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Ettore E Andromaca Parafrasi Vv 400 Al 500


Ettore E Andromaca Parafrasi Vv 400 Al 500

Comprendiamo. Studiare l'Iliade, in particolare il toccante dialogo tra Ettore e Andromaca (vv. 400-500), può sembrare un compito arduo, pieno di vocaboli arcaici e concetti complessi. Molti studenti si sentono sopraffatti dalla distanza culturale e dalla difficoltà di interpretare un testo così denso di significato. Il nostro obiettivo è rendere questo passaggio cruciale più accessibile e rilevante per la tua vita.

Questo episodio non è solo un pezzo di letteratura antica. È un potente ritratto di amore, dovere, paura e destino. È la storia di una famiglia dilaniata dalla guerra, un tema universale che risuona ancora oggi. Pensiamo alle famiglie separate dai conflitti moderni, ai sacrifici fatti per la patria e alla costante lotta tra il desiderio di proteggere i propri cari e l'obbligo di adempiere al proprio ruolo nella società.

Parafrasi dei Versi 400-500 dell'Iliade: Ettore e Andromaca

Ecco una parafrasi dettagliata dei versi 400-500 del canto VI dell'Iliade, dove avviene il commovente incontro tra Ettore e sua moglie Andromaca:

Versi 400-403: "Andromaca allora gli venne incontro, piangendo, la sposa di Ettore dall’elmo lucente; gli andò incontro, e le teneva per mano il figlioletto, il caro bambino, Ettore lo chiamava Scamandrio, ma gli altri Astianatte, perché Ettore era il solo sostegno di Ilio."

Parafrasi: Andromaca, moglie di Ettore, si avvicinò a lui piangendo. Teneva per mano il loro figlio, un bambino piccolo che Ettore chiamava Scamandrio, ma gli altri abitanti di Troia chiamavano Astianatte, perché Ettore era la loro unica difesa e speranza.

Versi 404-406: "Ettore guardò il bambino, e gli sorrise in silenzio. Andromaca gli si accostò, e piangendo gli prese la mano, e disse:"

Parafrasi: Ettore guardò il figlio e gli sorrise senza dire nulla. Andromaca si avvicinò, prendendogli la mano e parlandogli con le lacrime agli occhi.

Versi 407-413: "Sventurato! il tuo valore ti perderà. Non hai pietà del figlio infante, né di me misera, che presto sarò vedova di te. Presto gli Achei, assalendoti tutti insieme, ti uccideranno. E per me sarebbe meglio, perduto tu, discendere sotto terra; non avrò più conforto, quando tu avrai compiuto il tuo destino, ma solo pene."

Parafrasi: Sventurato Ettore! Il tuo coraggio ti porterà alla rovina. Non provi pietà per il nostro bambino piccolo, né per me, che presto rimarrò vedova. Temo che gli Achei, attaccandoti tutti insieme, ti uccideranno. Per me, sarebbe meglio morire se tu dovessi perire. Non avrò più consolazione quando tu morirai, ma solo sofferenza.

Versi 414-430: "Non ho padre, non ho madre. Achille glorioso uccise mio padre, Eetione, distruggendo l'alta città di Cilicia, Tebe dalle alte porte; uccise lui, ma non lo spogliò; ebbe rispetto nel cuore; lo bruciò con le sue armi splendenti, e gli eresse un tumulo; intorno piantarono gli olmi le ninfe campestri, figlie di Zeus che porta l'egida. I sette fratelli miei, in un sol giorno discesero all'Ade; tutti li uccise Achille piè veloce, mentre badavano alle loro pecore bovine. Mia madre, che regnava sotto il bosco del Placo, la condusse qui insieme con altre ricchezze, e poi la liberò, prendendo un riscatto immenso. Ma Artemide, che scaglia frecce, la colpì nella casa paterna. Ettore, tu sei per me padre, e madre, e fratello, tu sei il mio sposo fiorente!"

Parafrasi: Non ho più né padre né madre. Il glorioso Achille uccise mio padre, Eetione, distruggendo Tebe in Cilicia, una città con alte mura. Lo uccise, ma non lo spogliò delle sue armi; ebbe rispetto nel suo cuore. Lo bruciò con le sue armi e gli eresse un tumulo, attorno al quale le ninfe piantarono degli olmi. Achille uccise tutti i miei sette fratelli in un solo giorno, mentre si prendevano cura delle loro greggi. Mia madre, che regnava sotto il monte Placo, fu condotta qui da Achille con altri beni, e poi fu liberata dietro un enorme riscatto. Ma Artemide, la dea arciere, la colpì e la uccise nella sua casa. Ettore, tu sei tutto per me: sei padre, madre, fratello e sposo adorato!

Versi 431-439: "Abbi dunque pietà, e resta qui sulla torre. Non fare orfano il figlio, vedova la sposa. Metti l’esercito qui presso il fico selvatico, dove la città è più accessibile, la rocca più agevole a scalarsi. Tre volte qui vennero gli eroi più valorosi, intorno ai due Aiaci, a Idomeneo glorioso, intorno agli Atridi, al Tidide forte; o per certo qualcuno esperto di profezia glielo disse, o il loro cuore li spinge e li incita."

