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Lo Fu Il Referendum Del 1946


Lo Fu Il Referendum Del 1946

Il 2 giugno 1946, l'Italia fu testimone di un evento cruciale: il referendum istituzionale. Un momento spartiacque nella storia del paese, che vide gli italiani chiamati alle urne per scegliere tra la monarchia e la repubblica. Questo voto, il primo a suffragio universale esteso alle donne, non solo determinò la forma di governo, ma segnò l'inizio di una nuova era per l'Italia, reduce da anni di guerra e dittatura.

Le Ragioni del Referendum

La decisione di indire un referendum sulla forma istituzionale dello Stato affonda le sue radici nel contesto storico del dopoguerra. Il regime fascista, guidato da Benito Mussolini e sostenuto dalla monarchia, aveva condotto l'Italia in un conflitto disastroso. La figura del re Vittorio Emanuele III, pur non avendo attivamente partecipato alle decisioni belliche dopo l'8 settembre 1943, era comunque compromessa a causa del suo ruolo nel periodo fascista. Dopo la caduta del regime e la fine della guerra, si avvertì l'esigenza di un radicale cambiamento politico e istituzionale.

La Resistenza, con la sua forte componente repubblicana, aveva alimentato il desiderio di un rinnovamento radicale. I partiti antifascisti, riorganizzatisi dopo anni di clandestinità, spinsero per una consultazione popolare che permettesse agli italiani di esprimere la propria volontà sulla forma di governo. La monarchia, dal canto suo, tentò di salvare la situazione con l'abdicazione di Vittorio Emanuele III in favore del figlio Umberto II, il cosiddetto "Re di Maggio", ma la mossa non sortì l'effetto sperato.

Il Ruolo della Monarchia nel Fascismo

La complicità della monarchia con il regime fascista fu un fattore determinante nella perdita di credibilità della dinastia Savoia. Vittorio Emanuele III aveva avallato l'ascesa al potere di Mussolini nel 1922 e aveva mantenuto il suo sostegno al regime per oltre vent'anni. Questo legame indissolubile compromise irrimediabilmente la figura del re agli occhi di molti italiani, che lo consideravano corresponsabile delle tragedie della guerra e della soppressione delle libertà democratiche.

Anche se la monarchia si era dissociata dal regime fascista dopo l'8 settembre 1943, la sua immagine era ormai irrimediabilmente danneggiata. L'abdicazione di Vittorio Emanuele III in favore di Umberto II fu vista da molti come un tentativo tardivo di salvare la dinastia, ma non fu sufficiente a cancellare le responsabilità del passato.

La Campagna Elettorale

La campagna elettorale per il referendum istituzionale fu intensa e polarizzata. I sostenitori della monarchia, guidati dal Partito Democratico Italiano, cercarono di difendere la dinastia Savoia, sottolineando il ruolo storico della monarchia nell'unificazione del paese e la necessità di garantire la continuità istituzionale. Argomentavano che un cambiamento improvviso nella forma di governo avrebbe potuto destabilizzare il paese, ancora alle prese con le difficoltà del dopoguerra.

I partiti repubblicani, tra cui il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano e il Partito d'Azione, fecero una forte campagna a favore della repubblica, denunciando le responsabilità della monarchia nel periodo fascista e sottolineando la necessità di un rinnovamento democratico. Argomentarono che la repubblica avrebbe garantito una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica e una più equa distribuzione della ricchezza.

La campagna elettorale fu caratterizzata da un forte clima di tensione, con comizi, manifestazioni e scontri verbali tra sostenitori delle due fazioni. La propaganda repubblicana, spesso più efficace e incisiva, riuscì a mobilitare un ampio sostegno popolare, soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro Italia.

L'Influenza delle Donne al Voto

Il referendum del 1946 fu il primo voto in cui le donne italiane poterono esercitare il diritto di voto. Questo rappresentò un evento epocale nella storia del paese e un passo fondamentale verso la piena parità di genere. Si stima che la partecipazione femminile al voto sia stata massiccia, e che le donne abbiano contribuito in modo significativo alla vittoria della repubblica. Le donne, reduci da anni di guerra e privazioni, desideravano un cambiamento radicale nella società e nella politica, e vedevano nella repubblica la promessa di un futuro migliore.

