo la capacità di alleviare la sofferenza senza sacrificare qualcosa di comparabile importanza morale, siamo obbligati a farlo. Non è un'opzione; è un dovere.
Implicazioni Radicale e Critiche al Pensiero di Singer
Le implicazioni dell'argomento di Singer sono profonde. Se prendiamo sul serio il suo principio, dovremmo donare molto di più di quello che la maggior parte di noi fa attualmente. Dovremmo donare fino al punto in cui donare di più causerebbe un danno comparabile a noi stessi, ad esempio, riducendo la nostra capacità di provvedere ai nostri bisogni essenziali o a quelli dei nostri dipendenti.
Questa posizione ha suscitato numerose critiche. Alcuni sostengono che stabilisce uno standard irragionevolmente alto e che chiedere alle persone di rinunciare a gran parte della loro ricchezza è irrealistico e scoraggiante. Altri temono che donare in beneficenza possa minare i sistemi di benessere sociale e creare dipendenza dall'aiuto.
C'è anche la questione dell'efficacia. Come possiamo essere sicuri che le nostre donazioni raggiungano effettivamente coloro che ne hanno bisogno e non vengano sprecate a causa della corruzione o di una cattiva gestione?
Singer affronta alcune di queste critiche. Riconosce la necessità di donare a organizzazioni efficaci e di garantire che l'aiuto sia utilizzato in modo saggio. Sostiene anche che il rischio di dipendenza dall'aiuto è reale, ma che può essere mitigato attraverso programmi che promuovono l'autosufficienza e lo sviluppo a lungo termine.
Un Approccio Graduale e Realistico
Anche se l'argomentazione di Singer è radicale, non significa che dobbiamo donare tutto ciò che abbiamo dall'oggi al domani. Un approccio più realistico potrebbe essere quello di iniziare con piccoli passi e aumentare gradualmente le nostre donazioni nel tempo.
Possiamo iniziare esaminando le nostre spese e identificando le aree in cui possiamo ridurre. Possiamo rinunciare a un lusso non essenziale e donare quella somma a un'organizzazione di beneficenza efficace. Possiamo fissare un obiettivo di donare una certa percentuale del nostro reddito ogni anno e lavorare per raggiungerlo.
Esempi Pratici e Azioni Concrete
Ecco alcuni esempi pratici di come possiamo applicare l'argomento di Singer nelle nostre vite:
- Ricerca e scegli organizzazioni benefiche efficaci: Utilizza siti web come GiveWell per trovare organizzazioni con un track record comprovato nell'alleviare la povertà e la sofferenza.
- Automatizza le donazioni: Imposta donazioni mensili automatiche a un'organizzazione di beneficenza di tua scelta. Questo ti aiuterà a rendere la donazione una parte regolare del tuo budget.
- Rinuncia a un lusso non essenziale: Invece di comprare un nuovo gadget o andare in un ristorante costoso, dona quei soldi a un'organizzazione di beneficenza.
- Fai volontariato del tuo tempo: Offri il tuo tempo e le tue competenze a un'organizzazione che lavora per alleviare la povertà e la sofferenza.
- Sensibilizza: Parla con i tuoi amici e familiari dell'argomento di Singer e incoraggiali a donare anche loro.
Oltre la Donazione: Cambiare il Sistema
Mentre la donazione individuale è importante, è anche cruciale affrontare le cause sistemiche della povertà e della sofferenza. Questo significa sostenere politiche che promuovano lo sviluppo economico, la giustizia sociale e l'uguaglianza globale.
Possiamo votare per leader politici che si impegnano ad aiutare i poveri e i vulnerabili. Possiamo sostenere organizzazioni che fanno pressione sui governi affinché aumentino gli aiuti esteri e riducano il debito dei paesi in via di sviluppo. Possiamo anche sostenere il commercio equo e il consumo sostenibile, che aiutano a garantire che i lavoratori nei paesi in via di sviluppo ricevano un salario equo.
Conclusione: Un Invito a Riflettere e Agire
L'argomento di Peter Singer in "Fame, Affluenza e Morale" è un invito a un'azione morale. Ci sfida a ripensare le nostre priorità e a considerare le nostre responsabilità nei confronti di coloro che soffrono nel mondo. Non ci chiede di rinunciare a tutto, ma ci invita a fare di più, a donare di più e a fare la differenza.
Anche se le implicazioni dell'argomento di Singer possono sembrare scoraggianti, è importante ricordare che ogni piccolo contributo conta. Ogni dollaro donato, ogni ora di volontariato e ogni azione di sensibilizzazione può fare la differenza nella vita di qualcuno. La domanda non è se possiamo fare tutto, ma se faremo qualcosa.
Quindi, la prossima volta che sarai tentato di comprare qualcosa di superfluo, fermati un attimo e pensa al bambino che sta annegando nello stagno. Ricorda che il tuo contributo, per quanto piccolo, può salvare una vita.







