Di Che Cosa Che Complemento è

La lingua italiana, con la sua ricchezza di sfumature e la sua precisione grammaticale, a volte può presentare delle sfide. Una di queste, spesso fonte di dubbi, è il complemento. In particolare, ci concentreremo sul complemento oggetto, identificato dalla preposizione "che" (o dalla sua assenza) e dalla domanda "chi?/che cosa?". Questo articolo si propone di chiarire in modo definitivo la natura e la funzione del complemento oggetto introdotto (o non introdotto) da "che". Ci rivolgiamo a studenti di italiano di tutti i livelli, a insegnanti e a chiunque desideri approfondire la propria conoscenza della grammatica italiana.

Cos'è un Complemento?

Prima di addentrarci nel complemento oggetto introdotto da "che", è fondamentale capire cosa si intende per "complemento" in grammatica. Un complemento è un elemento della frase che completa o specifica il significato del verbo, del nome o di un altro elemento della frase. I complementi forniscono informazioni aggiuntive, rispondendo a domande come "chi?", "che cosa?", "dove?", "quando?", "come?" e "perché?".

Esistono diverse tipologie di complementi, tra cui:

Complemento oggetto: Indica la persona o la cosa su cui ricade direttamente l'azione espressa dal verbo.
Complemento di termine: Indica la persona o la cosa a cui è diretta l'azione espressa dal verbo.
Complementi di luogo: Specificano il luogo in cui si svolge l'azione.
Complementi di tempo: Indicano il momento in cui si svolge l'azione.
Complementi di modo: Descrivono il modo in cui si svolge l'azione.
Complementi di causa: Indicano la causa per cui si svolge l'azione.
Complementi di fine: Indicano lo scopo per cui si svolge l'azione.

Il Complemento Oggetto: Il Protagonista della Nostra Analisi

Il complemento oggetto, detto anche complemento diretto, è strettamente legato al verbo transitivo. Un verbo transitivo è un verbo che può reggere un complemento oggetto, ovvero un elemento che riceve direttamente l'azione. Per identificare il complemento oggetto, ci poniamo la domanda "chi?" o "che cosa?" dopo il verbo.

Esempi:

"Maria legge un libro." (Maria legge che cosa? Un libro - Complemento oggetto)
"Il cane insegue la palla." (Il cane insegue che cosa? La palla - Complemento oggetto)
"Marco ama Anna." (Marco ama chi? Anna - Complemento oggetto)

"Che" e il Complemento Oggetto: Quando e Come Usarlo

La questione dell'uso di "che" come introduttore del complemento oggetto è più complessa di quanto possa sembrare. In italiano, la preposizione "che" *non* introduce *direttamente* un complemento oggetto. "Che" è prevalentemente utilizzata come congiunzione, pronome relativo o parte di locuzioni avverbiali. Tuttavia, il punto di confusione nasce spesso dall'uso di verbi seguiti da una proposizione implicita che, una volta esplicitata, può contenere "che". Analizziamo diversi scenari.

"Che" come Congiunzione Subordinativa: Proposizioni Oggettive

Spesso, quello che sembra essere un complemento oggetto introdotto da "che" è in realtà una proposizione oggettiva. Le proposizioni oggettive svolgono la funzione di complemento oggetto all'interno di una frase più complessa. Sono introdotte da congiunzioni subordinative come "che", "se", "come", e dipendono da un verbo della proposizione principale che esprime un'opinione, un pensiero, un sentimento, una volontà, un'affermazione o una percezione.

Esempi:

"Penso che Maria sia molto brava." (Penso che cosa? Che Maria sia molto brava - Proposizione oggettiva introdotta da "che")
"Credo che piova." (Credo che cosa? Che piova - Proposizione oggettiva introdotta da "che")
"Spero che tu stia bene." (Spero che cosa? Che tu stia bene - Proposizione oggettiva introdotta da "che")

In questi casi, "che" non introduce un semplice complemento oggetto, ma una intera proposizione che funge da complemento oggetto del verbo principale ("penso", "credo", "spero").

