La Mia Sera Di Pascoli Testo

La Mia Sera di Giovanni Pascoli è una delle poesie più celebri e studiate della letteratura italiana. Spesso analizzata a livello scolastico, rappresenta un punto di svolta nella poetica pascoliana, segnando un passaggio da toni più descrittivi e narrativi a una maggiore introspezione psicologica e simbolica. Questa analisi si propone di approfondire il testo, esplorandone i temi principali, la struttura e il linguaggio, per comprenderne appieno la ricchezza e la complessità.
Il Tema del Nido e della Protezione
Uno dei temi centrali de La Mia Sera è quello del nido, inteso come luogo di protezione, sicurezza e affetti familiari. Pascoli, segnato da lutti familiari profondi (la perdita del padre, della madre e di alcuni fratelli), idealizza la famiglia come rifugio dal dolore e dalle difficoltà della vita. Nella poesia, il nido è evocato attraverso immagini di ritorno a casa, di calore e di tranquillità, in contrasto con l'oscurità e le incertezze del mondo esterno.
Il Ricordo dell'Infanzia
Il concetto di nido si lega indissolubilmente al ricordo dell'infanzia, un'età percepita come un periodo di innocenza e di felicità perduta. Attraverso la memoria, il poeta cerca di ricreare l'atmosfera protettiva del nido familiare, ritrovando conforto e consolazione nel ricordo dei momenti trascorsi con i suoi cari. Tuttavia, questo ritorno al passato è sempre accompagnato da una nota di malinconia e di nostalgia, consapevole della sua irrecuperabilità.
Consideriamo, ad esempio, le parole "Don... don... E mi dicono, dormi!/Mi cantano, dormi! sussurrano, /dormi! bisbigliano, dormi!". Queste onomatopee, che riproducono il suono delle campane, richiamano un'immagine di serenità e di calma, associata ai ricordi dell'infanzia trascorsa in campagna.
Il Simbolismo della Sera
La sera, nel titolo e nell'atmosfera della poesia, assume un valore simbolico di grande importanza. Rappresenta la fine del giorno, il momento del riposo, ma anche la vecchiaia, l'avvicinarsi della morte e la consapevolezza della caducità dell'esistenza. La sera, quindi, è un momento di riflessione, di bilanci e di rimpianti, in cui il poeta si confronta con la propria fragilità e con la precarietà della vita.
L'Analogia con la Vita Umana
Pascoli utilizza la sera come analogia della vita umana, paragonando il ciclo del giorno al percorso esistenziale dell'uomo. Così come il giorno volge al termine, anche la vita è destinata a concludersi. Questa consapevolezza genera nel poeta un senso di angoscia e di smarrimento, ma anche una profonda aspirazione alla pace e alla serenità, che cerca di trovare nel ricordo del nido familiare.
Pensiamo al verso "Oh! quel cielo infinito, quel cielo profondo!", dove l'infinito e la profondità del cielo notturno evocano la vastità e l'insondabilità del destino umano. Il poeta si sente piccolo e insignificante di fronte all'immensità dell'universo, ma allo stesso tempo aspira a trovare un significato e una consolazione nella contemplazione della natura.
Il Linguaggio e lo Stile
Il linguaggio utilizzato da Pascoli in La Mia Sera è caratterizzato da una grande semplicità e immediatezza. Il poeta utilizza un lessico comune, ricco di termini familiari e di espressioni colloquiali, per creare un'atmosfera di intimità e di confidenza con il lettore. Tuttavia, questa semplicità apparente nasconde una grande raffinatezza stilistica, evidente nell'uso di figure retoriche, di onomatopee e di rime.
L'Uso delle Onomatopee
Le onomatopee, come abbiamo visto con il "Don... don...", sono particolarmente importanti nella poesia pascoliana, in quanto contribuiscono a creare un'esperienza sensoriale vivida e coinvolgente. Attraverso la riproduzione dei suoni della natura e della vita quotidiana, il poeta riesce a trasportare il lettore nel mondo evocato dalla poesia, rendendolo partecipe delle emozioni e delle sensazioni che prova.