Molte donne erano state attivamente coinvolte nella Resistenza e avevano maturato una forte coscienza politica. La loro partecipazione al voto rappresentò un importante segnale di cambiamento e un contributo fondamentale alla costruzione della nuova Italia democratica.

I Risultati del Referendum

Il 2 giugno 1946, gli italiani si recarono alle urne in massa. L'affluenza fu altissima, con oltre l'89% degli aventi diritto che espressero il loro voto. I risultati del referendum furono i seguenti:

  • Repubblica: 12.718.641 voti (54,3%)
  • Monarchia: 10.718.502 voti (45,7%)

La vittoria della repubblica fu accolta con grande entusiasmo dai partiti antifascisti e dalla popolazione. Tuttavia, i risultati furono contestati dai sostenitori della monarchia, che denunciarono presunte irregolarità nello scrutinio. La Corte di Cassazione, dopo un'attenta verifica dei voti, confermò la validità del referendum e proclamò la repubblica italiana.

Il Re in Esilio

Dopo la proclamazione della repubblica, Umberto II fu costretto a lasciare l'Italia e ad andare in esilio in Portogallo. La dinastia Savoia non fece più ritorno in Italia fino al 2002, quando una disposizione costituzionale che vietava l'ingresso nel paese agli eredi maschi di casa Savoia fu abrogata.

L'esilio di Umberto II segnò la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova fase nella storia italiana. La repubblica italiana si fondava sui principi della democrazia, della libertà e dell'uguaglianza, e si impegnava a costruire una società più giusta e prospera per tutti i cittadini.

Le Conseguenze del Referendum

Il referendum del 1946 ebbe conseguenze profonde e durature sulla storia italiana. La nascita della repubblica segnò la fine del regime monarchico e l'inizio di una nuova era democratica. L'Assemblea Costituente, eletta contestualmente al referendum, ebbe il compito di redigere la nuova Costituzione italiana, che entrò in vigore il 1° gennaio 1948. La Costituzione italiana sancisce i principi fondamentali della democrazia, della libertà, dell'uguaglianza e della giustizia sociale, e rappresenta ancora oggi il fondamento della vita politica e sociale del paese.

Il referendum del 1946 rappresentò anche un momento di grande partecipazione popolare alla vita politica. Gli italiani, dopo anni di dittatura e guerra, sentirono il bisogno di esprimere la propria volontà e di contribuire alla costruzione del futuro del paese. La vittoria della repubblica fu il risultato di una forte mobilitazione popolare e di un desiderio diffuso di cambiamento e rinnovamento.

L'Eredità del Referendum

L'eredità del referendum del 1946 è ancora oggi viva e presente nella società italiana. La repubblica italiana ha saputo superare le difficoltà del dopoguerra e costruire un paese democratico, prospero e moderno. La Costituzione italiana, frutto del lavoro dell'Assemblea Costituente, rappresenta un patrimonio prezioso di valori e principi che devono essere difesi e promossi.

Il referendum del 1946 ci ricorda l'importanza della partecipazione popolare alla vita politica e della difesa dei valori democratici. È un monito contro ogni forma di autoritarismo e di oppressione, e un invito a costruire una società più giusta e solidale per tutti.

Conclusione

Il referendum del 1946 fu un evento cruciale nella storia d'Italia, che determinò il passaggio dalla monarchia alla repubblica. Fu un momento di grande partecipazione popolare e segnò l'inizio di una nuova era per il paese, basata sui principi della democrazia e della libertà. Ricordare questo evento è fondamentale per comprendere il presente e costruire un futuro migliore per l'Italia. Partecipare attivamente alla vita democratica, difendere i valori della Costituzione e promuovere una società più giusta e solidale sono i compiti che ci attendono come cittadini italiani. L'eco di quel 2 giugno 1946 risuona ancora oggi, invitandoci a non dimenticare il passato e a impegnarci per un futuro migliore.

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