Parafrasi: Perciò, ti prego, abbi pietà di noi e resta qui sulla torre. Non rendere orfano tuo figlio e vedova tua moglie. Posiziona l'esercito vicino al fico selvatico, dove la città è più vulnerabile e facile da scalare. Per tre volte i più valorosi eroi achei, guidati dai due Aiaci, dal glorioso Idomeneo, dagli Atridi e dal forte figlio di Tideo, hanno attaccato quel punto. Forse qualcuno esperto di profezie glielo ha rivelato, oppure è il loro istinto a spingerli e incitarli ad attaccare lì.

Versi 440-465: "A lei rispose Ettore grande e dall’elmo lucente: "Certo, Andromaca, tutto questo mi sta a cuore; ma avrei troppa vergogna dei Troiani, delle Troiane lungovestite, se come un vile mi tenessi lontano dalla battaglia. Neppure il cuore me lo consente, perché imparai ad essere sempre valoroso, a combattere tra i primi dei Troiani, cercando di acquistare grande gloria per me e per mio padre. So bene in cuore e nell’anima questo: verrà giorno che Troia sacra cadrà, e Priamo, e la gente di Priamo buona lancia. Ma il dolore dei Troiani futuri non tanto mi cruccia, né quello di Ecuba stessa, né del re Priamo, né dei miei fratelli, che tanti e gagliardi cadranno nella polvere sotto i nemici, quanto il tuo, quando un Acheo vestito di bronzo ti porterà via piangente, strappandoti la libertà; e a Argo sarai tessitrice per altri, e porterai acqua dalla fonte Messeide o Iperea, assai malvolentieri, e grave destino ti opprimerà. Allora qualcuno ti vedrà piangere, e dirà: “Questa era la sposa di Ettore, che tra i Troiani domatori di cavalli era il più forte quando combattevano per Ilio.” Così dirà qualcuno; e a te nuovo dolore verrà, priva tu d’un tale sposo, che ti difenda dalla schiavitù."

Parafrasi: Ettore, il grande guerriero dall'elmo lucente, rispose: "Certo, Andromaca, mi preoccupa tutto ciò che dici. Ma mi vergognerei troppo di fronte ai Troiani e alle Troiane, se mi ritirassi dalla battaglia come un codardo. Il mio cuore non me lo permette, perché ho imparato ad essere sempre coraggioso e a combattere in prima linea tra i Troiani, cercando di portare gloria a me e a mio padre. So bene nel mio cuore che arriverà il giorno in cui Troia cadrà, insieme a Priamo e al suo popolo. Ma non mi addolora tanto il pensiero delle sofferenze future dei Troiani, né quello di Ecuba, di Priamo o dei miei fratelli che moriranno sotto le armi nemiche, quanto il tuo dolore, quando un guerriero acheo in armatura ti porterà via piangente, privandoti della tua libertà. A quel punto, ad Argo, sarai costretta a tessere per altri e a portare acqua dalla fonte Messeide o Iperea, contro la tua volontà, e un destino crudele ti opprimerà. Allora qualcuno ti vedrà piangere e dirà: 'Questa era la moglie di Ettore, il più valoroso tra i Troiani nella difesa di Ilio.' Queste parole ti causeranno nuovo dolore, ora che sei privata di un marito che ti protegga dalla schiavitù."

Versi 466-475: "Ma io morto sia ammucchiata la terra su di me, prima che io oda le tue grida, e che ti traggano via." Così dicendo, Ettore tese le braccia verso il figlio. Ma il bambino si ritrasse gridando verso il petto della balia, sgomento alla vista del padre, terrorizzato dal bronzo, e dal cimiero equino, che vedeva ondeggiare terribile in cima all’elmo. Rise allora il padre, e rise la nobile madre. Subito Ettore si tolse l’elmo dalla testa, e lo depose splendente a terra. Baciò il figlio caro, e lo cullò tra le braccia."

Parafrasi: Ma io preferirei morire e essere sepolto sotto la terra, piuttosto che sentire le tue grida di dolore e vederti trascinata via in schiavitù." Detto questo, Ettore allungò le braccia verso suo figlio. Ma il bambino, spaventato dall'aspetto del padre, si ritrasse gridando verso il petto della sua balia, terrorizzato dall'armatura di bronzo e dal cimiero del suo elmo che ondeggiava in modo spaventoso. Il padre allora rise, e rise anche la nobile madre. Ettore si tolse l'elmo dalla testa e lo depose a terra. Baciò il suo amato figlio e lo cullò tra le braccia.

