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Il Risveglio Del Giovin Signore Parafrasi Vv 101-203


Il Risveglio Del Giovin Signore Parafrasi Vv 101-203

Comprendiamo. Immergersi nella poesia italiana, soprattutto quella del passato, può sembrare un'impresa ardua. Analizzare un brano come "Il Risveglio del Giovin Signore" di Giuseppe Parini, nello specifico i versi 101-203, richiede non solo una buona padronanza della lingua, ma anche la capacità di decifrare un mondo culturale e sociale molto diverso dal nostro. Non scoraggiatevi, però! Attraverso questa parafrasi e analisi, cercheremo di rendere questi versi accessibili e significativi per il lettore moderno.

Il Contesto: Una Finestra sul Settecento Milanese

Prima di addentrarci nella parafrasi, è fondamentale capire il contesto storico e sociale in cui Parini scrive. Il Settecento è l'epoca dell'Illuminismo, un movimento culturale che promuove la ragione, la scienza e il progresso sociale. Allo stesso tempo, è un periodo di forti disuguaglianze, con una nobiltà oziosa e privilegiata che vive nel lusso, spesso a spese del popolo. "Il Risveglio del Giovin Signore" è un ritratto satirico di questa nobiltà, un'accusa garbata ma pungente contro la sua superficialità e la sua mancanza di impegno sociale. I versi 101-203, in particolare, descrivono le attività mattutine del giovin signore, svelandone la vacuità esistenziale.

Parafrasi dei Versi 101-203: Un Giorno nella Vita di un Nobile

Ecco una parafrasi dei versi 101-203 de "Il Risveglio del Giovin Signore", cercando di rendere il linguaggio più accessibile e comprensibile:

Versi 101-110:

Originale:

Già dal letto le spoglie auree depone,
E cauto scende, ove l'attende il servo,
Che gli adduce il caffé fumante e molle.
Quinci alle vesti, a comporsi s'appiglia;
Ed or qui, ed or là davanti allo specchio
S'aggira, e i crini aggiusta, e il volto liscia.
E se le nuove vesti, o il fregio nuovo
Non son conformi all'aura, che lo spira;
Non si può far che in pace il giorno passi,
E querele, e lamenti omai l'invade.

Parafrasi: Il giovin signore scende dal suo letto lussuoso (spoglie auree). Un servo lo aspetta con il caffè caldo. Poi si dedica a vestirsi, aggiustandosi i capelli e il volto davanti allo specchio. Se i vestiti o gli ornamenti non sono all'altezza delle sue aspettative (aura che lo spira), la giornata sarà rovinata, e si lamenterà tutto il tempo.

Versi 111-120:

Originale:

Ma ecco il medico, che a lui s'avanza;
E del mattino i mali gli scongiura.
Egli il polso gli tocca, e lo palpeggia,
E con voci di oracolo gli dice
Che i vapori gli montano al cervello,
E che il tedio gli rompe le midolle.
Quindi gli ordina un giro in carrozza,
Ed un buon pranzo, e il teatro alla sera.
Egli ascolta, ed obbedisce; ed intanto
Il medico sen va con la borsa piena.

Parafrasi: Arriva il medico, che lo cura per i malesseri mattutini. Gli tocca il polso, lo palpa e, con aria da profeta, gli dice che ha vapori al cervello e che la noia gli consuma le midolla. Gli prescrive un giro in carrozza, un buon pranzo e una serata a teatro. Il giovin signore ascolta e obbedisce, mentre il medico se ne va con la borsa piena di denaro.

Versi 121-130:

Originale:

Ed ecco l'abate, che a lui si spinge;
Uom di Chiesa, ma uom di mondo, e di letto;
Che gli adula, e gli ride, e gli concilia
Tutti i capricci, e tutte le follie.
Egli è il suo consigliere, il suo oracolo,
Il suo compagno, il suo amico, il suo tutto.
Egli gli narra le nuove del giorno,
E gli ricorda i pregi delle dame;
E gli promette amori, e gli descrive
Le bellezze, e gli inganni, e gli amori.

Parafrasi: Arriva l'abate, un uomo di chiesa, ma anche un uomo mondano, che lo adula, gli ride e approva tutti i suoi capricci e le sue follie. È il suo consigliere, il suo oracolo, il suo compagno, il suo amico, il suo tutto. Gli racconta le novità del giorno, gli ricorda le qualità delle dame, gli promette amori e gli descrive le bellezze, gli inganni e le passioni.

Versi 131-140:

Originale:

Ed ecco il parrucchiere, che a lui s'accosta;
E gli compone il crine, e lo profuma,
E gli mette il belletto, e lo fa bello.
Egli non sa, che il tempo che gli passa
E' tempo perduto, e che la vita fugge;
E che la morte vien senza ch'ei pensi.
Egli non sa, che i giorni che gli restano
Son pochi, e che dee usarli a miglior frutto.
Egli non sa, che il cielo lo riguarda,
E che un giorno dovrà rendergli conto.