"Che" come Pronome Relativo: Attenzione alla Funzione

"Che" può anche fungere da pronome relativo. I pronomi relativi collegano una proposizione subordinata (detta relativa) a un elemento della proposizione principale (detto antecedente). Quando "che" è un pronome relativo, può avere diverse funzioni all'interno della proposizione relativa, tra cui quella di soggetto o di complemento oggetto.

Esempio di "che" come soggetto: "Il libro che è sul tavolo è mio." (Che si riferisce a "libro" e svolge la funzione di soggetto nella proposizione "che è sul tavolo").

Esempio di "che" come complemento oggetto: "Il libro che ho letto era molto interessante." (Che si riferisce a "libro" e svolge la funzione di complemento oggetto nella proposizione "che ho letto". Ho letto che cosa? Il libro). In questo caso, il libro è complemento oggetto nella frase principale "Ho letto il libro", ma "che" sostituisce "il libro" all'interno della frase relativa, quindi *non* è un complemento oggetto diretto del verbo della frase principale.

Verbi che Introducono Proposizioni con "Che"

Alcuni verbi, come "dire", "sapere", "vedere", "sentire", "pensare", "credere", "ritenere", sono spesso seguiti da proposizioni oggettive introdotte da "che". È importante riconoscere questi verbi per distinguere tra un semplice complemento oggetto e una proposizione oggettiva.

Esempi:

"Ho detto che verrò domani." (Ho detto che cosa? Che verrò domani - Proposizione oggettiva)
"So che sei stanco." (So che cosa? Che sei stanco - Proposizione oggettiva)
"Vedo che sei felice." (Vedo che cosa? Che sei felice - Proposizione oggettiva)

Esempi Pratici e Confronti

Confrontiamo alcuni esempi per chiarire ulteriormente la distinzione:

Complemento oggetto semplice: "Ho mangiato la pizza." (La pizza è il complemento oggetto diretto del verbo "ho mangiato").
Proposizione oggettiva introdotta da "che": "Ho detto che ho mangiato la pizza." (La proposizione "che ho mangiato la pizza" è il complemento oggetto del verbo "ho detto").
Pronome relativo "che" (complemento oggetto nella proposizione relativa): "La pizza che ho mangiato era deliziosa." (Che si riferisce a "pizza" e svolge la funzione di complemento oggetto nella proposizione "che ho mangiato". La pizza era deliziosa).

Come Evitare Errori Comuni

Per evitare errori, segui questi consigli:

Analizza la frase: Individua il verbo principale e chiediti "chi?" o "che cosa?" per trovare il complemento oggetto.
Identifica le proposizioni: Se la risposta alla domanda "chi?" o "che cosa?" è una frase intera, probabilmente si tratta di una proposizione oggettiva introdotta da "che".
Considera il verbo: Se il verbo è "dire", "sapere", "vedere", "sentire", "pensare", "credere", è probabile che sia seguito da una proposizione oggettiva.
Attenzione al pronome relativo: Se "che" si riferisce a un elemento precedente nella frase e introduce una proposizione che lo descrive, è un pronome relativo.

Conclusione: Padroneggiare la Grammatica per Comunicare Efficacemente

Comprendere la funzione del complemento oggetto, e in particolare la distinzione tra complemento oggetto semplice, proposizioni oggettive introdotte da "che" e l'uso di "che" come pronome relativo, è fondamentale per padroneggiare la grammatica italiana e comunicare in modo chiaro ed efficace. Speriamo che questa guida dettagliata ti abbia fornito gli strumenti necessari per navigare con sicurezza le insidie della lingua italiana. Ricorda che la pratica costante e l'analisi attenta delle frasi sono le chiavi per consolidare la tua comprensione e migliorare la tua competenza linguistica. L'italiano è una lingua bellissima e complessa, e la comprensione delle sue sfumature ti aprirà le porte a un mondo di espressione e comunicazione più ricco e appagante. Continua ad esplorare, a studiare e a mettere in pratica ciò che hai imparato. Buono studio!