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Mito Della Creazione Del Mondo


Mito Della Creazione Del Mondo

Nel principio, prima del tempo e dello spazio come li conosciamo, esisteva solo il Caos. Non era il vuoto, bensì un informe brodo primordiale, un aggregato indistinto di tutti gli elementi potenziali. In esso, il caldo e il freddo, il secco e l’umido, la luce e l’oscurità lottavano per una supremazia mai ottenuta, in un’eterna danza di contrapposizioni che impediva qualsiasi forma di ordine. Era un’assenza di forma, di limite, di identità. Dal Caos emerse Gea, la Terra, la solida base su cui tutto si sarebbe fondato. Nata spontaneamente, senza padre né madre, Gea diede subito vita a Urano, il Cielo stellato, destinato a coprirla e avvolgerla completamente. E con Urano, Gea generò Ponto, il Mare profondo e incommensurabile.

Questa trinità primordiale – Terra, Cielo e Mare – rappresentava i fondamenti dell’esistenza, gli elementi essenziali da cui tutto il resto sarebbe scaturito. Urano, innamorato della sua genitrice, la fecondò incessantemente, generando una progenie numerosa e potente: i Titani, le Titanidi, i Ciclopi e gli Ecatonchiri. I Titani, personificazioni di forze cosmiche primordiali, erano dotati di una forza immensa e di una bellezza imponente: Oceano, il fiume che circondava il mondo; Ceo, la cui intelligenza era pari alla sua potenza; Crio, signore del freddo e del gelo; Iperione, il Sole splendente; Giapeto, padre di Prometeo ed Epimeteo; e Crono, il più giovane e astuto dei fratelli. Le Titanidi, loro sorelle, personificavano anch’esse forze naturali e concetti astratti: Teti, sposa di Oceano e madre dei fiumi; Rea, sposa di Crono e madre degli dèi olimpici; Temi, personificazione della giustizia divina e dell'ordine naturale; Mnemosine, la Memoria; Febe, la Luna; e Tea, madre di Elio (il Sole), Selene (la Luna) ed Eos (l'Aurora). I Ciclopi, figli di Gea e Urano, possedevano un solo occhio al centro della fronte ed erano artefici straordinari, maestri nella forgiatura dei metalli. Gli Ecatonchiri, mostruose creature dotate di cento braccia e cinquanta teste, incarnavano una forza distruttiva inarrestabile.

Tuttavia, Urano, temendo la potenza dei suoi figli e ossessionato dalla paura di essere spodestato, li rinchiuse nel Tartaro, l'abisso più profondo della Terra, un luogo oscuro e inospitale, situato al di sotto dell'Ade. Gea, angosciata dal dolore causato dalla prigionia dei suoi figli e dal peso che gravava sul suo corpo, decise di ribellarsi contro Urano. Chiese aiuto ai suoi figli Titani, ma solo Crono, il più giovane e ambizioso, rispose alla sua chiamata. Gea gli fornì un falcetto di adamantio, un metallo durissimo e indistruttibile, e lo istruì su come detronizzare il padre.

Una notte, mentre Urano si univa a Gea, Crono lo aggredì a sorpresa, evirandolo con il falcetto e gettando i suoi genitali nel mare. Dal sangue che sgorgò dalla ferita di Urano nacquero le Erinni, dee della vendetta, implacabili persecutrici dei crimini di sangue, e i Giganti, creature mostruose dotate di una forza prodigiosa e di un’indole violenta. Dalla spuma del mare, fecondata dai genitali di Urano, nacque Afrodite, la dea dell'amore e della bellezza, simbolo di sensualità e armonia.

Con la caduta di Urano, Crono divenne il signore del cosmo, liberando i Titani dal Tartaro e regnando con la sua sposa Rea. L'età dell'oro ebbe inizio, un periodo di prosperità e abbondanza, in cui gli uomini vivevano in pace e armonia con la natura, senza conoscere la fatica, la malattia o la morte. Tuttavia, Crono, memore della profezia che lo vedeva spodestato da uno dei suoi figli, ingoiava i neonati non appena venivano alla luce. Rea, disperata per la perdita dei suoi figli, chiese aiuto a Gea. Quando Zeus stava per nascere, Rea lo partorì in segreto sull'isola di Creta e lo affidò alle cure delle ninfe e dei Cureti, divinità minori che proteggevano il bambino con danze e canti rumorosi, nascondendo i suoi vagiti a Crono. Invece di Zeus, Rea diede a Crono una pietra avvolta in fasce, che il re ingoiò senza sospetti.

Zeus crebbe in segreto a Creta, nutrito con latte di capra Amaltea e protetto dai Cureti. Quando raggiunse l'età adulta, con l'aiuto di Metis, dea della saggezza, Zeus somministrò a Crono un emetico che lo costrinse a rigurgitare i figli che aveva ingoiato: Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone. Liberati dal ventre del padre, i fratelli di Zeus si unirono a lui nella guerra contro Crono e i Titani, una battaglia epica che durò dieci lunghi anni, conosciuta come la Titanomachia.

