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Il Teatro E Il Suo Doppio


Il Teatro E Il Suo Doppio

Il saggio di Antonin Artaud, Il Teatro e il suo Doppio, pubblicato per la prima volta nel 1938, rappresenta una pietra miliare nella storia del pensiero teatrale. Più che una semplice analisi del teatro esistente, l'opera si configura come un manifesto rivoluzionario, una visione radicale di ciò che il teatro dovrebbe essere. Artaud, insoddisfatto del teatro borghese, basato sulla rappresentazione realistica e sulla preminenza della parola, propone un teatro che trascenda il linguaggio, che attinga alle profondità dell'inconscio e che agisca direttamente sui nervi e le emozioni dello spettatore.

Il Teatro della Crudeltà: Un Nuovo Paradigma

Il concetto centrale de Il Teatro e il suo Doppio è quello del "Teatro della Crudeltà". È fondamentale sottolineare che il termine "crudeltà" non va inteso nel senso comune di violenza gratuita o sadismo. Per Artaud, la crudeltà è una forza, un'energia primordiale che libera lo spirito dalle convenzioni e dalle costrizioni sociali. È la forza che risveglia l'inconscio, che porta alla luce le paure, i desideri e le angosce più profonde.

Il Teatro della Crudeltà si propone di scardinare la centralità della parola, considerata un ostacolo alla comunicazione autentica. Artaud aspira a un linguaggio teatrale non-verbale, fatto di gesti, suoni, luci, colori e movimenti capaci di penetrare direttamente nell'inconscio dello spettatore. Immagina un teatro che sia più simile a un rito magico, a una cerimonia sacra, che a una semplice rappresentazione.

Superamento della Parola e Preminenza del Linguaggio Fisico

Artaud critica aspramente il teatro occidentale tradizionale, accusandolo di essere eccessivamente logico e razionale, imprigionato nella dittatura del testo. Per lui, la parola è diventata un mero strumento di comunicazione intellettuale, incapace di esprimere la complessità e la profondità dell'esperienza umana. Il Teatro della Crudeltà, al contrario, privilegia il linguaggio fisico, il corpo in movimento, la voce modulata, le grida, i silenzi, i rumori. Questi elementi, combinati sapientemente, possono creare un'esperienza sensoriale intensa e sconvolgente, capace di scuotere le fondamenta della coscienza.

Un esempio concreto di questo approccio lo si può trovare nelle sue produzioni teatrali, seppur rare. Artaud sperimentò con l'uso di luci stroboscopiche, suoni dissonanti, costumi elaborati e movimenti coreografici violenti per creare un'atmosfera di shock e di straniamento. L'obiettivo era quello di destabilizzare lo spettatore, di romperne le difese razionali e di portarlo a un livello di consapevolezza più profondo.

Il Doppio: Il Teatro come Manifestazione dell'Inconscio

Il concetto del "doppio" è altrettanto fondamentale per comprendere il pensiero di Artaud. Il teatro, secondo lui, è il doppio della vita, non una semplice imitazione o rappresentazione, ma una sua trasformazione, una sua proiezione nel regno dell'inconscio. Il teatro rivela ciò che la vita nasconde, le forze oscure e represse che agiscono al di sotto della superficie della realtà.

Il doppio è l'ombra, il lato oscuro, l'inconscio che emerge e si manifesta sulla scena. Attraverso il teatro, lo spettatore può confrontarsi con le proprie paure, i propri desideri proibiti, le proprie angosce più profonde. Il teatro diventa quindi un luogo di catarsi, di purificazione, dove le emozioni represse possono essere liberate e trasformate.

Influenza delle Culture Non-Occidentali

Artaud fu fortemente influenzato dalle culture non-occidentali, in particolare dal teatro balinese e dai riti tribali. Rimase affascinato dalla loro capacità di creare un'esperienza teatrale totale, coinvolgente tutti i sensi e trascendendo i limiti della parola. Vide in queste forme teatrali un esempio di come il teatro possa essere uno strumento di trasformazione spirituale, un modo per connettersi con le forze primordiali della natura.

Durante l'Esposizione Coloniale di Parigi nel 1931, Artaud assistette a una performance di un gruppo di danzatori balinesi che lo colpì profondamente. Rimase impressionato dalla loro abilità nel comunicare attraverso il corpo, attraverso i gesti, le espressioni facciali, i suoni. Vide in quella performance un'incarnazione del suo ideale di Teatro della Crudeltà, un teatro che agisce direttamente sull'inconscio dello spettatore.

Impatto e Legacy

Il Teatro e il suo Doppio ha avuto un impatto profondo e duraturo sul teatro del XX secolo. Le idee di Artaud hanno influenzato numerosi registi, attori e teorici del teatro, contribuendo a rivoluzionare le convenzioni teatrali e a sperimentare nuove forme di espressione.

Tra i registi che si sono ispirati al pensiero di Artaud si possono citare Peter Brook, Jerzy Grotowski e Julian Beck. Brook, ad esempio, ha esplorato l'uso del linguaggio fisico e delle tecniche rituali nelle sue produzioni. Grotowski ha sviluppato un "teatro povero", basato sulla relazione tra attore e spettatore e sulla ricerca di un'espressione autentica e profonda. Beck, con il suo Living Theatre, ha portato avanti un teatro politico e rivoluzionario, che mira a scuotere le coscienze e a trasformare la società.

L'eredità di Artaud è ancora viva oggi, nel teatro contemporaneo e nelle performance art. La sua ricerca di un teatro che vada oltre la rappresentazione realistica e che attinga alle profondità dell'inconscio continua a ispirare artisti di tutto il mondo. Il suo appello a un teatro che sia un rito, una cerimonia, un'esperienza sensoriale intensa e sconvolgente rimane un invito a ripensare il ruolo e la funzione del teatro nella società contemporanea.

In conclusione, Il Teatro e il suo Doppio è un'opera complessa e stimolante, che continua a provocare e a ispirare. La sua visione radicale del teatro come forza di trasformazione spirituale e sociale rimane attuale e rilevante. Artaud ci invita a riscoprire il potere del teatro, a liberarlo dalle convenzioni e a farlo diventare uno strumento di conoscenza, di liberazione e di cambiamento.

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