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Guerra Dei Sei Giorni In Breve


Guerra Dei Sei Giorni In Breve

La Guerra dei Sei Giorni, combattuta nel giugno del 1967, rappresenta un punto di svolta cruciale nella storia del Medio Oriente. Fu un conflitto breve ma devastante, con conseguenze che risuonano ancora oggi nella regione e a livello globale. Questo articolo mira a fornire una sintesi chiara e concisa degli eventi, delle cause e delle implicazioni di questa guerra, evitando eccessive semplificazioni e offrendo un quadro informativo completo.

Le Cause Principali del Conflitto

Le radici della Guerra dei Sei Giorni sono complesse e affondano in decenni di tensioni tra Israele e i suoi vicini arabi. Dopo la Guerra d'Indipendenza israeliana del 1948 e la crisi di Suez del 1956, le relazioni rimasero tese. Diversi fattori contribuirono all'escalation finale che portò al conflitto:

Il Nazionalismo Arabo e la Retorica Antisionista

Negli anni '60, il nazionalismo arabo, guidato dal presidente egiziano Gamal Abdel Nasser, era in ascesa. Nasser, con la sua carismatica leadership e la sua retorica antisionista, si presentava come il campione della causa palestinese e l'unificatore del mondo arabo. La sua posizione, spesso ostile verso Israele, infiammò l'opinione pubblica e contribuì a creare un clima di ostilità.

La Rimilitarizzazione del Sinai e la Chiusura dello Stretto di Tiran

Nel maggio del 1967, Nasser chiese il ritiro delle forze di pace delle Nazioni Unite (UNEF) dal Sinai. Una volta ottenuto ciò, concentrò le truppe egiziane lungo il confine con Israele e, soprattutto, chiuse lo Stretto di Tiran alla navigazione israeliana. Questa mossa, di fatto, bloccò l'accesso di Israele al Mar Rosso e ai porti dell'Asia orientale, rappresentando un casus belli secondo il diritto internazionale e un grave colpo all'economia israeliana. Ad esempio, circa il 90% del petrolio israeliano passava per lo Stretto di Tiran.

La Minaccia Esistenziale Percepite da Israele

Israele si sentiva minacciato da un possibile attacco coordinato da parte dei suoi vicini arabi. La concentrazione di truppe egiziane nel Sinai, unita alla retorica bellicosa di Nasser e al patto di difesa reciproca tra Egitto e Siria, alimentò la paura di un'imminente invasione. La memoria della Shoah era ancora vivida nella mente degli israeliani, e la prospettiva di una nuova catastrofe, seppur diversa, era insopportabile. Il governo israeliano considerò quindi un attacco preventivo come l'unica opzione per garantire la propria sopravvivenza.

Lo Svolgimento della Guerra

La guerra iniziò il 5 giugno 1967, con un attacco aereo preventivo israeliano contro le basi aeree egiziane. Questo attacco, accuratamente pianificato ed eseguito, distrusse gran parte dell'aviazione egiziana a terra, privando l'Egitto di un'importante capacità offensiva.

Il Fronte Egiziano

Dopo aver neutralizzato l'aviazione egiziana, le forze israeliane lanciarono un'offensiva di terra nel Sinai. L'esercito egiziano, nonostante fosse numericamente superiore, fu rapidamente sopraffatto. Le truppe israeliane avanzarono rapidamente, conquistando la striscia di Gaza e l'intera penisola del Sinai in pochi giorni. La superiorità aerea e l'efficacia delle tattiche militari israeliane si rivelarono decisive.

Il Fronte Giordano

La Giordania, nonostante le pressioni israeliane per rimanere neutrale, entrò in guerra il 5 giugno, bombardando obiettivi israeliani. In risposta, Israele attaccò la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Dopo feroci combattimenti, le forze israeliane conquistarono Gerusalemme Est, la Cisgiordania e il fiume Giordano. La presa di Gerusalemme Est, in particolare, ebbe un significato simbolico e religioso enorme per Israele.

Il Fronte Siriano

Il 9 giugno, Israele rivolse la sua attenzione alla Siria, lanciando un'offensiva sulle Alture del Golan. Dopo aspri combattimenti, le truppe israeliane conquistarono le Alture del Golan, una posizione strategica che dominava la Galilea settentrionale di Israele. La conquista del Golan permise a Israele di proteggere le proprie comunità dalle continue minacce siriane.

Il 10 giugno 1967, con la Siria che accettava un cessate il fuoco delle Nazioni Unite, la guerra terminò dopo soli sei giorni di combattimenti intensi. Israele aveva ottenuto una vittoria schiacciante, triplicando il proprio territorio e cambiando drasticamente la mappa del Medio Oriente.

Le Conseguenze della Guerra

La Guerra dei Sei Giorni ebbe conseguenze profonde e durature:

Cambiamenti Territoriali

Israele occupò la striscia di Gaza, la penisola del Sinai, la Cisgiordania, Gerusalemme Est e le Alture del Golan. Questi territori, ad eccezione del Sinai (restituito all'Egitto in seguito agli accordi di Camp David del 1979), rimasero sotto il controllo israeliano per decenni, dando origine a complessi problemi politici e umanitari.

La Questione Palestinese

La guerra intensificò la questione palestinese. L'occupazione israeliana della Cisgiordania e della Striscia di Gaza portò alla nascita di movimenti di resistenza palestinesi, come l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), guidata da Yasser Arafat. La guerra portò anche a un aumento significativo del numero di profughi palestinesi.

Cambiamenti Geopolitici

La Guerra dei Sei Giorni alterò l'equilibrio di potere nel Medio Oriente. Israele emerse come la potenza militare dominante della regione, mentre il prestigio di Nasser e del nazionalismo arabo subì un duro colpo. La guerra portò anche a una maggiore dipendenza degli Stati arabi dall'Unione Sovietica.

Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Nel novembre 1967, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottò la risoluzione 242, che chiedeva il ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati durante la guerra e il riconoscimento del diritto di tutti gli Stati della regione a vivere in pace entro confini sicuri e riconosciuti. La risoluzione 242 divenne la base per futuri negoziati di pace, ma la sua interpretazione è ancora oggi oggetto di controversie.

Conclusioni

La Guerra dei Sei Giorni fu un evento traumatico che ha segnato profondamente la storia del Medio Oriente. Le sue conseguenze, territoriali, politiche e umanitarie, continuano ad avere un impatto significativo sulla regione e sulla comunità internazionale. Comprendere le cause, lo svolgimento e le conseguenze di questa guerra è fondamentale per analizzare le dinamiche attuali del conflitto israelo-palestinese e per cercare soluzioni pacifiche e durature.

È cruciale, per chiunque voglia comprendere appieno le sfide e le opportunità che attendono il Medio Oriente, approfondire la storia di questo conflitto. Studiare le fonti primarie, analizzare le diverse prospettive e confrontarsi con la complessità degli eventi è un passo essenziale per promuovere un dialogo costruttivo e per contribuire alla costruzione di un futuro di pace e prosperità per la regione.

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