La Sintassi Spezzata
La sintassi è spesso spezzata, frammentata, con frasi brevi e interrotte da pause e sospensioni. Questa caratteristica stilistica contribuisce a creare un'atmosfera di incertezza e di precarietà, riflettendo lo stato d'animo del poeta, tormentato da dubbi e angosce. Le interruzioni e le sospensioni, inoltre, invitano il lettore a una riflessione più profonda, a completare il significato delle parole con la propria interpretazione.
Un esempio lampante è "E mi dicono, dormi! Mi cantano, dormi! sussurrano, dormi! bisbigliano, dormi!". La ripetizione insistente del verbo "dormi", unita alle diverse modalità di enunciazione (cantano, sussurrano, bisbigliano), crea un effetto ipnotico, che induce il lettore a abbandonarsi alla dolcezza del sonno e al conforto del nido familiare.
L'Influenza del Decadentismo
La Mia Sera risente dell'influenza del Decadentismo, un movimento culturale e artistico che si sviluppò in Europa alla fine del XIX secolo. I poeti decadenti, come Pascoli, erano accomunati da un senso di smarrimento e di crisi di fronte alla modernità, da un'attrazione per il mistero e l'irrazionale, e da una sensibilità esasperata e malinconica.
Il Rifiuto del Positivismo
Il Decadentismo rappresentava un rifiuto del Positivismo, la corrente filosofica dominante nella seconda metà del XIX secolo, che esaltava la scienza e il progresso come strumenti per la conoscenza e il miglioramento della realtà. I poeti decadenti, invece, si concentravano sull'interiorità dell'individuo, esplorando le zone oscure della psiche e le contraddizioni dell'animo umano.
La Sensibilità Esasperata
La sensibilità esasperata dei poeti decadenti si manifestava in una particolare attenzione alle sensazioni, alle emozioni e alle sfumature del linguaggio. Pascoli, in La Mia Sera, utilizza un linguaggio ricco di immagini evocative, di simboli e di analogie, per esprimere la sua visione del mondo, segnata da un senso di fragilità, di incertezza e di nostalgia.
Il Messaggio di Consolazione
Nonostante la malinconia e l'angoscia che pervadono la poesia, La Mia Sera offre anche un messaggio di consolazione. Il ricordo del nido familiare, la contemplazione della natura e la ricerca di un senso di armonia e di pace interiore rappresentano una via di fuga dal dolore e dalle difficoltà della vita. La poesia, quindi, diventa un rifugio, un luogo in cui il poeta può trovare conforto e consolazione, e offrire al lettore la possibilità di condividere le sue emozioni e le sue riflessioni.
Anche nei momenti di maggiore sconforto, la poesia di Pascoli ci ricorda l'importanza di custodire i ricordi, di valorizzare gli affetti familiari e di trovare un senso di bellezza e di armonia nella natura. Questi elementi, seppur fragili e precari, possono rappresentare un valido antidoto contro l'angoscia e la solitudine esistenziale.
In conclusione, La Mia Sera di Giovanni Pascoli è una poesia complessa e ricca di significati, che affronta temi universali come la famiglia, la morte, il tempo e la natura. Attraverso un linguaggio semplice e immediato, il poeta riesce a toccare le corde più profonde dell'animo umano, offrendo un messaggio di consolazione e di speranza. La poesia invita alla riflessione, all'introspezione e alla valorizzazione degli affetti familiari, ricordandoci l'importanza di trovare un senso di bellezza e di armonia nel mondo che ci circonda. Rileggere La Mia Sera significa riscoprire la potenza evocativa della parola poetica e la capacità di Pascoli di trasformare le esperienze personali in un patrimonio universale.







