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Guido I Vorrei Che Tu Lapo Ed Io Parafrasi


Guido I Vorrei Che Tu Lapo Ed Io Parafrasi

Ti sei mai trovato a leggere un sonetto di Dante o Petrarca e sentirti completamente perso? Non sei solo. La letteratura italiana antica, pur essendo un tesoro di bellezza e saggezza, può risultare ostica. Oggi ci concentriamo su un testo specifico, il sonetto "Guido, i' vorrei che tu Lapo ed io" di Guido Cavalcanti, per svelare i suoi segreti e renderlo accessibile a tutti. Affrontare un testo del Duecento può sembrare un'impresa ardua, ma con la giusta guida e un po' di pazienza, è possibile apprezzarne la profondità e la bellezza.

Un Viaggio nel Duecento: Cavalcanti e lo Stil Novo

Prima di addentrarci nella parafrasi, è fondamentale comprendere il contesto in cui è nato questo sonetto. Guido Cavalcanti (c. 1258 – 1300) è stato un poeta fiorentino, uno dei principali esponenti dello Stil Novo, un movimento letterario che rivoluzionò la poesia amorosa. Lo Stil Novo, influenzato dalla filosofia aristotelica, poneva l'accento sulla nobiltà d'animo e sulla capacità dell'amore di elevare spiritualmente l'uomo. A differenza della poesia cortese precedente, che si concentrava sull'aspetto esteriore della bellezza, lo Stil Novo esplorava la dimensione interiore dell'amore e il suo impatto sull'anima.

Cavalcanti, a differenza di altri stilnovisti come Dante, aveva una visione più tragica e angosciata dell'amore. L'amore per lui non era solo fonte di gioia, ma anche di sofferenza, di conflitto interiore e di dubbi esistenziali. Questa sua visione si riflette nel suo stile poetico, caratterizzato da un linguaggio ricercato, da immagini intense e da una profonda introspezione psicologica. Secondo il critico letterario Gianfranco Contini, Cavalcanti "esplora le zone più oscure dell'anima", rendendo la sua poesia un'esperienza complessa e coinvolgente.

Il Sonetto: "Guido, i' vorrei che tu Lapo ed io" - Testo Originale

Ecco il testo originale del sonetto:

Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel, che ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;

sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’Antonello è più lontano
farebbero sempre compagnia con noi;

e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor farebbe il terzo,
e tutto ’l tempo avesse diletto e gioia.

Parafrasi Dettagliata: Verso per Verso

Ora, analizziamo il sonetto verso per verso, traducendo il linguaggio del Duecento in italiano moderno. Ricorda, la parafrasi non è una semplice traduzione letterale, ma un'interpretazione che cerca di preservare il significato e l'essenza del testo originale.

"Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io" - "Guido, vorrei che tu, Lapo ed io". Il sonetto inizia con un'invocazione e un desiderio: il poeta esprime il desiderio di trovarsi in compagnia di due amici, Guido (Cavalcanti stesso) e Lapo (probabilmente Lapo Gianni, altro poeta stilnovista).

"fossimo presi per incantamento," - "fossimo rapiti da un incantesimo,". Il poeta desidera che i tre amici siano rapiti da una forza magica, da un incantesimo.

"e messi in un vasel, che ad ogni vento" - "e messi in una piccola imbarcazione, che al soffio di ogni vento". L'incantesimo li dovrebbe trasportare in una piccola imbarcazione (vasel).

"per mare andasse al voler vostro e mio;" - "navigasse per mare secondo la volontà tua e mia;". La barca dovrebbe navigare guidata dai desideri (volontà) dei tre amici.

"sì che fortuna od altro tempo rio" - "in modo che la sfortuna o un periodo di avversità". Il poeta esprime il desiderio che nessun evento negativo, come la sfortuna o un periodo difficile,

"non ci potesse dare impedimento," - "non potesse ostacolarci,". possa impedire la loro navigazione e la loro gioia.

"anzi, vivendo sempre in un talento," - "anzi, vivendo sempre in armonia,". Il poeta auspica che vivano sempre in accordo, in perfetta sintonia.

"di stare insieme crescesse ’l disio." - "il desiderio di stare insieme crescesse sempre di più.". Il desiderio di stare insieme dovrebbe aumentare costantemente.