La Titanomachia e l'Avvento degli Dei Olimpici

La Titanomachia fu un conflitto cosmico di proporzioni inimmaginabili, una lotta titanica tra le forze dell'ordine e del caos. Da un lato, Zeus e i suoi fratelli, sostenuti dai Ciclopi, che forgiarono per loro le armi divine: il fulmine per Zeus, il tridente per Poseidone e l'elmo dell'invisibilità per Ade. Dall'altro, Crono e i Titani, forti della loro potenza primordiale e della loro conoscenza delle forze della natura.

La battaglia infuriò per dieci anni, con scontri violenti e cataclismi che scossero l'universo. Zeus, con il fulmine in pugno, seminava distruzione tra le fila dei Titani, mentre Poseidone, con il tridente, sollevava mari e terremoti. Ade, invisibile grazie all'elmo, si aggirava tra i nemici, seminando terrore e morte. Alla fine, grazie alla loro astuzia e alla forza dei loro alleati, Zeus e i suoi fratelli riuscirono a sconfiggere i Titani e a rinchiuderli nel Tartaro, sorvegliati dagli Ecatonchiri.

Con la vittoria sugli dei antichi, Zeus e i suoi fratelli si divisero il dominio del mondo: Zeus ottenne il cielo e il regno degli dei, Poseidone il mare e Ade gli inferi. La Terra rimase un dominio comune, governato congiuntamente dai tre fratelli. Ebbero anche dei ruoli specifici: Zeus, re degli dei, era il garante dell’ordine e della giustizia.

La Creazione dell'Uomo

Dopo aver stabilito il loro dominio sul cosmo, gli dei olimpici si dedicarono alla creazione dell'uomo. Esistono diverse versioni del mito, ma una delle più diffuse attribuisce la creazione dell'uomo a Prometeo, figlio del Titano Giapeto. Prometeo plasmò gli uomini a partire dall'argilla, dando loro una forma simile a quella degli dei. Atena, dea della saggezza, soffiò loro la vita, donando loro l'anima.

Inizialmente, gli uomini vivevano in pace e armonia con gli dei, ma Prometeo, mosso da un profondo amore per l'umanità, decise di ingannare Zeus per migliorare la loro condizione. In un sacrificio offerto agli dei, Prometeo nascose le ossa e le parti meno appetitose dell'animale sotto uno strato di grasso invitante, mentre nascose la carne migliore sotto la pelle dell'animale. Zeus, caduto nell'inganno, scelse la parte apparentemente migliore, lasciando agli uomini la carne. Adirato per l'inganno, Zeus privò gli uomini del fuoco, condannandoli al freddo e all'oscurità.

Prometeo, però, non si arrese. Rubò il fuoco dal cielo, nascondendolo in una canna, e lo restituì agli uomini. Questa volta, Zeus, infuriato oltre ogni limite, punì Prometeo incatenandolo a una roccia, dove un'aquila gli divorava quotidianamente il fegato, che si rigenerava ogni notte, perpetuando la sua tortura all'infinito. Zeus punì anche l'umanità, inviando Pandora, la prima donna, creata da Efesto, il dio fabbro, su ordine di Zeus. Pandora portava con sé un vaso (spesso erroneamente tradotto come "scatola") contenente tutti i mali del mondo: malattie, dolori, invidie, gelosie, e così via. Aprendo il vaso, Pandora liberò tutti questi mali sull'umanità, lasciando sul fondo solo la speranza.

Le Ere dell'Umanità e il Diluvio Universale

Dopo l'episodio di Prometeo e Pandora, l'umanità conobbe un progressivo declino, passando attraverso diverse ere, ognuna peggiore della precedente. La prima era fu l'età dell'oro, un periodo di pace e prosperità, in cui gli uomini vivevano in armonia con gli dei e la natura. La seconda era fu l'età dell'argento, in cui gli uomini divennero superbi e orgogliosi, dimenticando gli dei. La terza era fu l'età del bronzo, in cui gli uomini divennero violenti e guerrafondai. La quarta era fu l'età degli eroi, un periodo di grandi gesta e avventure, ma anche di conflitti e tragedie. Infine, arrivò l'età del ferro, l'epoca in cui viviamo noi, caratterizzata da miseria, ingiustizia, corruzione e decadenza morale.

Vedendo la malvagità degli uomini, Zeus decise di distruggere l'umanità con un diluvio universale. Solo Deucalione, figlio di Prometeo, e Pirra, figlia di Epimeteo e Pandora, sopravvissero al diluvio, grazie all'avvertimento di Prometeo, che consigliò loro di costruire un'arca. Dopo nove giorni e nove notti di tempesta, l'arca si arenò sulla cima del monte Parnaso. Deucalione e Pirra, disperati per la perdita dell'umanità, consultarono l'oracolo di Delfi, che consigliò loro di lanciare pietre dietro le spalle. Le pietre lanciate da Deucalione si trasformarono in uomini, mentre quelle lanciate da Pirra si trasformarono in donne, ripopolando la Terra.

Il mito della creazione del mondo, così come raccontato, è una narrazione complessa e ricca di significati simbolici, che riflette le paure, le speranze e le aspirazioni dell'umanità. È un racconto di nascita, morte e rinascita, di ordine e caos, di potere e ribellione, che continua a risuonare nel nostro immaginario collettivo.

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