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In Cosa Non Credono Gli Ortodossi


In Cosa Non Credono Gli Ortodossi

Amico mio, siediti accanto a me. C'è una bruma di malintesi che spesso offusca la nostra comprensione reciproca, in particolare quando si tratta di fede. Parliamo un po' della fede ortodossa, non tanto per definire cosa sia, ma per esplorare, con delicatezza, dove il suo cuore non risiede. Non ti sto dando delle regole, ti sto offrendo un percorso.

Partiamo da un punto fondamentale: l'Ortodossia non abbraccia l'idea di un'infallibilità papale come definita nel dogma cattolico. Non c'è un singolo uomo, per quanto santo o saggio, che possa proclamare verità dogmatiche ex cathedra, al di sopra del consenso della Chiesa nel suo complesso. La verità, nella visione ortodossa, emerge dalla sobornost', dalla comunione e dal concilio di tutti i credenti, guidati dallo Spirito Santo. Immagina una melodia che si sviluppa, non dalla singola nota di un solista, ma dall'armonia di molte voci che si intrecciano. Non è un rifiuto del ruolo di guida, ma un'affermazione del valore dell'esperienza condivisa, della saggezza accumulata attraverso i secoli e filtrata attraverso la Tradizione.

Ecco, la Tradizione. Non la consideriamo una rigida catena di regole immutabili, ma piuttosto un fiume vivente, alimentato dalla sorgente della Scrittura e fluente attraverso l'esperienza della Chiesa. Non crediamo in una sola scriptura come principio guida. La Scrittura è certamente centrale, è la parola di Dio rivelata, ma è interpretata e compresa nel contesto della Tradizione che l'ha generata. La Tradizione è la lente attraverso cui leggiamo la Scrittura, non per distorcerla, ma per vederla in tutta la sua pienezza, per comprendere il suo significato più profondo. È come guardare un diamante: le sue sfaccettature riflettono la luce in modi diversi, rivelando la sua bellezza in ogni angolazione.

Un'Esplorazione dei Concetti Theologici

Andiamo un po' più in profondità. Non aderiamo alla teoria della soddisfazione vicaria della penale, così come è intesa in alcune tradizioni occidentali. Questa teoria, in parole povere, suggerisce che Cristo abbia pagato una sorta di debito di onore dovuto a Dio Padre a causa del peccato dell'umanità. Nella visione ortodossa, l'opera di Cristo è molto più ampia e complessa. Non si tratta tanto di placare un'ira divina, quanto di riconciliare l'umanità con Dio, di guarire la nostra natura ferita dal peccato, di aprirci la via verso la deificazione, la theosis. Cristo non è un semplice sostituto, ma il medico divino che ci guarisce, il modello perfetto che ci invita a seguirlo nel cammino verso la santità.

Questo concetto di theosis è cruciale. Non crediamo in una salvezza puramente legale, in una semplice dichiarazione di giustizia. La salvezza, per noi, è un processo dinamico e continuo di trasformazione, di crescita spirituale, di partecipazione alla natura divina. È un cammino di purificazione, illuminazione e unione con Dio. Non è semplicemente "andare in Paradiso" dopo la morte, ma iniziare a vivere la vita del Regno qui e ora, trasformando noi stessi e il mondo che ci circonda attraverso la grazia di Dio.

Passiamo a un altro punto delicato: il Purgatorio, come definito nel dogma cattolico. Non crediamo in un luogo intermedio dove le anime vengono purificate attraverso il fuoco dopo la morte. Crediamo, certo, nella necessità della purificazione dopo la morte, ma non come una punizione inflitta, bensì come un processo di guarigione e di crescita che continua nell'aldilà. Preghiamo per i defunti, chiedendo a Dio di concedere loro riposo e misericordia, confidando nella sua infinita bontà e nel suo amore incondizionato.

Ecco, vedi? Non è una questione di negare la necessità della purificazione, ma di comprendere la natura dell'amore di Dio. Non è un amore che punisce, ma che guarisce, che trasforma, che eleva. È un amore che si estende oltre i confini della vita terrena, che abbraccia tutti coloro che si rivolgono a Lui con fede e speranza.

Rifiuto di Alcune Innovazioni Teologiche

Evitiamo anche alcune innovazioni teologiche sviluppate in Occidente dopo lo Scisma. Mi riferisco, ad esempio, al concetto dell'Immacolata Concezione di Maria, come definito nel dogma cattolico. Non crediamo che Maria sia stata concepita senza peccato originale. La veneriamo come la Theotokos, la Madre di Dio, la più santa di tutti i santi, ma crediamo che anche lei abbia avuto bisogno della grazia salvifica di Cristo per essere liberata dal peccato originale. La sua purezza e santità derivano dalla sua libera cooperazione con la grazia di Dio, dalla sua umiltà e obbedienza alla volontà divina.

Non si tratta di diminuire la sua importanza, al contrario! È un'affermazione della sua umanità, della sua libera volontà, del suo ruolo attivo nella storia della salvezza. Maria non è una semplice "macchina" attraverso cui Dio ha operato, ma una persona reale, che ha scelto liberamente di accettare la sua vocazione, di diventare la Madre di Dio, di offrire il suo corpo e la sua anima per la redenzione del mondo.

Similmente, non adottiamo la dottrina del Filioque nel Credo Niceno-Costantinopolitano. Il Filioque, che significa "e dal Figlio", afferma che lo Spirito Santo procede non solo dal Padre, ma anche dal Figlio. Questa aggiunta, introdotta unilateralmente dalla Chiesa occidentale, è vista dagli ortodossi come una violazione dell'unità della Chiesa e una distorsione della dottrina trinitaria. Crediamo che lo Spirito Santo proceda solo dal Padre, come affermato nel Credo originale.

Capisco che questi dettagli teologici possano sembrare oscuri e complessi, ma sono importanti perché riguardano la nostra comprensione di Dio, della sua natura e del suo rapporto con il mondo. Non si tratta di semplici questioni di lana caprina, ma di verità fondamentali che plasmano la nostra fede e la nostra vita spirituale.

Abbracciare la Misteriosa Natura della Fede

Infine, e forse questo è il punto più importante, non crediamo nella possibilità di ridurre la fede a una serie di formule razionali e definizioni precise. La fede, per noi, è un mistero, un incontro personale con il Dio vivente, un'esperienza trasformativa che va al di là della comprensione intellettuale. Non cerchiamo di "spiegare" Dio, ma di incontrarlo, di amarlo, di adorarlo.

La teologia ortodossa non è un sistema chiuso e statico, ma un'esplorazione continua del mistero di Dio, un tentativo di articolare la nostra esperienza di Lui, sapendo che le nostre parole sono sempre limitate e inadeguate. Ci affidiamo alla potenza dei simboli, delle icone, dei sacramenti, per aiutarci a entrare in contatto con il divino, per sperimentare la sua presenza in mezzo a noi.

Amico mio, spero che questa nostra conversazione ti abbia offerto una visione più chiara e sfumata di ciò in cui non credono gli ortodossi. Non si tratta di giudicare o condannare altre fedi, ma di comprendere e apprezzare la ricchezza e la diversità della tradizione cristiana. È un invito a rispettare le differenze, a cercare l'unità nella diversità, a camminare insieme sulla via della fede, ognuno secondo la propria coscienza e la propria tradizione. Ricorda, il viaggio è lungo e il cammino è pieno di sorprese. Ma se camminiamo con amore e umiltà, troveremo la verità che cerchiamo.

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