Parafrasi: Arriva il parrucchiere, che lo sistema, lo profuma e lo trucca per farlo apparire bello. Il giovin signore non si rende conto che il tempo che passa è tempo perso, che la vita scorre veloce e che la morte arriverà inaspettata. Non sa che i giorni che gli restano sono pochi e che dovrebbe usarli meglio. Non sa che Dio lo osserva e che un giorno dovrà rendergli conto delle sue azioni.

Versi 141-150:

Originale:

Egli si crede un dio, e che a lui tutto
Sia lecito, e che tutto sia suo dritto.
Egli si pasce di lusinghe, e vive
Nell'ozio, e nella pompa, e nel piacere.
Egli non sa, che il popolo lo guarda,
E che lo maledice, e che lo sprezza.
Egli non sa, che i suoi padri han sudato
Per dargli questo agio, e che han sofferto
Tante miserie, e tante avversità.
Egli non sa, che il sangue dei suoi avi

Parafrasi: Il giovin signore si crede un dio, pensando che tutto gli sia permesso e che tutto gli spetti di diritto. Si nutre di adulazioni e vive nell'ozio, nel lusso e nel piacere. Non sa che il popolo lo osserva, lo maledice e lo disprezza. Non sa che i suoi antenati hanno faticato duramente per dargli questa agiatezza e che hanno sofferto molte miserie e avversità.

Versi 151-160:

Originale:

Gli grida vendetta, e che la terra geme
Sotto il peso dell'ingiustizia e del vizio.
Ma ei non cura, e vive allegramente,
Senza pensare, e senza arrossire.
O voi, che siete nati in mezzo all'oro,
E che passate i giorni in tanta gioia,
Pensate, che la sorte è incostante,
E che può cangiar viso ad ogni istante.
Pensate, che la morte è in agguato,
E che non guarda a titoli, né a ricchezze.

Parafrasi: Il sangue dei suoi antenati grida vendetta, e la terra geme sotto il peso dell'ingiustizia e del vizio. Ma lui non se ne cura e vive allegramente, senza pensare e senza vergognarsi. O voi, che siete nati nella ricchezza e passate i giorni nella gioia, pensate che la sorte è incostante e che può cambiare volto in ogni momento. Pensate che la morte è in agguato e che non guarda a titoli nobiliari né a ricchezze.

Versi 161-170:

Originale:

Pensate, che la vita è un breve sogno,
E che dee usarla a far del bene altrui.
Pensate, che il piacere è una chimera,
E che dee cercar la vera felicità.
Pensate, che la gloria è un fumo vano,
E che dee meritar l'eterna fama.
Queste parole, e queste avvertenze,
Dicea Parini, e con esse movea
Gli animi a virtude, e a compunzione.
Ma non giungea al cor di quel signore,

Parafrasi: Pensate che la vita è un breve sogno e che dovete usarla per fare del bene agli altri. Pensate che il piacere è un'illusione e che dovete cercare la vera felicità. Pensate che la gloria è un'effimera vanità e che dovete meritarvi la fama eterna. Queste parole e questi avvertimenti pronunciava Parini, e con esse spingeva gli animi alla virtù e alla compassione. Ma non raggiungeva il cuore di quel signore.

Versi 171-180:

Originale:

Che, pieno di sé, non curava altrui,
E si beffava di tutti i consigli.
Già la carrozza è pronta, e il giovin parte
A far la sua solita passeggiata.
Ei passa per le vie della città,
E mira le case, e i palazzi, e i giardini.
E vede il popolo affaticarsi,
E sudare, e patire, e morir di fame.
Ma ei non sente, e non vede, e non cura;
E se ne va a godere il suo piacere.

Parafrasi: Che, pieno di sé, non si curava degli altri e si beffava di tutti i consigli. La carrozza è già pronta e il giovane parte per la sua solita passeggiata. Passa per le vie della città, e ammira le case, i palazzi e i giardini. E vede il popolo affaticarsi, sudare, soffrire e morire di fame. Ma lui non sente, non vede e non se ne cura; e se ne va a godersi il suo piacere.

Versi 181-190:

Originale:

O voi, che fate il giro delle mura,
E che passate le ore in tanta gioia,
Fermate un poco, e date un'occhiata
A quella folla che vi sta dinanzi.
Vedete come soffre, e come geme,
E come invoca il cielo a suo soccorso.
Sentite i suoi lamenti, e i suoi sospiri,
E i suoi gemiti, e le sue imprecazioni.
E se avete un cuore, e se avete un'anima,
Commovetevi a tanta infelicità.

Parafrasi: O voi, che fate il giro delle mura e passate le ore nella gioia, fermatevi un poco e date un'occhiata a quella folla che vi sta di fronte. Vedete come soffre, come geme e come invoca il cielo in suo aiuto. Sentite i suoi lamenti, i suoi sospiri, i suoi gemiti e le sue imprecazioni. E se avete un cuore e un'anima, commuovetevi di fronte a tanta infelicità.

