In Che Lingua è Scritta La Divina Commedia

La Divina Commedia, capolavoro sommo della letteratura italiana e mondiale, è un'opera di tale portata che la semplice domanda "In che lingua è scritta?" merita una risposta approfondita. Non si tratta semplicemente di affermare che è scritta in italiano; è cruciale comprendere l'evoluzione e la natura specifica della lingua utilizzata da Dante Alighieri.
Il Volgare Fiorentino: Una Scelta Rivoluzionaria
La Divina Commedia è scritta in volgare fiorentino. Questa affermazione, apparentemente semplice, racchiude in sé una vera e propria rivoluzione linguistica e culturale. Nel Medioevo, la lingua scritta per eccellenza era il latino, considerato la lingua della cultura, della legge, della religione e dell'amministrazione. Il volgare, ossia la lingua parlata dal popolo, era ritenuto inferiore, meno nobile e inadatto a trattare argomenti elevati.
Dante, con la sua opera, eleva il volgare fiorentino a lingua letteraria, dimostrandone le potenzialità espressive e la capacità di veicolare concetti complessi, emozioni profonde e visioni cosmiche. Questa scelta non fu casuale, ma il risultato di una profonda riflessione teorica e di un impegno politico e culturale.
De Vulgari Eloquentia: La Teoria Linguistica di Dante
Prima di intraprendere la stesura della Divina Commedia, Dante aveva già affrontato il tema della lingua nel suo trattato De Vulgari Eloquentia (circa 1303-1305). In quest'opera, scritta in latino, Dante teorizza la necessità di una lingua volgare illustre, capace di unificare l'Italia e di competere con la grandezza del latino. Dante analizza diversi volgari italiani, individuando le loro peculiarità e i loro limiti. Sebbene il De Vulgari Eloquentia rimanga incompiuto, esso rappresenta un fondamentale contributo alla linguistica e alla storia della lingua italiana, gettando le basi teoriche per la successiva affermazione del volgare fiorentino.
La Ricchezza Lessicale e Stilistica della Commedia
La lingua della Divina Commedia non è semplicemente il volgare fiorentino parlato all'epoca di Dante. È un volgare arricchito, elaborato e nobilitato attraverso una serie di strategie stilistiche e lessicali. Dante attinge a piene mani dal latino, riprendendo termini e strutture sintattiche, ma li piega alle esigenze del volgare, creando neologismi e adattamenti originali. L'uso del latino non è un semplice ornamento, ma un modo per conferire solennità e autorevolezza al suo linguaggio.
Inoltre, Dante utilizza una vasta gamma di figure retoriche, come metafore, similitudini, allegorie e antitesi, per rendere più vivida ed efficace la sua narrazione. La precisione descrittiva e la forza espressiva dei versi danteschi sono ineguagliabili. Si pensi, ad esempio, alla celebre descrizione di Lucifero nell'Inferno (XXXIV, 19-27), dove l'uso di termini crudi e realistici contrasta con l'immagine sublime della divinità che Lucifero ha tradito.
Un altro aspetto fondamentale della lingua dantesca è la sua musicalità. La scelta della terzina incatenata (ABA BCB CDC...) contribuisce a creare un ritmo incalzante e armonioso, che facilita la memorizzazione e la recitazione del poema. Dante era un maestro della metrica e della rima, capace di sfruttare al massimo le potenzialità sonore della lingua.
Influenza della Divina Commedia sulla Lingua Italiana
La Divina Commedia ha avuto un'influenza decisiva sulla formazione e sull'evoluzione della lingua italiana. Dopo Dante, il volgare fiorentino, grazie alla sua opera, si è imposto come la lingua letteraria per eccellenza, diventando il modello per gli scrittori successivi. Petrarca e Boccaccio, pur con le loro specificità stilistiche, si rifanno alla lingua di Dante, contribuendo a consolidare il primato del fiorentino letterario.
Nel corso dei secoli, la lingua della Divina Commedia è stata oggetto di studio e di imitazione da parte di generazioni di scrittori, poeti e grammatici. Il vocabolario dantesco è entrato a far parte del patrimonio lessicale italiano, arricchendolo di termini ed espressioni ancora oggi in uso. Si pensi, ad esempio, a parole come "ghiotto", "lussuria", "ignavia" o a espressioni come "lasciate ogni speranza, voi ch'entrate", che sono diventate parte integrante della nostra cultura.
Anche nella lingua italiana contemporanea, l'eco della Divina Commedia è ancora percepibile. Molti modi di dire, citazioni letterali e riferimenti impliciti al poema dantesco sono presenti nel linguaggio comune, nella pubblicità, nel giornalismo e nella letteratura. Questo testimonia la permanenza e la vitalità dell'eredità linguistica e culturale di Dante.
Esempi Concreti dell'Influenza Dantesca
Per comprendere meglio l'influenza della Divina Commedia, si possono considerare alcuni esempi concreti:
* **Il Vocabolario della Crusca:** La prima edizione del Vocabolario della Crusca (1612), il primo vocabolario italiano, si basa ampiamente sulla lingua della Divina Commedia e delle altre opere di Dante, Petrarca e Boccaccio. Questo testimonia il ruolo di Dante come modello linguistico per la lingua italiana. * **L'uso di Dante nella Scuola:** La Divina Commedia è una lettura obbligatoria nelle scuole italiane, e lo studio della lingua dantesca è parte integrante del programma di italiano. Questo assicura la trasmissione della conoscenza della lingua dantesca alle nuove generazioni. * **Citazioni Dantesche nel Linguaggio Quotidiano:** Espressioni come "perdere la retta via", "essere all'inferno", "fare un viaggio all'inferno" derivano direttamente dalla Divina Commedia e sono ancora oggi utilizzate nel linguaggio quotidiano. * **Riferimenti a Dante nella Cultura Popolare:** Dante e la sua opera sono spesso citati e parodiati nella cultura popolare, nei film, nei fumetti, nei videogiochi e nelle canzoni. Questo dimostra la persistente rilevanza di Dante nella società contemporanea. * **L'uso di Dante nei media:** Anche i media moderni, come la televisione e internet, utilizzano spesso riferimenti alla *Divina Commedia*, ad esempio attraverso citazioni o immagini che richiamano l'opera dantesca. Questo contribuisce a mantenere viva la memoria di Dante e della sua lingua.Conclusioni: Un'Eredità Linguistica Inestimabile
La risposta alla domanda "In che lingua è scritta la Divina Commedia?" è quindi più complessa di quanto possa sembrare. Non si tratta semplicemente di affermare che è scritta in italiano, ma di riconoscere la specificità e l'importanza del volgare fiorentino dantesco. Dante ha elevato il volgare a lingua letteraria, creando un capolavoro che ha influenzato profondamente la formazione e l'evoluzione della lingua italiana.
La lingua della Divina Commedia è un tesoro inestimabile, che ci invita a riflettere sulla ricchezza e la complessità della nostra lingua. Studiare la lingua dantesca significa non solo comprendere un'opera letteraria fondamentale, ma anche approfondire la conoscenza delle nostre radici culturali e linguistiche.
Invitiamo tutti a leggere e rileggere la Divina Commedia, non solo per apprezzarne la bellezza letteraria, ma anche per scoprire la ricchezza e la vitalità della lingua italiana. Solo così potremo comprendere appieno l'eredità linguistica e culturale che Dante Alighieri ci ha lasciato.