"E monna Vanna e monna Lagia poi" - "E poi, le signore Vanna e Lagia". Il poeta include nel suo desiderio la presenza di due donne, Vanna e Lagia (identificate come donne amate dai poeti).

"con quella ch’Antonello è più lontano" - "e quella donna di cui Antonello è più lontano". Si aggiunge una terza donna, amata da un certo Antonello (identità incerta), che si trova distante da lui (forse perché irraggiungibile o non corrisposta).

"farebbero sempre compagnia con noi;" - "ci farebbero sempre compagnia;". Queste tre donne si unirebbero al gruppo per fare loro compagnia.

"e quivi ragionar sempre d’amore," - "e lì parleremmo sempre d'amore,". Sull'imbarcazione, il tema principale delle conversazioni sarebbe l'amore.

"e ciascuna di lor farebbe il terzo," - "e ciascuna di loro sarebbe una delle tre persone coinvolte (in ogni relazione amorosa),". Ogni donna rappresenterebbe una delle tre parti coinvolte in una relazione amorosa (forse intendendo amante, amato e mediatore, o un triangolo amoroso).

"e tutto ’l tempo avesse diletto e gioia." - "e per tutto il tempo proveremmo piacere e gioia.". L'intero tempo trascorso insieme sarebbe all'insegna del piacere e della gioia.

Analisi del Significato: Un Desiderio di Fuga e di Comunanza

Il sonetto "Guido, i' vorrei che tu Lapo ed io" è un'espressione di un profondo desiderio di fuga e di comunanza. Il poeta, attraverso l'immagine dell'incantesimo e della navigazione, esprime il bisogno di allontanarsi dalle difficoltà e dalle sofferenze della vita reale, per rifugiarsi in un mondo ideale dove regnano l'amicizia, l'amore e la gioia. La presenza delle donne, Vanna, Lagia e l'amata di Antonello, non è casuale. Esse rappresentano diverse sfaccettature dell'amore, un tema centrale nella poesia di Cavalcanti e dello Stil Novo.

L'immagine della barca che naviga "al voler vostro e mio" sottolinea l'importanza della volontà e del desiderio come forze motrici dell'esistenza. Il poeta non si affida al caso o alla fortuna, ma alla capacità degli amici di guidare la propria vita verso la felicità. La presenza del "vento" come forza propulsiva può essere interpretata come un simbolo dell'ispirazione poetica, che spinge i poeti a esplorare i sentimenti più profondi dell'anima.

Perché questo sonetto è ancora rilevante oggi? Perché tocca temi universali come l'amicizia, l'amore, la ricerca della felicità e il desiderio di fuggire dalle difficoltà. Anche nel XXI secolo, ci troviamo spesso a desiderare un rifugio sicuro, un luogo dove poter condividere le nostre gioie e i nostri dolori con persone che ci comprendono. La poesia di Cavalcanti ci ricorda che questo desiderio è parte integrante della condizione umana.

Consigli Pratici per Approfondire

Ecco alcuni consigli pratici per approfondire la conoscenza di Cavalcanti e dello Stil Novo:

  • Leggi altri sonetti di Cavalcanti: Approfondire la conoscenza di altre opere permette di comprendere meglio lo stile e le tematiche ricorrenti del poeta.
  • Studia il contesto storico e culturale: Comprendere il contesto storico e culturale del Duecento aiuta a interpretare correttamente i testi e a cogliere le sfumature del linguaggio e dei significati.
  • Consulta commenti e analisi critiche: Leggere commenti e analisi critiche di esperti può fornire nuove prospettive e approfondimenti sul significato e la rilevanza dei sonetti.
  • Ascolta letture ad alta voce: Ascoltare letture ad alta voce dei sonetti può aiutare a cogliere la musicalità e il ritmo del linguaggio poetico.

Affrontare un testo come "Guido, i' vorrei che tu Lapo ed io" può sembrare impegnativo, ma con un approccio graduale e l'ausilio di strumenti interpretativi adeguati, è possibile svelare la sua bellezza e la sua profondità. Ricorda, la poesia è un'esperienza personale e soggettiva. Non aver paura di esprimere la tua interpretazione e di lasciarti trasportare dalle emozioni che il testo suscita in te. Buona lettura!

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