Versi 191-203:

Originale:

Ma il giovin signore, non ode, e non vede;
E segue il suo cammino allegramente.
Già giunge al corso, ove l'attende un stuolo
Di dame, e di cavalieri, e di gente.
Ivi ripiglia la sua vita oziosa,
E le sue chiacchiere, e i suoi complimenti.
Ed or parla d'amore, ed or di gioco,
Ed or di ballo, ed or di novità.
E così passa il tempo fino al pranzo,
Che gli prepara un cuoco sopraffino.
E dopo il pranzo si concede un sonno,
Che dura tanto quanto il giorno è lungo.

Parafrasi: Ma il giovin signore non ode e non vede; e continua il suo cammino allegramente. Giunge al corso, dove lo aspetta un gruppo di dame, cavalieri e persone in vista. Lì riprende la sua vita oziosa, le sue chiacchiere e i suoi complimenti. E ora parla d'amore, ora di gioco, ora di ballo, ora di novità. E così passa il tempo fino al pranzo, che gli prepara un cuoco eccellente. E dopo il pranzo si concede un sonno, che dura tanto quanto il giorno è lungo.

Analisi Tematica: Oltre la Superficie del Lusso

Questi versi sono ricchi di ironia e di contrasti. Parini utilizza un tono apparentemente neutro e descrittivo, ma in realtà sta smascherando la superficialità e l'egoismo del giovin signore. Notiamo:

  • L'importanza dell'apparenza: Il giovin signore dedica molto tempo alla cura del suo aspetto, preoccupandosi dei vestiti e dell'acconciatura. Questa ossessione per l'apparenza riflette la vacuità della sua esistenza.
  • La dipendenza da altri: Il giovin signore è circondato da servi, medici, abati e parrucchieri, che lo adulano e lo servono. Questa dipendenza dagli altri lo rende incapace di autonomia e di pensiero critico.
  • L'indifferenza verso la sofferenza: Il giovin signore è completamente indifferente alla sofferenza del popolo, che vive in miseria. Questa indifferenza è il culmine della sua immoralità.
  • Il ruolo del denaro: Il denaro è onnipresente. Corrompe il medico e l’abate, e permette un lusso sfrenato, sottolineando la disparità tra le classi sociali.

Counterpoints: Era davvero *tutta* colpa della nobiltà?

Certo, si potrebbe obiettare che Parini semplifica eccessivamente la realtà. Non tutti i nobili erano superficiali ed egoisti, e alcuni si impegnarono per migliorare la società. Inoltre, la povertà e la disuguaglianza erano problemi complessi, che non potevano essere risolti semplicemente con la filantropia dei nobili. Tuttavia, l'intento di Parini non è quello di offrire un'analisi storica dettagliata, ma di suscitare una riflessione critica sulla morale e sui valori della sua epoca. La sua satira serve a pungolare le coscienze e a promuovere un cambiamento sociale.

Impatto Reale: Risonanze nel Presente

Anche se "Il Risveglio del Giovin Signore" è stato scritto più di due secoli fa, i suoi temi sono ancora attuali. Possiamo ritrovare l'atteggiamento del giovin signore in molte persone che vivono nel lusso e nell'indifferenza verso i problemi del mondo. La critica alla superficialità, all'ossessione per l'apparenza e all'egoismo è ancora valida oggi. Pensiamo, ad esempio, all'influenza dei social media, dove l'immagine di sé e il successo apparente spesso prevalgono sulla sostanza e sull'impegno sociale.

Soluzioni: Un Impegno per un Futuro Migliore

Come possiamo evitare di cadere negli stessi errori del giovin signore? Ecco alcune idee:

  • Sviluppare un pensiero critico: Non accettare passivamente le informazioni che riceviamo, ma cercare di capire il contesto e le motivazioni che le sottendono.
  • Coltivare l'empatia: Cercare di comprendere le esperienze e le emozioni degli altri, soprattutto di coloro che sono diversi da noi.
  • Impegnarsi per il bene comune: Partecipare attivamente alla vita della comunità, contribuendo a risolvere i problemi sociali e a promuovere la giustizia.
  • Utilizzare il proprio privilegio per aiutare gli altri: Se siamo fortunati da avere risorse e opportunità, possiamo usarle per sostenere chi è meno fortunato.

Ricordiamoci che il privilegio comporta responsabilità. Non è solo questione di avere, ma di come usiamo ciò che abbiamo per fare la differenza.

Speriamo che questa parafrasi e analisi de "Il Risveglio del Giovin Signore" vi abbiano aiutato a comprendere meglio questo capolavoro della letteratura italiana. Vi invitiamo a rileggere i versi originali e a riflettere sul loro significato nel contesto attuale. Che lezione possiamo trarre dall'ozio e dall'indifferenza del giovin signore per migliorare la nostra società e le nostre vite?

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