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2 Febbraio Presentazione Di Gesù Al Tempio


2 Febbraio Presentazione Di Gesù Al Tempio

Amici cari, avviciniamoci insieme a questo giorno speciale, il 2 Febbraio, la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Permettiamoci di essere avvolti dalla sua luce, dai significati profondi che racchiude e che ci toccano nel profondo del cuore.

Vorrei condurvi per mano attraverso questa pagina del Vangelo, una pagina intrisa di umiltà, di obbedienza, di speranza e di una gioia silente, che risuona nei nostri cuori ancora oggi.

Immaginate la scena. Maria e Giuseppe, due genitori ebrei, si recano al Tempio di Gerusalemme, come prescritti dalla Legge di Mosè (Levitico 12:1-8). Portano con sé il loro bambino, Gesù, appena quaranta giorni dopo la sua nascita. Lo portano per due motivi fondamentali: per compiere il rito della purificazione della madre e per riscattare il primogenito, dedicato a Dio.

Osservate la loro semplicità. Non sono vestiti sfarzosi, non sono accompagnati da una folla. Sono due persone umili, profondamente radicate nella loro fede. Maria stringe tra le braccia il suo bambino, il Figlio di Dio fatto uomo, con amore e tenerezza infinita. Giuseppe la accompagna, silenzioso e protettivo, consapevole del ruolo speciale che gli è stato affidato.

Il Tempio, in quel giorno, è un luogo brulicante di attività. Sacerdoti officianti, fedeli in preghiera, mercanti che vendono animali per i sacrifici. Ma in mezzo a questa confusione, c'è qualcosa di straordinario che sta per accadere.

Permettiamoci di sostare un istante su questa Legge. Può sembrarci lontana, antica, ma in realtà parla di qualcosa di molto importante per noi. La Legge richiedeva che ogni primogenito maschio fosse consacrato al Signore. Questo era un ricordo della liberazione del popolo d'Israele dalla schiavitù in Egitto, quando Dio aveva risparmiato i primogeniti ebrei. Riscatto, offerta, ricordo di un atto salvifico: parole che continuano a risuonare nella nostra vita.

Maria e Giuseppe, fedeli osservanti della Legge, portano con sé un’offerta umile: “un paio di tortore o due giovani colombi”. Era l'offerta prevista per i poveri. Non avevano ricchezze da offrire, ma offrivano ciò che avevano, con cuore sincero e grato.

Ora, concentriamoci su due figure straordinarie che incontrano Maria, Giuseppe e Gesù nel Tempio: Simeone e Anna.

Simeone, un uomo giusto e pio, aspettava la consolazione d'Israele. Lo Spirito Santo gli aveva rivelato che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. Guidato dallo Spirito, Simeone entra nel Tempio proprio nel momento in cui Maria e Giuseppe vi portano Gesù. Lo prende tra le braccia e, pieno di gioia, benedice Dio dicendo: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. (Luca 2:29-32).

Che momento commovente! Simeone, un uomo anziano, stanco, ma con il cuore ancora pieno di speranza, riconosce nel bambino Gesù la salvezza promessa. La sua attesa è finalmente giunta al termine. Le sue parole sono un canto di gioia, un inno alla misericordia di Dio.

E poi c'è Anna, una profetessa anziana, vedova da molti anni, che non si allontanava mai dal Tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Anche lei riconosce Gesù e, avvicinandosi, si mette a lodare Dio e a parlare del bambino a tutti coloro che aspettavano la redenzione di Gerusalemme (Luca 2:36-38).

Anna, una donna di preghiera, una testimone silenziosa della presenza di Dio nel Tempio, parla a tutti della gioia che ha trovato. Non si tiene la gioia per sé, ma la condivide con gli altri, annunciando la buona novella.

L’Incontro tra il Vecchio e il Nuovo

Simeone e Anna rappresentano il Vecchio Testamento, l'attesa del Messia. Gesù rappresenta il Nuovo Testamento, la realizzazione delle promesse di Dio. Il loro incontro nel Tempio è un momento di passaggio, un momento di transizione tra l'antica alleanza e la nuova alleanza.

Possiamo vedere in questo incontro l'importanza di onorare le nostre radici, la nostra storia, ma anche di essere aperti al nuovo, al cambiamento, alla novità che Dio ci offre.

