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Ordinazione Presbiterale Nel Rito Romano


Ordinazione Presbiterale Nel Rito Romano

L'Ordinazione Presbiterale nel Rito Romano è un Sacramento che conferisce a un battezzato idoneo, attraverso l'imposizione delle mani del Vescovo e la preghiera consacratoria, la sacra potestà di celebrare i divini misteri, predicare la Parola di Dio e guidare il Popolo di Dio nel ministero pastorale. Essa rappresenta un momento solenne e profondamente spirituale, sia per l'ordinando che per l'intera comunità ecclesiale. Il rito, ricco di simbolismo e di preghiere antiche, affonda le sue radici nella Tradizione Apostolica e si configura come una continuazione della missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli.

La preparazione all'Ordinazione Presbiterale è un percorso lungo e impegnativo, che inizia con la chiamata interiore e si sviluppa attraverso anni di studio, preghiera e servizio. Il candidato al presbiterato, dopo aver discernito la propria vocazione, intraprende un cammino formativo nel Seminario, dove approfondisce la sua conoscenza della Sacra Scrittura, della teologia, della filosofia e del diritto canonico. Parallelamente, si dedica alla cura della propria vita spirituale, attraverso la preghiera personale e comunitaria, la partecipazione ai sacramenti e la direzione spirituale. Il Seminario offre anche opportunità di esperienza pastorale, affinché il futuro sacerdote possa acquisire competenze pratiche nel servizio al prossimo, nella catechesi, nell'animazione liturgica e nell'accompagnamento spirituale. Questo periodo di formazione non si limita all'acquisizione di conoscenze teoriche, ma mira a plasmare integralmente la persona dell'ordinando, preparandolo ad affrontare le sfide e le responsabilità del ministero sacerdotale. Al termine del percorso seminaristico, il candidato viene ammesso agli Ordini Sacri dal Vescovo diocesano, che valuta attentamente la sua idoneità, tenendo conto del parere dei formatori e della testimonianza della comunità.

Il rito dell'Ordinazione Presbiterale si svolge generalmente durante la Santa Messa, in una celebrazione solenne presieduta dal Vescovo. La liturgia prevede diverse tappe significative, ciascuna con il proprio significato simbolico e teologico.

Le Tappe Fondamentali del Rito

Il rito inizia con la chiamata dei candidati. Il diacono proponente chiama per nome i candidati all'ordinazione, i quali rispondono "Presente" e si avanzano. Il Vescovo interroga quindi il rettore del seminario o un altro sacerdote designato sulla loro idoneità, chiedendo se siano stati ritenuti degni di ricevere il sacramento dell'Ordine. Il rettore o il sacerdote risponde affermativamente, testimoniando la preparazione e le qualità dei candidati.

Segue quindi l'omelia del Vescovo, nella quale egli spiega ai fedeli e agli ordinandi la natura e la dignità del ministero presbiterale. Il Vescovo esorta gli ordinandi a imitare Cristo Buon Pastore, ad amare il Popolo di Dio, a predicare la Parola con fedeltà e a celebrare i sacramenti con devozione. Rivolge anche un appello alla comunità, invitandola a pregare per i nuovi sacerdoti e a sostenerli nel loro ministero. L'omelia rappresenta un momento di catechesi e di incoraggiamento, sia per gli ordinandi che per l'intera assemblea.

Dopo l'omelia, i candidati esprimono pubblicamente il loro proposito di assumere gli impegni del sacerdozio. Uno per uno, si avvicinano al Vescovo e rispondono affermativamente alle sue domande, promettendo di esercitare il ministero presbiterale con fedeltà e diligenza, di custodire il deposito della fede, di obbedire al Vescovo e ai suoi successori, di celebrare i sacramenti secondo le rubriche liturgiche e di dedicarsi al servizio del Popolo di Dio. Questa promessa solenne rappresenta un impegno irrevocabile, che vincola gli ordinandi a una vita di servizio e di dedizione al Signore e alla Chiesa.

