Perché La Russia Si Ritira Dalla Prima Guerra Mondiale

La decisione della Russia di ritirarsi dalla Prima Guerra Mondiale nel 1917 fu un evento catastrofico che alterò il corso della guerra e portò a cambiamenti radicali all'interno della stessa Russia. Non si trattò di una decisione improvvisa, bensì il culmine di una serie di fattori interconnessi che avevano eroso la capacità della Russia di continuare a combattere. Comprendere le ragioni di questo ritiro è fondamentale per capire non solo la storia della Prima Guerra Mondiale, ma anche la rivoluzione russa e la nascita dell'Unione Sovietica.
Fattori Interni: Il Disastro Militare e l'Insofferenza Popolare
Il Costo Umano e Materiale della Guerra
Uno dei fattori più importanti fu l'enorme costo umano e materiale che la guerra impose alla Russia. Le perdite sul campo di battaglia furono catastrofiche, con milioni di soldati russi morti, feriti o prigionieri. La disorganizzazione dell'esercito russo, la mancanza di equipaggiamento adeguato, e le tattiche spesso antiquate contribuirono a queste enormi perdite. Ad esempio, la Battaglia di Tannenberg nel 1914 vide la distruzione quasi completa di due armate russe, con centinaia di migliaia di perdite. Queste sconfitte ripetute minarono il morale delle truppe e della popolazione civile.
La guerra prosciugò le risorse economiche del paese. L'industria russa, già arretrata rispetto alle potenze occidentali, non fu in grado di sostenere lo sforzo bellico. Ci fu una grave carenza di cibo, carburante e beni di prima necessità nelle città. L'inflazione aumentò vertiginosamente, erodendo il potere d'acquisto della popolazione e portando a disordini e scioperi.
La Crisi Politica e la Caduta dello Zar
La leadership politica russa, guidata dallo Zar Nicola II, si dimostrò incapace di affrontare le sfide poste dalla guerra. Lo Zar era un autocrate che si rifiutava di concedere riforme significative e di condividere il potere con un parlamento rappresentativo (la Duma). La sua decisione di assumere il comando supremo dell'esercito nel 1915, nonostante la sua inesperienza militare, si rivelò disastrosa. Fu inoltre influenzato dalla figura controversa di Grigori Rasputin, la cui influenza a corte alienò ulteriormente l'aristocrazia e il popolo. La corruzione e l'inefficienza del governo zarista esacerbarono la situazione.
Il malcontento popolare raggiunse il culmine nel febbraio 1917 (marzo secondo il calendario gregoriano) con la Rivoluzione di Febbraio. Scioperi e manifestazioni di massa a Pietrogrado (l'odierna San Pietroburgo) portarono all'ammutinamento delle truppe e al crollo del regime zarista. Nicola II fu costretto ad abdicare e venne formato un Governo Provvisorio.
Il Governo Provvisorio e il Continuo Coinvolgimento nella Guerra
Il Governo Provvisorio, guidato inizialmente dal principe Georgij L'vov e successivamente da Alexander Kerensky, si trovò di fronte a una situazione estremamente complessa. Sebbene avesse introdotto alcune riforme liberali, commise l'errore fatale di continuare la guerra. Il Governo Provvisorio sperava di mantenere gli impegni con gli alleati occidentali e di ottenere vantaggi territoriali al termine del conflitto. Tuttavia, questa decisione si rivelò estremamente impopolare tra la popolazione, che era stanca della guerra e desiderava la pace.
Il Governo Provvisorio perse rapidamente credibilità a causa della sua incapacità di risolvere i problemi economici e sociali del paese e di porre fine alla guerra. La sua autorità fu minata dalla crescente influenza dei Soviet, consigli di operai e soldati che si diffusero in tutto il paese e che spesso agivano in contrasto con il governo centrale.
Fattori Esterni: La Promessa di Pace dei Bolscevichi e il Trattato di Brest-Litovsk
L'Ascesa dei Bolscevichi e la Rivoluzione d'Ottobre
In questo clima di caos e disillusione, i Bolscevichi, guidati da Vladimir Lenin, guadagnarono rapidamente consensi. Lenin, rientrato in Russia dall'esilio nell'aprile 1917, promise "pane, pace e terra" al popolo. La sua propaganda ebbe un enorme successo, soprattutto tra i soldati e gli operai, stanchi della guerra e della povertà.
Nell'ottobre 1917 (novembre secondo il calendario gregoriano), i Bolscevichi rovesciarono il Governo Provvisorio con un colpo di stato relativamente incruento. Il nuovo governo bolscevico, guidato da Lenin, si impegnò immediatamente a negoziare la pace con le potenze centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano e Bulgaria).
Il Trattato di Brest-Litovsk e la Perdita di Territori
Le trattative con le potenze centrali furono difficili e dolorose per la Russia. La Germania, in particolare, impose condizioni durissime. Nel marzo 1918, la Russia firmò il Trattato di Brest-Litovsk, con il quale cedeva vasti territori alla Germania e all'Austria-Ungheria, tra cui l'Ucraina, la Bielorussia, la Polonia, la Lituania, la Lettonia e l'Estonia. Questi territori rappresentavano una parte significativa della popolazione, dell'industria e delle risorse agricole della Russia.
Il Trattato di Brest-Litovsk fu visto da molti russi come un tradimento degli interessi nazionali e suscitò forti proteste. Tuttavia, Lenin e i Bolscevichi consideravano la pace a qualsiasi costo come una necessità assoluta per consolidare il loro potere e per concentrarsi sulla lotta contro i loro nemici interni nella guerra civile russa, che era già iniziata.
Conseguenze e Valutazioni Finali
Il ritiro della Russia dalla Prima Guerra Mondiale ebbe conseguenze enormi e di vasta portata. Permise alla Germania di trasferire le sue truppe dal fronte orientale al fronte occidentale, il che rese la situazione ancora più difficile per gli alleati. Tuttavia, la guerra indebolì ulteriormente la Germania, che alla fine fu sconfitta nel novembre 1918.
In Russia, il Trattato di Brest-Litovsk scatenò una feroce guerra civile tra i Bolscevichi (i "rossi") e i loro oppositori (i "bianchi"), che erano sostenuti dalle potenze occidentali. La guerra civile durò fino al 1922 e causò milioni di morti e devastazioni.
La decisione della Russia di ritirarsi dalla Prima Guerra Mondiale fu quindi il risultato di una complessa interazione di fattori militari, economici, politici e sociali. Le enormi perdite umane e materiali, la crisi politica e la debolezza del governo zarista e del Governo Provvisorio, l'ascesa dei Bolscevichi e la loro promessa di pace, tutti contribuirono a questa decisione storica. Sebbene la pace di Brest-Litovsk fosse umiliante, permise ai Bolscevichi di consolidare il loro potere e di creare il primo stato socialista della storia.
Comprendere questo evento complesso ci ricorda l'importanza della leadership, della stabilità interna e della capacità di un governo di rispondere alle esigenze del suo popolo, soprattutto in tempi di crisi. La storia del ritiro russo dalla Prima Guerra Mondiale è un monito sui pericoli della guerra prolungata, della disuguaglianza sociale e dell'incapacità di adattarsi ai cambiamenti epocali. Studiare questi eventi aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza delle sfide che le nazioni affrontano e delle conseguenze delle loro decisioni.