Versi 476-500: "Poi pregò Zeus e gli altri dei: "Zeus, e voi altri dei, fate che questo mio figlio diventi valoroso come me, e che fra i Troiani sia il primo, forte così come sono io; e che dica qualcuno: “È più forte di suo padre!”, tornando dalla battaglia; e che porti le spoglie cruente del nemico ucciso, e rallegri il cuore della madre sua." Detto questo, depose il figlio nelle braccia della sposa; lei lo accolse al seno profumato, sorridendo fra le lacrime. Ettore ebbe compassione a vederla, l’accarezzò con la mano, e disse: "Non crucciarti troppo nell’anima, Andromaca mia; nessuno può mandarmi all’Ade contro il destino; ma l’uomo non ha scampo, né vile né forte, quando nasce: bisogna aver pazienza. Ma tu torna a casa, e attendi ai tuoi lavori, alla tela e al fuso, e ordina alle ancelle di attendere alle loro faccende. Alla guerra pensino gli uomini, quanti ne nacquero in Ilio, e io sopra tutti." Così dicendo, Ettore riprese l’elmo pennacchiuto. La sposa tornò a casa, guardando indietro spesso, e piangendo, e giunta alla casa di Ettore domatore di cavalli, trovò le molte ancelle, e le spinse tutte al pianto. In casa piangevano Ettore, mentre era vivo ancora: non speravano che più dalla guerra tornasse, sfuggendo alle mani furiose degli Achei."

Parafrasi: Poi pregò Zeus e gli altri dei: "Zeus e voi altri dei, fate che mio figlio diventi valoroso come me, che sia il primo tra i Troiani, forte come lo sono io. Fate che qualcuno dica, al suo ritorno dalla battaglia: 'È più forte di suo padre!', e che porti le spoglie insanguinate del nemico ucciso, rendendo felice il cuore di sua madre." Dopo aver detto queste parole, depose il figlio tra le braccia di sua moglie. Andromaca lo strinse al suo petto profumato, sorridendo attraverso le lacrime. Ettore provò compassione per lei, l'accarezzò e le disse: "Non affliggerti troppo, Andromaca mia; nessuno può mandarmi nell'Ade contro il volere del destino. Tutti gli uomini, siano essi coraggiosi o codardi, devono affrontare il loro destino quando arriva. Sii paziente. Tu torna a casa e occupati dei tuoi lavori, della tessitura e del fuso, e ordina alle ancelle di fare lo stesso. Lascia che siano gli uomini, tutti quelli nati a Troia, a occuparsi della guerra, e io più di tutti gli altri." Con queste parole, Ettore riprese il suo elmo con il pennacchio. Andromaca tornò a casa, guardando indietro spesso e piangendo. Arrivata nella casa di Ettore, il domatore di cavalli, trovò le sue ancelle e le spinse tutte a piangere. In casa piangevano per Ettore, mentre era ancora vivo, perché non speravano che sarebbe mai tornato dalla guerra, sfuggendo alle mani furiose degli Achei.

Analisi e Interpretazione

Questo passaggio è ricco di significato. Ecco alcuni punti chiave da considerare:

  • Il conflitto tra dovere e amore: Ettore è combattuto tra il suo dovere di guerriero e il suo amore per la famiglia. Sceglie il dovere, sapendo che ciò potrebbe costargli la vita.
  • La fragilità della vita: Andromaca ha perso la sua intera famiglia a causa della guerra. Temendo di perdere anche Ettore, cerca di dissuaderlo dal combattere.
  • Il ruolo della donna nella società omerica: Andromaca è vista principalmente come moglie e madre. La sua preoccupazione principale è la sicurezza della sua famiglia.
  • La premonizione del futuro: Ettore prevede la caduta di Troia e la schiavitù di Andromaca. Questo aggiunge un tocco di tragedia al momento.
  • La natura umana: Nonostante il suo ruolo di eroe, Ettore dimostra grande umanità e affetto per la sua famiglia.

Possibili Obiezioni

Alcuni potrebbero sostenere che il comportamento di Ettore è irrazionale, poiché mette a rischio la sua vita e quella della sua famiglia per un ideale di gloria. Altri potrebbero criticare il ruolo passivo di Andromaca nella società omerica. Tuttavia, è importante considerare il contesto culturale e storico in cui è ambientata l'Iliade. Ettore agisce secondo i valori e le aspettative della sua società, e Andromaca fa ciò che può per proteggere i suoi cari in un mondo dominato dalla guerra.

Soluzioni e Spunti di Riflessione

Come possiamo applicare le lezioni apprese da questo episodio alle nostre vite? Ecco alcune idee:

  • Valori e priorità: Rifletti sui tuoi valori e sulle tue priorità. Cosa è più importante per te: il dovere, l'amore, la gloria, o qualcos'altro?
  • Sacrificio e compromesso: La vita spesso richiede sacrifici e compromessi. Come puoi bilanciare i tuoi obblighi con i tuoi desideri?
  • Empatia e compassione: Cerca di capire le prospettive degli altri. Come puoi mostrare empatia e compassione verso coloro che soffrono?
  • Resilienza: La vita è piena di sfide e difficoltà. Come puoi sviluppare la resilienza per superare gli ostacoli?

L'incontro tra Ettore e Andromaca è un potente promemoria della fragilità della vita e dell'importanza dell'amore e della famiglia. Ci invita a riflettere sui nostri valori, sulle nostre priorità e sul nostro ruolo nel mondo.

Che significato ha, per te, il sacrificio di Ettore?

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