Il momento culminante del rito è l'imposizione delle mani e la preghiera consacratoria. I candidati si prostrano a terra, in segno di umiltà e di sottomissione alla volontà di Dio, mentre l'assemblea intona le Litanie dei Santi, invocando l'intercessione di tutta la Chiesa celeste. Il Vescovo, in silenzio, impone le mani sul capo di ciascun ordinando, trasmettendo loro il dono dello Spirito Santo e la potestà di agire in persona Christi. Dopo il Vescovo, anche tutti i presbiteri presenti impongono le mani sui nuovi sacerdoti, manifestando la loro accoglienza nella famiglia presbiterale e la loro comunione nel ministero. Quindi, il Vescovo pronuncia la preghiera consacratoria, una formula solenne e antica, nella quale chiede a Dio Padre Onnipotente di consacrare i nuovi sacerdoti con l'effusione del suo Spirito, affinché siano degni di servire il suo altare e di annunciare il Vangelo. Questa preghiera costituisce il cuore del sacramento dell'Ordine, attraverso la quale viene conferita la grazia sacerdotale.

Dopo la preghiera consacratoria, i nuovi sacerdoti vengono rivestiti degli abiti liturgici propri del loro ministero: la stola, segno della loro autorità sacerdotale, e la casula, simbolo della carità che deve animare il loro servizio. Il Vescovo unge quindi le mani dei nuovi sacerdoti con il Crisma, olio profumato consacrato durante la Messa Crismale, dicendo: "Il Signore Gesù Cristo, che il Padre ha consacrato con l'unzione dello Spirito Santo, custodisca te per la salvezza del suo popolo e ti benedica perché tu possa santificare il popolo cristiano e offrire a Dio il sacrificio". L'unzione delle mani simboleggia la consacrazione del sacerdote per il servizio liturgico e per la benedizione del Popolo di Dio.

Infine, il Vescovo consegna a ciascun nuovo sacerdote il pane e il vino, dicendo: "Ricevi l'offerta del popolo santo per offrirla a Dio. Considera ciò che fai, imita ciò che celebri, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore". Questo gesto rappresenta la partecipazione del sacerdote al sacrificio di Cristo e il suo impegno a conformare la propria vita al mistero eucaristico. I nuovi sacerdoti concelebrano quindi la Santa Messa con il Vescovo, esercitando per la prima volta il loro ministero sacerdotale. Al termine della celebrazione, i nuovi sacerdoti impartiscono la loro prima benedizione ai fedeli, segno della loro nuova autorità spirituale e del loro amore pastorale.

L'ordinazione presbiterale non è solo un evento personale per l'ordinando, ma una grazia per l'intera comunità ecclesiale. I nuovi sacerdoti sono chiamati a essere testimoni di Cristo nel mondo, annunciando il Vangelo con la parola e con la vita, celebrando i sacramenti con devozione e guidando il Popolo di Dio con sapienza e carità. La loro missione è quella di rendere presente Cristo Risorto nella vita degli uomini e delle donne del nostro tempo, portando speranza, consolazione e perdono. La comunità cristiana è chiamata a sostenere i suoi sacerdoti con la preghiera, con l'affetto e con la collaborazione, affinché possano svolgere il loro ministero con gioia e fecondità.

La Spiritualità del Sacerdote

La spiritualità del sacerdote è intrinsecamente legata al Sacramento dell'Ordine e al ministero che egli è chiamato a svolgere. Essa si radica nella sequela di Cristo, Buon Pastore, che ha dato la sua vita per le sue pecore. Il sacerdote è chiamato a conformare la propria vita a Cristo, imitando le sue virtù, i suoi sentimenti e il suo stile di vita. La preghiera, la meditazione della Parola di Dio, la partecipazione ai sacramenti, in particolare l'Eucaristia e la Riconciliazione, sono elementi essenziali della spiritualità del sacerdote. La carità pastorale, che si manifesta nell'attenzione ai poveri, ai malati, ai sofferenti e a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, è un segno distintivo del ministero sacerdotale. Il sacerdote è chiamato a essere un uomo di comunione, capace di costruire ponti tra le persone, di promuovere il dialogo e la collaborazione, di favorire la crescita della comunità ecclesiale. La sua vita deve essere una testimonianza di fede, di speranza e di amore, un segno della presenza di Dio nel mondo. L'ordinazione presbiterale è un dono immenso, ma anche una grande responsabilità, che richiede un impegno costante e una dedizione totale al servizio di Dio e del Popolo di Dio. La grazia del sacramento, sostenuta dalla preghiera e dalla carità, rende il sacerdote capace di compiere la sua missione con fedeltà e gioia.

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