Simeone, però, non si limita a benedire. Rivolge anche a Maria una profezia dolorosa: “Ecco, questi è posto per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima” (Luca 2:34-35).

Queste parole ci ricordano che la sequela di Gesù non è priva di sofferenza. La vita di Gesù sarà segnata dalla passione, dalla morte in croce. E Maria, sua madre, condividerà il suo dolore, fino alla fine.

Non dimentichiamo, però, che questa sofferenza è redentiva. Attraverso la passione e la morte di Gesù, noi siamo stati salvati dal peccato e dalla morte.

Ricordiamoci di questo, quando ci troviamo di fronte alla sofferenza, alla prova. Ricordiamoci che non siamo soli. Maria, nostra madre, è al nostro fianco, per sostenerci e consolarci.

Permettiamoci di entrare nel cuore di Maria, di sentire il suo dolore, la sua speranza, la sua fede incrollabile. Lei, che ha detto "sì" a Dio senza riserve, ci insegna a fidarci di Lui, anche quando non comprendiamo i suoi piani.

Consideriamo le piccole cose di questo evento. L’offerta povera, il silenzio di Giuseppe, l’attesa di Simeone, la preghiera di Anna. Sono piccoli gesti, ma pieni di significato. Ci ricordano che la santità non è fatta di grandi gesti eclatanti, ma di piccoli atti di amore, di fede, di obbedienza alla volontà di Dio.

Un Incontro Che Ci Trasforma

La Presentazione di Gesù al Tempio non è solo un evento storico, un racconto del Vangelo. È un evento che ci riguarda da vicino, che ci interpella nel profondo del nostro essere.

Ci invita a presentare la nostra vita a Dio, a offrirgli il nostro cuore, le nostre gioie, le nostre sofferenze, i nostri talenti. Ci invita a riconoscere Gesù come la luce che illumina le nostre vite, la salvezza che attendiamo.

Ci invita a essere come Simeone e Anna, testimoni della presenza di Dio nel mondo, annunciatori della buona novella a tutti coloro che incontriamo.

Ci invita a guardare al futuro con speranza, sapendo che Dio è sempre con noi, che non ci abbandona mai.

Amici, cosa possiamo imparare da questo episodio per la nostra vita di oggi?

  • L’importanza dell’obbedienza: Maria e Giuseppe obbediscono alla Legge di Mosè. Anche noi siamo chiamati a obbedire alla volontà di Dio, anche quando ci costa fatica.
  • La fede e l’attesa: Simeone e Anna aspettano con fede la venuta del Messia. Anche noi siamo chiamati a vivere nella fede, aspettando con pazienza la realizzazione delle promesse di Dio.
  • La gioia dell’incontro: Simeone e Anna gioiscono nel vedere Gesù. Anche noi possiamo sperimentare la gioia dell’incontro con Gesù nella preghiera, nei sacramenti, nella vita fraterna.
  • La profezia e la sofferenza: Simeone profetizza la sofferenza di Maria. Anche noi siamo chiamati a condividere la sofferenza di Cristo, sapendo che essa porta alla risurrezione.
  • L’annuncio e la testimonianza: Anna annuncia la buona novella a tutti. Anche noi siamo chiamati a testimoniare la nostra fede con la parola e con la vita.

Maria: La Chiave per Comprendere

Maria, la Madre di Gesù, è la figura centrale di questa festa. È lei che presenta Gesù al Tempio, offrendolo a Dio. È lei che accoglie la profezia di Simeone, accettando il dolore che la attende.

Guardiamo a Maria con amore e gratitudine. Impariamo da lei l'umiltà, l'obbedienza, la fede, la speranza, la carità. Chiediamole di intercedere per noi presso suo Figlio, perché possiamo diventare veri discepoli di Gesù, testimoni del suo amore nel mondo.

La Presentazione di Gesù al Tempio è una festa che ci riempie il cuore di gioia e di speranza. È una festa che ci invita a presentare la nostra vita a Dio, a offrirgli tutto ciò che siamo e che abbiamo. È una festa che ci ricorda che Gesù è la luce del mondo, la salvezza che attendiamo.

Spero che questo nostro viaggio insieme vi abbia aiutato a comprendere meglio il significato di questa festa. Che la luce di Gesù illumini i vostri cuori e vi guidi sempre sulla via del bene. Possiamo sentirci uniti in questa riflessione, portando nel cuore la forza di questo incontro.

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